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Dott.ssa Maura Livoli

Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicoanalista, Consulente tecnico

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Il problema della solitudine per gli anziani e per le persone "sole" anche rispetto alla "demenza senile" o l'"Alzheimer"

 La solitudine é una realtà che accompagna tutta la nostra esistenza e, senza voler cadere nella retorica "si nasce soli e si muore soli". É diventato più frequente il fenomeno che molte sono le persone senza una propria famiglia e spesso, senza parenti.

Molti sono gli assistenti o più precisamente le badanti che affiancano anziani affetti da demenza senile o da Alzheimer, la cui comunicazione è pressocchè nulla. Purtroppo, l'assenza di memoria e la perdita delle propria identità impediscono una vera e propria interazione.

L'intervento assistenziale, essendo cambiata la struttura della famiglia, ha spinto verso l'ausilio di persone esterne, prezzolate che non sempre adempiono con coscienza e con umanità ai loro doveri. Tutto ciò, genera nell'anziano, anche demente, un senso di profondo abbandono che lo conduce, prima del tempo, alla fine della sua esistenza. Se invece, esiste un figlio o figlia che si fa carico del proprio "anziano", genitore, zio o altro l'abbandono é relativo, in quanto egli riesce a percepire, comunque, la presenza di una dimensione affettiva.

Esistono, nel nostro paese, gruppi di sostegno per i familiari dei malati di demenza, purtroppo, però il problema persiste in quanto ciò che offre l'assistenza pubblica é comunque insufficiente rispetto a ciò che sarebbe necessario. Inoltre, le strutture private hanno costi molto elevati a cui la famiglia non sempre riesce a far fronte e, quando accade, deve privarsi di un "qualche cosa", pertanto, alla fine, l'anziano, anche nelle migliori condizioni di assistenza, vive spesso una condizione di profondo dolore.

La sua malattia, demenza o Alzheimer, non é sinonimo di non "sentire", la sua solitudine, la sua sofferenza é profondamente vissuta nel silenzio assoluto in quanto egli non riesce a manifestarsi, ma sente e sente intensamente.

I ritmi frenetici imposti dalla società, impediscono a tutti di fermarsi a riflettere sulle problematiche sociali e, difficilmente, si é attenti alla realtà esterna che ci circonda.

Eppure, se molte sono le persone - badanti - che prestano la loro attività lavorativa, bisognerebbe essere più attenti nella scelta in quanto, tra le caratteristiche presenti in queste persone, dovrebbe esserci il rispetto dell'altro e una sensibilità profonda verso i bisogni dell'anziano, cosa realtà trascurata, poichè di frequente, da parte del familiare vi é lo scopo unico di sgravarsi dell'incombenza che crea una persona simile presente in famiglia.

Tra dieci o cinquanta anni, tutti arriveremo a questa fase della vita, vogliamo, quindi, preoccuparci anche di cosa sarà la nostra esistenza, o restiamo fermi nella dimensione odierna rimanendo completamente indifferenti al domani ignari di quali sorprese potrebbe presentare?

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