Comportamento esplosivo

Salve, scrivo per sottoporre alla vostra attenzione una situazione comportamentale che riguarda mia moglie.
Da quando la conosco (dall'età di 18 anni ad oggi 44) ha avuto questo "problema" che ultimamente si sta accentuando creando tensioni importanti in famiglia (abbiamo una figlia di 12 anni e una di 8 mesi).
Normalmente è una persona solare, sorridente, apparentemente felice; a volte però per cose anche banali "si trasforma" e sfoga una rabbia incontrollata perdendo completamente il senso della realtà. Recentemente per esempio, dopo avermi chiesto di portare nostra figlia più grande ad una gita di un giorno, al rientro era cupa, non rispondeva, era arrabbiata con me; il motivo? era rimasta sola a casa. Siccome non è la prima volta che accade, alla sua richiesta di portare la grande in gita mi ero premurato di chiederle di partecipare anche lei con la solita risposta negativa giustificata dalla necessità di accudire la bimba piccola. Premetto che anche quando la piccola non c'era riuscire a convincerla ad uscire e frequentare altre persone non è mai stato semplice. Sarebbe meglio dire non è semplice riuscire a convincerla ad adeguarsi o accettare proposte non sue. Il giorno seguente ci trovavamo in un luogo affollato, tornati sull'argomento, ha perso completamente la ragione: urlava (in presenza di altre persone estranee) che lei è sola, che la odiano tutti, che io le voglio rubare le figlie, che non ne può più; in viso era irriconoscibile, violenta, aggressiva. Tornati a fatica a casa dopo ore di miei tentativi di dialogo e di farla ragionare si è calmata. Il giorno successivo, come spesso accade in queste occasioni, è come se non fosse accaduto nulla. Quando le chiedo perché si sia comportata così non ne vuole parlare. Le chiedo: "perché se ti senti in difficoltà non lo dici e non accumuli per poi esplodere come una pentola a pressione?" risposta: "si va bene" ma si ricade nella stessa situazione periodicamente.
In famiglia si è creata una condizione di difficoltà: la figlia più grande, i suoi genitori ed io ci sentiamo come intimiditi; si vive in una condizione che possiamo paragonare al "camminare sulle uova", basta una parola, un comportamento uno sguardo sbagliato per veder "scoppiare la bomba".
L'ho invitata ad andare insieme da uno psicologo, offrendomi di andare io dallo psicologo visto che a suo dire sono la causa ti tutti i suoi problemi (anche se non credo sia così dato che la stessa cosa la dice ai suoi genitori e in passato la causa dei sui problemi era il fratello, poi la cognata, poi la collega, il lavoro e prima ancora la compagna di scuola). Ovviamente la risposta è stata un NO secco, "lei non ha problemi sono gli altri ad averne".
Quello esposto è solo uno degli episodi ce ne sono stati altri, in alcune occasioni l'ho vista anche mordersi le braccia.
Sono molto preoccupato, quando sono al lavoro non sono sereno sapendo che lei è a casa e potrebbe fare del male alle bimbe o farsi del male.
Potete cortesemente aiutarmi a capire cosa fare e come comportarmi? e come convincerla a parlarne con uno psicologo?

Grazie.

Gent.mo Andrea, capisco la situazione drammatica che deve affrontare con sua moglie che, come ha capito anche Lei, è in difficoltà psicologica, in cui gli altri sono un problema che le creano uno stato di agitazione e rabbia.

Secondo me dovrebbe incominciare Lei, Andrea, a consultare uno psicologo o una psicoterapeuta, perchè è Lei che si è reso conto che c'è un problema, un disagio psicologico, e costruire una consapevolezza con sua moglie cercando di "agganciare" sua moglie proprio perché il suo desiderio di curare sua moglie, suo di Andrea, è causato però dal disagio della sua compagna, che è diventato in una certa maniera anche il suo. Magari non è così evidente il mio passaggio... Questo significa costruire, tramite la sua preoccupazione, un desiderio di cura in sua moglie, a cui come sembra, deve voler bene, tanto da farsi testimone del disagio. Certo, dovrebbe fare un passo in autonomia, ma ne vale la pena.

La saluto cordialmente.