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Dott.ssa Maura Livoli

Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicoanalista, Consulente tecnico

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  • Roma
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Il concetto di "pensiero" nell'essere umano

Il pensiero si definisce comunemente come l'atto di ordinare il mondo. E' un processo che si manifesta come attività della mente nella formazione delle idee, dei concetti, della coscienza, dei desideri, del giudizio, di ogni rappresentazione del mondo, della critica e può essere sia conscio che inconscio. Lo psicologo cercherà  di analizzare la correttezza di un determinato pensiero utilizzando come riferimento gli schemi della logica. Tuttavia, egli accoglierà  tutte le sue possibili varietà , pur soffermandosi su quello che si definisce "pensiero logico"  e piu' precisamente, quello che viene considerato come attività della mente giudicante e processo mentale dei piu' elevati, in grado di compiere operazioni di confronto, di giudizio e di astrazione e che risulta essere espressione tipica dell'intelligenza umana ed indicatore della sua superiorità intellettuale rispetto agli altri esseri viventi.

Il termine pensiero contiene una realtà molto ampia e comprende processi mentali non sempre ascrivibili in quelli logici, razionali o, ancor meno produttivi, infatti, nel bambino i primi “processi logici“ non sono ancora sviluppati, così come in contesti socio-culturali piu' primitivi. hanno uno sviluppo differente. Il presupposto necessario alla formazione del ragionamento è il "concetto"; con tale termine, ci si riferisce ad un simbolo astratto e generale che racchiude le caratteristiche piu' rilevanti, comuni a un gruppo determinato di oggetti o eventi. I concetti si formano in quanto il pensiero separa nella realtà  ciò che è utile o fondamentale da ciò che è superfluo, in particolar modo, le caratteristiche costanti, da quelle variabili. Il riconoscimento e la classificazione degli oggetti viene fatta sulla base dei concetti, consentendo mediante questo processo di schematizzazione dei dati percettivi, un grande risparmio di energia e di pensiero. L'impatto su ogni oggetto o situazione come se fosse unico e irripetibile, indurrebbe ciascun soggetto ad essere sopraffatto dalla realtà. Per giungere alla formazione di un concetto, i processi fondamentali utilizzati sono l'astrazione e la generalizzazione.

Quando dalla percezione, che potrebbe anche costituire un giudizio implicito, si passa ad una riflessione cosciente, espressa verbalmente o per iscritto o in maniera gestuale, si ha il giudizio cosciente. L'attività  di giudizio ha la capacità di riunire due percezioni o due immagini o due concetti, stabilendo tra loro un rapporto. Infatti, "giudicare" vuol dire congiungere due termini con una affermazione, o separarli con una negazione. Ad esempio, il modo di esprimersi di una persona incontrata può richiamare quello di un'altra persona: questa associazione per somiglianza, per trasformarsi in giudizio, richiede che il pensiero decida la verità  o la falsità  dell'asserzione. Il giudizio presume sempre una certezza, in positivo o in negativo. Nel momento in cui da uno o piu' giudizi si ricava la validità  di un altro giudizio, si ha l'elaborazione di un ragionamento. Il giudizio finale deriva dalle premesse, considerate evidenti, e dai rapporti logici con altri giudizi che si rilevano nel corso del ragionamento. Il processo della ragione, è costituito dal passaggio da un giudizio all'altro, sinonimo di una espressione organica, in quanto dai singoli dati si passa, attraverso un procedimento induttivo, ai principi generali e dai principi generali, con un procedimento deduttivo, si arriva alle risposte successive; oppure, si può anche procedere per somiglianze e similitudini.

Quando ci si trova in una situazione problematica nuova in cui non vi siano soluzioni immediate, nè l'impiego di comportamenti già adottati, si utilizza un ragionamento che se porta alla risoluzione positiva crea una nuova conoscenza. Questo tipo di pensiero si definisce "produttivo" e ci sono stati degli studi condotti persino sugli animali, in particolar modo, da Kohler, che hanno dato grandi riscontri. Egli ha dimostrato che gli scimpanzè affamati, essendo motivati a prendere il cibo, pur di soddisfare il loro bisogno, adottano strategie, ad esempio, prendono un bastone, una corda o qualsiasi altro oggetto, compiendo una riorganizzazione psicologica immediata e trasformando il significato dell'oggetto usato in precedenza per giocare - corda, bastone - in uno strumento utile. A tale proposito, questo Autore adotta il termine "insight", proprio come processo di soluzione intelligente del problema.

