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Dott.ssa Maura Livoli

Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicoanalista, Consulente tecnico

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Il rapporto droga e aggressività

Si é rilevata una stretta correlazione tra "droga ed aggressività", che ha assunto notevoli dimensioni su quasi tutto il pianeta, in particolar modo, nei paesi industrializzati, in quanto, é ormai accertato che il benessere eccessivo, genera noia e spinge verso evasioni diverse, devianti, fuori dalla norma.

Premesso che il problema dell'aggressività debba essere osservato attraverso studi e ricerche pluri-disciplinari riguardanti aspetti etologici, antropologici, biologici, sociali e psichiatrici é frequente il fatto che l'uso di "droghe" possa come effetto cambiare lo stato dell'umore e il comportamento verso la realtà esterna, inducendo, alla fine, a comportamenti aggressivi.

L'uso di tutte le sostanze d'abuso, secondo molti studi, ha evidenziato una stretta connessione con il comportamento aggressivo per tre specifici fattori.

Il primo fattore, riguarda un'azione diretta stimolante del SNC (sistema nervoso centrale), il secondo per l'effetto inibitorio che possono riflettere sul comportamento, il terzo per l'astinenza prodotta dalla interruzione dell'assunzione. É opportuno sottolineare che la manifestazione aggressiva non sempre é proiettata verso l'esterno, ma può essere anche rivolta su se stesso.                                                                       

Etimologicamente, il termine "aggressività" deriva dal latino "ad" = verso, contro, allo scopo di...e "gladior" = vado, procedo, avanzo e contiene una complessità di significati. Alla luce di questa analisi linguistica, non si può attribuire un significato "patologico" intrinseco, ma diventa tale quando il soggetto non é più in grado di controllarla e di gestirla, o di sublimarla in attività ludiche o creative.

Non superare la soglia dell'azione, procedendo comunque con insulti o parole offensive é, tuttavia, espressione di "aggressività".

Laddove, in antitesi, essa é trattenuta, inespressa o più propriamente coartata, può - secondo alcuni ricercatori come Dollard, Weismand e altri - trasformarsi in malattie psico-somatiche come la gastrite, la colite, l'ipertensione, ecc.

Nel 1974 Hinde ed i suoi collaboratori stabilirono che "l'aggressività é la tendenza - presente nell'uomo e nell'animale - a manifestare un comportamento finalizzato che minacci l'integrità dell'organismo e/o tesa a provocare un danno agli altri o a se stessi".

Essa é caratterizzata da tre fattori primari:

1) fattori predisponenti tra cui la vulnerabilità genetica, disturbi dello sviluppo del SNC, clima ambientale di estremo permissivismo , abbandono o abuso durante l'infanzia;

2) fattori inibitori tra cui l'auto identificazione in norme etiche, sociali, culturali, il livello educativo, la fede religiosa, la paura della punizione, l'intelligenza del soggetto, nonché la sua capacità del pensiero astratto;

3) fattori di rischio come la malattia psichiatrica, l'intossicazione e l'uso di sostanze e di alcool, i disturbi di personalità e l'esistenza nella anamnesi di precedenti atti auto ed eterolesivi.

Non sono da sottovalutare alcune caratteristiche sociali quali la povertà, la precarietà lavorativa e l'assenza di rapporti relazionali - in generale - e familiari.

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