Dott.ssa Olga Cerea

Dott.ssa Olga Cerea

psicologa, psicoterapeuta, psicologa giuridica

Non riesco ad affrontare la terapia

Buongiorno,
Sono una ragazza di 22 anni, ho deciso di iniziare un percorso di psicoterapia perché sono consapevole di averne bisogno. Il problema è che non riesco ad aprirmi con lo psicoterapeuta (in realtà con nessuno), tengo sempre tutto dentro. Durante la settimana penso costantemente alle cose che vorrei affrontare ma poi durante la seduta ho proprio un blocco, non riesco a parlare, non so spiegare cosa mi succede… mi vergogno, ho paura di scavare dentro di me, ho paura di scoprire di essere pazza o depressa… Durante la seduta penso alle cose che vorrei dire ma non riesco a farle uscire fuori, mi scendono le lacrime ma cerco di trattenermi, in realtà vorrei piangere a dirotto perché le cose che mi vengono in mente mi fanno soffrire e io non riesco a dirle. Se parlassi è come se le mie paure acquisterebbero concretezza, è come se uscisse fuori la verità ma io non riesco a dirla ad alta voce perché mi fa paura, non riesco ad accettarla e quindi rimane tutto bloccato nella mia mente.
Quando penso alle cose che vorrei affrontare in questo percorso di psicoterapia mi vengono in mente tante cose: vorrei dirgli che da un po’ di tempo non ho più attacchi di panico e questo mi fa sentire più serena e mi fa stare meglio fisicamente, non ho più paura di andare in certi posti, non ho più paura che mi venga un attacco di panico anche quando sto bene ma nonostante questo mi sento insoddisfatta e infelice.
Durante questo percorso voglio capire perché le mie relazioni sono tutte superficiali, perché non ho mai avuto un fidanzato (e perché nessun ragazzo mi ha mai guardato), perché non riesco ad avere delle amicizie vere. Voglio capire se desidero davvero continuare l’università o se lo sto facendo perché lo vuole mio padre o perché ho paura di dover affrontare un colloquio (e penso di non essere in grado di farlo). Voglio capire perché ho rimosso alcune cose del mio passato, poi voglio capire se il rapporto con mia madre possa avermi creato dei problemi, voglio imparare a conoscermi, voglio capire perché non ho più interessi e ambizioni…
Mi sento ogni giorno più vuota e sola. La monotonia mi fa paura.
Il tempo passa in fretta e non sto concludendo niente, questo mi spaventa. Vedo gli altri andare avanti con la loro vita: riescono a trovare amici, a trovare un fidanzato, si sposano, vanno a vivere da soli, si trasferiscono…e io? Non so cosa voglio.

Cara Laura,

leggendo ciò che hai scritto emergono tante cose. La cosa che mi colpisce di più è che tu scriva che da un po’ di tempo non hai più attacchi di panico e che questo ti fa sentire più serena, senti meno paure ma allo stesso tempo senti che ti manca qualcosa.

Qui l’hai scritto e scrivere spesso è terapeutico.

Non so da quanto è iniziato il tuo percorso ma le domande che mi vengono da porti sono le seguenti:

- nonostante le tue difficoltà, ti senti “comoda” quando si in quello studio? Ti senti a tuo agio?

- hai mai pensato di provare a scrivere quello che a voce fai fatica a dire e magari a condividerlo con il tuo terapeuta in quel modo? Potrebbe essere il primo passo.

Le tue paure sono paure lecite, sono paure normali, sono paure legate ad un futuro, personale, scolastico, relazionale etc..che fanno parte del processo di crescita con cui tutti ci confrontiamo.

Scrivi in modo molto maturo, ti poni tante domande e sei nel pieno di quella che è la ricerca della comprensione di te stessa.

Sulla poltrona dove ti siedi in quello studio dovresti sentirti comoda come ti sei sentita mentre scrivevi qui.

La forza e le parole per farlo le hai!