CARATTERE PARTICOLARE

Gentilissimi Dottori,

Ho un bimbo (secondo genito, il primo ha 9 anni) di 6 anni.
Non ha avuto dei ritardi del linguaggio o psicomotori, anzi a livello motorio ha potenzialità che a volte non sa di avere.
Ha un carattere particolare, innanzitutto è stitico e molto raramente fa la cacca spontaneamente, fino a circa 4 mesi fa, anche quando l'aveva non voleva comunque farla, e dovevamo portarlo di forza in bagno poi la faceva, ora facciamo meno fatica, sta migliorando ma il problema c'è ancora.

Ha iniziato verso la fine del primo anno di asilo nido (aveva 22 mesi) a manifestare irritabilità e fatica ad accettare le regole. All'inizio della scuola materna, faceva fatica con le regole (non sempre) ma pian piano è andata migliorando anche se non ci è mai andato volentieri e purtroppo non solo per il suo carattere ma anche perchè gli stimoli erano veramente pochi e le insegnanti dei primi due anni non andavano d'accordo e si ripercuoteva sui bimbi.

Il terzo anno è andato meglio anche se ogni tanto ha avuto momenti di ira, perchè appunto non voleva starci che sono sfociati anche in graffi che dava a se stesso, ma poi non è più successo. Il primo anno giocava spesso da solo poi pian piano si è aperto. Vuole chiamare amici a casa o andare ai compleanni, ma nel grande gruppo a volte fa fatica ad inserirsi e gioca da solo, mentre si trova meglio nel piccolo gruppo.

Siamo arrivati alla fine della materna, che era veramente nervoso, poi pian piano con l'inizio delle elementari ha fatto tantissimi miglioramenti, le maestre ci dicono che si comporta molto bene. Sono molto carine al contrario di quelle della materna e riescono a rassicurarlo, cosa di cui ha molto bisogno.

Ha poca autostima di se stesso e anche se ripeto, da quando è iniziata la scuola sembra un altro bambino, ha comunque momenti di irritabilità soprattutto legati appunto alla cacca, alla stanchezza e alle paure, esempio se ha paura di fare qualcosa diventa irritabile. Purtroppo a scuola ha trovato pochissimi amici dell'asilo e fatica anche se le maestre dicono che a seconda dei giorni gioca da solo o in compagnia, cerchiamo di compensare chiamando amici a casa. A volte agita le braccia e le mani e fa un verso con la bocca come una sorta di soffio.
Il bimbo su insistenza di una maestra della materna, è stato portato da una neuropsichiatra infantile che dopo una valutazione ci ha detto che non riscontrava nulla di strano, in effetti al bambino piaceva e con lei si apriva e parlava molto.

Siamo stati successivamente da una psicologa per bambini, anche lei esclude "cose particolari" anche se con lei parla meno ma chiede spesso di tornarci.

Inoltre fa psicomotricità individuale (o col fratello, ma ora inizierà con altri bimbi) e anche con lei ha fatto grossi miglioramenti a livello caratteriale. Mi è stato detto che probabilmente è uno sfogo all'ansia che ha maturato all'asilo, così forse come dalla morte della nonna materna. Inoltre lo scorso anno scolastico si era molto tranquillizzato ma appunto è morta la nonna (l'ha accusata dopo qualche mese) ed ha sentito varie discussioni col fratello (che non voleva fare i compiti, ed è anche risultato dislessico) per la scuola, ho paura che questo suo carattere già un po' chiuso ed un po' irritabile sia peggiorato avendo forse subito un piccolo trauma da tutte queste situazione.

Ribadisco però che con la scuola sta molto migliorando, ho avuto paura che non fosse solo un problema di carattere, ma vedendo i miglioramenti crediamo di no anche avvallati dalla psicoloca, volevo però un altro parere. Mi scuso se mi son dilungata ma non è facile spiegare tutto.


IL parto è stato cesareo, nato alla 38 esima settimana, allattamento artificiale.
Il fratello spesso fa dispetti al piccolo.


Grazie

Cara Erica, premetto che non mi occupo direttamente di bambini, per cui mi rivolgo a lei.

Mi colpisce il fatto che nonostante abbia avuto nei confronti del suo bambino un comportamento attento e premuroso e sia stata rassicurata da un neuropsichiatra e da una psicologa che il suo secondogenito non ha nulla di particolare si preoccupa del suo carattere.

Se è preoccupata potrebbe guardare il suo bambino in modo preoccupato e lui, se vede lo sguardo della mamma preoccupato potrebbe sentire a livello emozionale che c’è qualcosa che non va e potrebbe persino arrivare a sentire che è proprio lui che non va.

Un figlio piccolo non capisce il motivo e la natura della preoccupazione materna ma potrebbe attribuire a sé stesso la responsabilità. Cioè, un bambino non capisce che la mamma è preoccupata per lui perché gli vuole bene e vorrebbe il meglio per lui ma … se vede che la mamma ha uno sguardo preoccupato, si preoccupa anche lui.

Potrebbe essere un bambino un po’ timido che fa fatica ad adattarsi ai tempi ed i modi che non sono i suoi (mi riferisco ai problemi al nido ed alla materna). Potrebbe essere un bambino molto sensibile al contesto relazionale e sociale e questo gli ha creato uno svantaggio alla scuola materna dove le maestre erano in disaccordo e stimolavano poco i bambini però quando il contesto è cambiato ha risposto bene al miglioramento della situazione.

Forse il suo secondogenito è diverso dal primo. Forse ha delle caratteristiche che non si aspettava e che secondo lei potrebbero creargli problemi in futuro. Cerchi di scoprire con curiosità insieme al bambino ed insieme al papà quali sono i punti di forza del piccolo e gli aspetti in cui va sostenuto.

E soprattutto guardi suo figlio con gli occhi dell’amore, tutto l’amore che lei ha per il suo bambino: è la cosa che gli darà maggiore sicurezza e lo renderà più forte nell'affrontare le sfide del futuro.

domande e risposte

Dott.ssaMonica Gozzi

Psicologa, Psicoterapeuta - Reggio nell'Emilia

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