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Dott.ssa Maura Livoli

Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicoanalista, Consulente tecnico

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La pedofilia : che cos'è e come intervenire

La pedofilia : cosa si può fare                                                                                            

Gli abusi sessuali che si compiono nei confronti dei bambini in tutto il mondo desta ogni giorno sempre più preoccupazione rilevando che la pedofilia assume le forme più svariate mietendo una quantità di vittime superiore a 100 milioni da quanto riferisce la Segreteria Generale delle Nazioni Unite. Tale fenomeno in espansione necessita di un controllo maggiore sui bambini, nonché una punitivitá più severa, con leggi più drastiche.

Ormai "la pedofilia" secondo quanto recita il DSM é considerata una "malattia mentale" e la vittima é sempre il bambino su cui, simili esperienze, possono inficiare lo sviluppo psicofisico. Il pedofilo sottovaluta la sua vittima considerandola come un "oggetto" da utilizzare come crede, essendo un "essere" privo di valore. La tipologia dei soggetti "pedofili" é ampia : vi sono quelli che fanno uso di video pedopornografici, gli esibizionisti che molestano i bambini per strada, i preti dediti "apparentemente" all'infanzia, i molestatori sporadici, occasionali fino ad arrivare ai violentatori assassini. Esistono anche soggetti che sentono questa "attrazione distorta", ma riescono a non trasferirla nel comportamento, altri invece che molestano esclusivamente nel loro ambiente familiare, altri che scelgono l'ambiente esterno. In alcuni paesi, come le isole Filippine, la Cambogia, la Thailandia va di moda il "turismo minorile" a causa delle condizioni generali di povertà.                                                                                                          

La spiegazione relativa al diventare "pedofili" trova una prima risposta nella realtà vittima-aggressore, più precisamente, chi é stato vittima in età adolescenziale si trasforma in aggressore in età adulta e, spesso gli abusi si trasmettono da una generazione ad un'altra. Si tratta, in ogni caso, di una patologia complessa in cui devono considerarsi i fattori psicologici, biologici, culturali e ambientali.                                                        La scoperta ormai frequente di questo fenomeno nell'ambiente clericale deriva dal fatto che essendo questo ambiente percepito dal bambino particolarmente protettivo e accogliente, spesso molto di più di quanto egli viva nella sua famiglia, genera nel pedofilo religioso la possibilità di approcciarsi al minore con sicurezza esprimendo la sua sessualità deviata.

Rispetto alla realtà dei religiosi, alcune ricerche condotte nel 2010 dalla psicoanalista Clotilde Buraggi Masina - che si é soffermata su questa tipologia di soggetti - hanno evidenziato che la scelta del celibato deriva, di frequente, da esperienze familiari fallimentari e, negli stessi formatori al sacerdozio é difficile scoprire tale realtà in quanto questa e molte altre sono le patologie che restano profondamente nascoste. Spesso, il pedofilo é convinto di non far nulla di male e la terapia forse, più adeguata, é quella psicoanalitica che va a scoprire e poi rimuovere gli aspetti traumatici inconsci più profondi. É opportuno, tuttavia, associare un trattamento ormonale o farmacologico.

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