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Dott.ssa Maura Livoli

Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicoanalista, Consulente tecnico

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La paura: come conviverci

La paura é un'emozione comune sia negli animali che nell'uomo e nasce sempre da uno stato di insicurezza. Sono sufficienti dei rumori improvvisi, la presenza del fuoco, attacchi provenienti da predatori da scatenare in un animale uno stato di panico e di allerta.

Nell'uomo, sono queste situazioni e anche altre, a determinare la "paura". Nei tempi remoti, l'uomo primitivo di fronte a problemi di carestie, epidemie, maremoti, terremoti ricorreva a riti magici che potessero arginare eventi di questo tipo è, quindi, "Stati di paura". L'uomo moderno, avendo conoscenze maggiori, ricorre a spiegazioni logiche legate da causa ed effetto. Tuttavia, le apparenti certezze che inducono a rincorrere la realtà "imprevista" esclusivamente utilizzando la parte razionale, non sempre allontana da questa emozione.                                                                      

In un neonato, l immaturità della corteccia cerebrale presente alla nascita, la poca influenza sui nuclei sotto-corticali e la carenza nella secrezione delle capsule surrenali che entrano in funzione nella "paura", hanno determinato negli studi condotti da G.Bronson a considerare gli stati di incertezza del neonato come dei veri "stati di disagio".

A tal proposito, tali stati procurati da stimoli dolorifici, sonori acuti, improvvisa presentazione di oggetti causano in lui possibili pericoli. Dopo i sei mesi, l'avvenuto attaccamento alla madre lo fa rasserenare, provando paura verso i volti umani ignoti che gli si avvicinano. Verso i due anni,  si inserisce la paura degli animali e del buio, mentre verso i quattro anni, si aggiunge la paura dei lupi e dei fantasmi. Durante l'adolescenza, sempre intesa come periodo di instabilità emotiva e di crescita fisica e mentale, la "paura" si sposta nel mondo esterno attraverso la critica, la disapprovazione, l'incapacità di controllare le emozioni. In questo periodo, può iniziare a presentarsi anche la paura del dolore e della morte. La funzione della "paura" é spesso di adattamento e di evitamento del pericolo.          

Negli animali, la presenza di allarmi può portare ad una difesa collettiva, così come nell'uomo aumenta il livello di vigilanza. Paura ed ansia si interfacciano e non si può segnare una netta linea di demarcazione tra le due, e laddove il livello é alto il soggetto mette a rischio la propria stabilità esistenziale conducendo una vita con un andamento scomodo e molto faticoso. Alla fine, il compito che ciascuno deve svolgere con se stesso é quello di affrontare la difficoltà indotta dalla "paura" confrontandosi con il mondo esterno e senza ricorrere a solitari pensieri ossessivi.

Bisogna convivere con un po' di "paura" anche perché non tutto quello che ci circonda é conosciuto e conoscibile, quindi, l'ignoto un po' ci apparterrà sempre e, tutto ciò che non é controllabile e gestibile, crea, inevitabilmente questa emozione.

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