Come ha affermato Wertheimer "le caratteristiche essenziali delle soluzioni sono: non essere legati, accecati da abitudini; non limitarsi a ripetere pedissequamente ciò che viene insegnato; non procedere con un modo di pensare meccanico, con un atteggiamento eminentemente analitico; bensì osservare la situazione liberamente, a mente aperta, con una visione complessiva, cercando di scoprire, di capire, in quale modo il problema e la situazione siano in relazione tra loro, cercando di capire fino in fondo, di rendersi conto, di mettere in evidenza la relazione interna che esiste tra la forma e il compito assegnato, giungendo nei casi migliori, alle radici della situazione, illuminando e rendendo trasparenti i caratteri di struttura essenziali, nonostante le difficoltà". Queste indicazioni si adottano nel pensiero quotidiano che entra in azione nelle diverse situazioni problematiche della vita presenti ogni giorno in cui ciascun individuo prende posizione, per arrivare ad una soluzione e la differenza tra il pensiero logico e sperimentale ed il pensiero quotidiano consiste nel fatto che, in quest'ultimo, non esistono tracce di processi elaborati tra i dati di partenza e le conclusioni.

Il pensiero nell'età  evolutiva presenta tre momenti di sviluppo: 1) nell'infanzia, non esiste una vera e propria attività intellettuale, ma il pensiero è sorretto da uno schematismo legato ai dati forniti dalla percezione. Il bambino inizia a ragionare con una forma analogica, passando da un particolare all'altro mediante un procedimento di verosimiglianza; 2) nella fanciullezza, il fanciullo passa al confronto degli oggetti, riflette, scorge le caratteristiche comuni e differenti, anche se resta collocato nel presente: egli procede come descrisse Decroly nel suo trittico "Osservare, Riflettere, Sperimentare"  (ORE); 3) nell'adolescenza, il ragazzo supera il ragionamento concreto presente nel periodo precedente  basato sulla realtà e sulle azioni ed arriva al pensiero puro, della logica formale, iniziando il ragionamento ipotetico - deduttivo, con piena consapevolezza di sè e degli altri, cogliendo l'essenziale di un tutto ed analizzando e ricomponendo il tutto nelle sue parti.

Infine, vi è "il pensiero onirico che rappresenta una delle attività psichiche piu' complesse ed ha avuto una rilevanza con gli studi fatti da Freud e successivi Autori. Freud si è soffermato, in modo piu' approfondito, sulla struttura della psiche esplorando nei meandri nascosti di essa. Il sogno è l'espressione di processi psichici inconsci, ignoti anche al soggetto che sogna. In realtà , il sonno, allentando le funzioni dell'Io, consente, in modo mascherato, l'uscita del materiale inconscio, delle cosiddette "pulsioni". Esistono due aspetti nel sogno: un contenuto manifesto, che è l'aspetto piu'superficiale ed un contenuto latente che rappresenta l'aspetto piu' profondo e richiede una adeguata interpretazione attraverso una visione ed una conoscenza approfondita di tutto l'apparato psichico del soggetto e della sua persona. I pensieri vengono trasformati in immagini e si presenta una logica completamente diversa da quella del pensiero conscio, attraverso la creazione di legami, di separazioni, di relazioni irreali, disgiunti da ogni realtà  e con un simbolismo che bisogna andare a ricercare attraverso una analisi profonda e, nel sogno tale rappresentazione simbolica serve come censura e si nasconde attraverso il meccanismo della rimozione. Il sonno presenta due momenti, la fase Non-Rem (Rapid Eye Movements) che è quella iniziale, e la fase Rem in cui sono presente i sogni, tuttavia, anche nella prima fase può esserci il ricordo di una attività  mentale che si può, piu' o meno, sovrapporre a quella onirica. Il sogno rappresenta, pertanto, i resti di quella attività immaginativa della psiche che durante l'evoluzione umana è stata sempre maggiormente sostituita da quella razionale.

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