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Dott.ssa Maura Livoli

Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicoanalista, Consulente tecnico

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Che cos'è la normalità?

                                                                                                       

Il vocabolario Treccani definisce il termine "normalità": "carattere, condizione di ciò che é o si ritiene normale, cioè regolare e consueto, non eccezionale o casuale o patologico, con riferimento sia al modo di vivere, di agire, o allo stato di salute fisica o psichica" di un individuo, sia a manifestazioni ed avvenimenti del mondo fisico, sia a situazioni (politiche, sociali, ecc. ) più generali.

In un contesto di "salute mentale" molte e diverse sono le interpretazioni date che hanno portato alle più svariate critiche. Le implicazioni etiche hanno, di frequente, portato alla valutazione negativa di chi si allontanava da una certa norma riconosciuta a livello sociale e, di conseguenza alla sua emarginazione. Tuttavia, tale concetto non può essere schivato in quanto esso riguarda un aspetto che abbraccia il funzionamento psichico di un individuo per tutta la vita.

I primi a porsi la domanda sulla "normalità" dei propri figli sono i genitori, seguiti dagli insegnanti appena il bambino entra nel mondo scolastico. É lapalissiano che la prima risposta scaturisce dal confronto con gli altri individui, sia durante l'età evolutiva che successivamente, al fine di verificare se i comportamenti adottati rientrino in una modalità socialmente condivisa. In psicologia, si fa riferimento ad un preciso concetto statistico di normalità adottando strumenti tarati e standardizzati su grandi campioni di popolazione, come per esempio accade nella misurazione del Q.I. (quoziente d'intelligenza).

La normalità statistica si basa sulla "curva di Gauss" anche chiamata "curva di distribuzione normale", in cui i 2 terzi della popolazione (circa il 66%) si va a collocare nell'intervallo che va dalla media meno la deviazione standard, per arrivare fino alla media più la deviazione standard. La misurazione del quoziente intellettivo si considera "normale" quando il valore rientra in questo spazio e si é stabilito che il 33% della popolazione si colloca al di sotto della media meno la deviazione standard, mentre l'altra metà al di sopra della media più la deviazione standard, pertanto, i primi risultano con un'intelligenza inferiore alla norma, mentre i secondi superiore.

Tuttavia, l'acquisizione di questo valore non sta ad indicare nulla rispetto all'adattamento reale del soggetto nell'ambiente. In tal senso, la normalità statistica enunciata e la normalità adattiva non coincidendo non stanno ad indicare il concetto assoluto di "normalità", anche se spesso le due "normalità" per fortuna coincidono. L'aspetto empatico e la condivisione di emozioni con e dei propri simili sono elementi portanti nella "normalità" di un individuo che, comunque, non può essere misurata solo attraverso il dato statistico vista la flessibilità degli esseri umani.

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