Dott.ssa Paola Guerreschi

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Dott.ssa Paola Guerreschi

Psicologa, Psicoterapeuta

Mia figlia di 13 anni è sempre più triste

Buongiorno, vi scrivo perchè non so più come comportarmi con mia figlia di 13 anni, che da qualche mese è cambiata tantissimo, si isola in continuazione, è sempre apparentemente triste e parla sempre meno in casa.
Il nostro vissuto è a dir poco drammatico. Abbiamo perso nel 2015 nostro foglio di 7 anni a causa di un tumore, dopo un anno e mezzo di cure e sofferenze. La mia bimba ai tempi aveva 6 anni e da allora facciamo di tutto per tenerla sotto controllo perchè sappiamo benissimo che un evento traumatico di questo tipo può ripercuotersi sulla sua crescita e sviluppo psicologico.
Sono anni che siamo in dubbio sul portare nostra figlia da uno psicologo per il lutto che anche lei ha subito, ma parlando con diverse figure, tra cui insegnanti, psicologi inseriti in progetti scolastici, psichiatri che seguono me e mio marito, abbiamo deciso di aspettare e stare a vedere visto che nostra figlia è sempre stata molto solare, molto serena e non ha mai dato segni che potessero far pensare ad intervenire in qualche modo.
Devo dire che quando nostro figlio si è ammalato, nostra figlia aveva 4 anni e da quel momento il distacco dal fratello è stato graduale e sempre più prolungato a causa dei ricoveri sempre più lunghi. Quando è mancato, mia figlia non lo vedeva da mesi.
Faccio queste premesse perchè credo siano fondamentali del suo vissuto.
Fino a poco tempo fa è stata una ragazzina molto allegra, sempre sorridente, sempre serena. In casa l'argomento del lutto è sempre stato evitato. E' diventato un tabù e il nome di mio figlio viene pronunciato pochissimo perchè ogni volta che se ne parla sarebbe troppo difficile trattenere le lacrime. Io e mio marito prendiamo antidepressivi e antipsicotici per andare avanti, e tutto sommato mi sembra che con nostra figlia abbiamo sempre avuto un bel rapporto.
Lei è tutto per noi, facciamo il possibile per darle una vita normale. Fino ad ora le cose sono andate bene ma ora non lo so più.
Qualche mese fa ha iniziato ad avere crisi di pianto e mi ha confessato che erano dovute ai cambiamenti nel suo corpo. Qualche chiletto di troppo, le forme che cambiano, i peli sulle gambe e sulle braccia che la mettevano a disagio.... sono intervenuta subito. L'ho portata da un'estetista, dalla parrucchiera e da una nutrizionista per perdere alcuni chili, ho seguito con lei alla lettera il programma alimentare che stiamo ancora mantenendo.
Ma le cose non sono cambiate, anzi. Noi economicamente stiamo abbastanza bene, per cui ogni cosa che desidera gliela prendiamo (non ha tante esigenze). La portiamo spesso nei centri commerciali, o dove vuole andare. La lasciamo uscire con le amiche o farle venire a casa quando ce lo chiede, A scuola è bravissima ma noi continuiamo a dirle di non preoccuparsi dei voti, vogliamo solo che si impegni ma non pretendiamo voti alti.
Ultimamente è sempre silenziosa, sembra sempre triste, non ride più a nessuna delle battute che si fanno in casa. Risponde a monosillabi e si chiude in camera alla prima occasione. Le ho parlato già più volte ma dice che va tutto bene. Un giorno l'ho messa sotto torchio e Mi ha detto che pensa spesso al fratello e che quando sente un amica parlare del fratello o sorella le viene da piangere. Si sente sola, si chiede come sarebbe stata la sua vita se le cose fossero andate diversamente ma assolutamente non vuole andare a parlarne con un terapeuta. Ho riferito questo episodio alla mia psicologa ma da come si è svolto, dal fatto che l'ho praticamente costretta a parlare, si è sentita sotto pressione e ha dato questa spiegazione.
Io comunque quel giorno Le ho spiegato con molta serenità (non so come ho fatto a riuscirci) che ha ragione, che ha subito una perdita enorme, ma che purtroppo i lutti in famiglia colpiscono tante famiglie. Le ho fatto l'esempio di compagni che non hanno più la mamma o il papà, o ha genitori separati, o situazioni comunque drammatiche. Le ho detto che M. sarà per sempre al suo fianco per aiutarla, che il dolore è forte anche per noi ma siamo fortunati ad essere una famiglia così unita.
Non è cambiato nulla. Non so se devo ignorarla, ora mi trovo in difficoltà anche se devo riprenderla per qualcosa perchè temo si allontani ancora di più. E così evito di sgridarla anche dove magari ne avrebbe bisogno.
Non so cosa devo fare. Ho perso un figlio e ora quando sento notizie di quei ragazzini che si tolgono la vita per motivi futili ne sono angosciata. Non che pensi che lei abbia questi pensieri per la testa, ma avendo perso un figlio non riesco più ad essere una mamma obiettiva.
Non so se riuscirete a darmi dei consigli, sicuramente mi consiglierete di portarla da uno psicologo ma proprio non ne vuole sapere.
Intanto grazie per l'attenzione...
A.

Gentile A. , vorrei prima di tutto esprimerle il mio cordoglio per l'incommensurabile perdita che avete subito. Gli sforzi che state compiendo per andare avanti sono assolutamente preziosi per voi stessi e per vostra figlia. Solo voi potete sapere quanto coraggio e quanta fatica state mettendo in campo. Prima di tutto credo sia da valorizzare il fatto che lei e suo marito stiate cercando un aiuto terapeutico per voi stessi in primis, perché questo è il primo passo per poter essere di aiuto a vostra figlia. Purtroppo il trauma ha vie subdole, a volte silenziose e che si manifestano in maniera esplicita anche a distanza di anni dall'evento. È comprensibile che in famiglia non ve la sentiate di affrontare il tema del lutto, ma credo che questo purtroppo ostacoli per vostra figlia la possibilità di elaborare la perdita subita. Finché per voi genitori non sarà possibile condividere con lei a pieno titolo i risvolti di quanto accaduto, anche per vostra figlia rimarrà un blocco che si farà sentire attraverso il malessere che sta provando. Ma siccome è legittimo che anche voi abbiate bisogno di tempo per fare ciò, sarebbe importante accompagnarla a un percorso terapeutico. Il mio suggerimento è di parlare di questa figura, psicologa o psicologo, come una persona amica, che dialoga senza giudizio e accetta tutti i problemi dei bambini giocando e chiacchierando, aiutandola a non averne timore, magari con l'aiuto di storie che ne parlano. 

Auguro a lei e a tutti voi il meglio e che la vita possa tornare a donarvi serenità.

Un abbraccio 

Paola Guerreschi 

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Dott.ssaPaola Guerreschi

Psicologa, Psicoterapeuta - Brescia

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