Ritornare sereni dopo un tradimento

È possibile?
3/4 anni tra me e mio marito le cose iniziano a non andare benissimo, in modo silenzioso. Questo dopo 13 anni in cui eravamo stati felici.
Molto preso entrambi sul lavoro, figlia in pre adolescenza, io causa stress vari ingrasso molto. Questo per me, che sono sempre stata una bella donna ma da sempre in conflitto con me stessa e con un passato da anoressica/bulimia, si trasforma in una non accettazione di me stessa. Non mi sento più attraente per mio marito, e a causa di questo, unitamente alla stanchezza lavorativa, facciamo sempre meno sesso (fino ad allora abbiamo sempre avuto un’ottima intesa), per causa mia in realtà. Tutto scorre senza litigi, ma ad un certo punto mi rendo conto che qualcosa è cambiato, mio marito è sfuggente, ha iniziato a uscire sempre più spesso con un gruppo di amici (ci usciva veramente peraltro, non erano solo scuse) a trattarmi con sufficienza, a prendermi in giro con loro di nascosto. Quando mi rendo conto che qualcosa non mi torna gli parlo, o meglio ci provo, e le solite rassicurazioni, siamo stanchi, abbiamo bisogno di tempo per noi, con loro mi diverto. Premetto che mio marito, molto molto allegro e sciupa femmine in passato, quando ci siamo sposati aveva quasi smesso di andare fuori da solo e stava volentieri a casa con me o facevamo uscite a coppie. (Più avanti mi avrebbe detto di non volersi infilare in situazioni fraintendibili)
Cerchiamo di parlare di noi e iniziamo a sistemare un po’ le cose. Durante questo periodo scopro (messaggi con gli amici sul cell) che lui mi aveva tradita. Che aveva passato qualche mese, ma forse anche un annetto buono (i tempi coincidono con il suo cambiamento) ad andare con prostitute varie e a cercare di abbordare ragazze normali, con una (forse più ma io ne so una) riesce nell’intento dopo un serrato scambio di messaggi hot. In tutto questo periodo abbiamo anche preso decisioni lavorative e personali molto importanti, debiti, casa nuova etc etc
A me cade il mondo addosso. Lui dice che tutto quel periodo incasinato deriva dal fatto che non vedeva una via uscita tra noi, che facevamo una vita da coinquilini (sesso raramente) e che io avevo sempre dei problemi e sempre delle lamentele ( un po’ è vero, anzi forse più di un po’..) e che ad un certo punto si è detto: ma vaffanculo succeda quel che succeda. E ha iniziato ad uscire, tornare tardissimo e a volte anche ubriaco, e ad avere appunto contatti extra. Credo anche, per quanto la “colpa” sia sua e che nessuno lo abbia obbligato, che la frequentazione di persone che normalmente da sempre affrontano in questo modo la loro vita matrimoniale, lo abbia un po’ “trascinato” a considerare certe cose come NORMALI. La senti oggi, la senti domani, e ti abitui alla cosa..
Dopo che abbiamo iniziato a parlare tutte queste sue “fughe” si interrompono dall’oggi al domani (ne sono certa per via dei tabulati telefonici).
Dopo poco tempo faccio la scoperta. Lui mi dice che mi ama ancora, che vuole andare avanti nel nostro matrimonio, e io gli concedo di provare. A parte il dolore fisico immane che ho provato, lui da quel momento cambia radicalmente, ritorna la persona che era sempre stata, e riusciamo a comunicare, riprendiamo a fare l’amore, io ho perso quasi tutti quei chili che mi avevano “bloccata”. Ora sono passati quasi due anni, lui continua ad essere sereno, si dichiara finalmente felice, dice che a casa sta benissimo e non ha più quella voglia di uscire appena metta a dentro il piede che aveva avuto in passato. Le sue azioni confermano le sue parole, io non ho più avuto modo di dubitare oggettivamente nemmeno un secondo sul suo comportamento. Frequenta i suoi amici da solo molto raramente. Usciamo tutto insieme come una volta è davvero sembra rinato.
E mi chiedo se davvero un uomo possa attraversare un periodo così “fuori di testa” e poi, anche a fronte di un mio cambiamento, di un mio “rientro emotivo e fisico” nel nostro matrimonio, di colpo risvegliarsi e capire di aver sbagliato.
Perché io, nonostante il fatto che insieme stiamo molto bene e che amo profondamente mio marito, e sento anche il suo amore, non posso dire di no, sono rimasta profondamente delusa, offesa e ferita. Non riesco a lasciarmi davvero tutti alle spalle perché per me è stato un comportamento assolutamente inconcepibile.
Gli avevo timidamente proposto di fare terapia, ma anche io non ne ero del tutto convinta, ma lui dice che non vuole più parlare di tutto quello, che vuole solo andare avanti.

Cara Vale, il tradimento, per chi lo subisce costituisce una ferita difficile da rimarginare perché va ad intaccare la fiducia che si ha verso il partner e rende più difficile ritrovare la sicurezza nell’altro e nella coppia.

La crisi c’è stata ed è stata caratterizzata da un blocco nella comunicazione: come coppia non siete riusciti a comunicare in modo reciproco le vostre difficoltà e quando non c’è comunicazione verbale , siccome il malessere rimane, le persone agiscono: lei si è ritirata nel suo dolore e suo marito è andato a cercare all’esterno una via d’uscita alla situazione di disagio che sentiva nella coppia. Nella vostra coppia il tradimento sembra che abbia costituito un richiamo verso l’altro che ne era uscito, tant’è che quando vi siete di nuovo ritrovati, nella coppia, siete riusciti a ritrovare una nuova intesa. Scrivo nuova intesa perché le cose non tornano come prima, il tradimento rimane come una macchia indelebile.

Lei sente che quell’offesa/ferita è ancora lì che brucia pensa al passato. L’atteggiamento di suo marito sembra più rivolto al presente e ad una certa difficoltà a stare e rivangare situazioni del passato che l’hanno fatto sentire a disagio e quindi sentire e risentire quelle sensazioni/emozioni negative.

Io credo che dovete stare soprattutto su quello che ha funzionato: ritrovare il contatto, il dialogo. Dialogo significa confrontarsi partendo da una posizione di ascolto e di rispetto, prima di tutto di sé stessi per poi ascoltare e rispettare l’altro pur se si hanno posizioni diverse e da queste potete cercare di avvicinarvi.

La crisi che avete passato potrebbe essere vista come l’opportunità di conoscervi meglio, scoprire che suo marito ha modalità differenti di esprimere la sensibilità, l’affetto e la comprensione che forse non sono quelle che lei si aspetta ma sono le sue proprie. Ognuno nelle coppia esprime il suo “linguaggio” perché la coppia cresca, i linguaggi non vanno omologati, cioè resi simili ed uguali, ma vanno “coniugati” cioè messi insieme nella loro diversità.

La saluto cordialmente

domande e risposte

Dott.ssaMonica Gozzi

Psicologa, Psicoterapeuta - Reggio nell'Emilia

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