Dott. Michele Vecera

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Dott. Michele Vecera

psicologo, psicoterapeuta, psicodiagnosta

Incertezza su una diagnosi

Buonasera gentili dottori. Circa un anno fa mi è stato diagnosticato il disturbo borderline e dal giorno sono piuttosto basita. Basita perché una volta ricevuta la diagnosi ho cercato in rete di cosa si tratta (prima di allora non ne avevo mai sentito parlare) ebbene non mi ci rispecchio proprio! Voglio dire, io non mi drogo (ho pure smesso di fumare anni fa), non mi procuro tagli con nessuno oggetto (quand'ero ragazzina è semplicemente capitato qualche volta che mi prendessi a pugni da sola e mi tirassi i capelli ma è finita lì), non faccio sesso promiscuo (ammetto però che riguardo la mia sessualità non so se definirmi lesbica o bisex ma mai etero), non ho mai tentato il suicidio (pensato si, ma tentato di togliermi la vita mai e ho letto che chi è borderline tenta spesso il suicidio). Per tutto questo io non mi vedo per niente una persona borderline!! Per aiutarvi a capire ancora meglio qui a seguire vi elenco i miei sintomi, venuti fuori anche col medico che mi ha fatto la diagnosi :
-ansia, attacchi di panico, ipocondria, cambio spesso umore per un nonnulla, rabbia e nervosismo, indecisione, cambio spesso parere su varie situazioni, pensieri e persone, ho sempre paura di essere lasciata, ho sete di vendetta per ciò che mi è stato fatto da piccola poiché sono stata abusata sessualmente da un mio parente.... In tutto questo una diagnosi di disturbo borderline non è esagerata? A me sembra di sì. Grazie per le delucidazioni

Gentilissima Laura,

le diagnosi spesso possono causare confusione e fraintendimenti nei non addetti ai lavori poiché vi è la tendenza a leggerle come una serie di sintomi che si hanno o non si hanno.

In realtà la personalità andrebbe letta come un sistema di funzionamento generale, ovvero come il sistema in cui ognuno di noi tende ad usare particolari meccanismi di difesa e schemi comportamentali che possono essere più o meno rigidi e più o meno funzionali.

In quest’ottica l’organizzazione di personalità va vista come un continuum che può andare dal “normale” a diversi livelli di disfunzionalità o patologia a seconda della rigidità degli schemi utilizzati e del disagio che da questi può derivare.

Nel suo caso specifico, qualora la sua fosse un’organizzazione di personalità borderline, probabilmente sono prevalenti  gli aspetti di natura più relazionale tipici di tale organizzazione, conseguenti anche agli aspetti traumatici presenti nella sua storia. Per cui potremmo dire che lei, rispetto alle persone che si tagliano o tentano il suicidio, probabilmente ha un livello di funzionamento più alto o comunque usa schemi comportamentali diversi e “sceglie” sintomi diversi (ognuno ha i suoi sintomi “preferiti”, tutti carichi di significato che merita di essere compreso).

Ovviamente, non conoscendola sufficientemente, parlo in modo ipotetico e non mi permetterei  mai di confermarle o smentire una diagnosi con così poche informazioni.

Quello che invece mi sento di suggerirle è di fare un lavoro di elaborazione (se non lo sta già facendo) del suo funzionamento, delle sue dinamiche relazionali e dei suoi sintomi con l’aiuto di un professionista  per comprendere e superare i suoi disagi e le sue sofferenze presenti a prescindere dalle “etichette diagnostiche”.

Sperando di essere stato esaustivo le invio i più cordiali saluti e le auguro il meglio.