Dott.ssa Paola Scalco

Dott.ssa Paola Scalco

psicologo, psicoterapeuta, sessuologo

Tredicenne rifiuta la sua femminilità

Buongiorno, sono mamma di una ragazza tredicenne brillante e intellettualmente molto attiva, con vivo interesse per la matematica, le scienze, la musica e l'arte. Lo sviluppo le ha regalato un corpo con caratteri femminili un po' accentuati (curve e seno abbondante), che da qualche mese lei rifiuta totalmente. E' passata da una cura maniacale della sua lunga chioma ad un taglio di capelli radicale, da abbigliamento allegro e colorato ad abbigliamento maschile, scuro, cupo, oversize, reggiseni ultracontenitivi, indossati anche 2 alla volta per nascondere quasi totalmente il seno. Aggiungo che in famiglia è periodo un po' conflittuale tra me e mio marito, abbiamo figlio minore molto attivo e vivace che spesso richiama molta attenzione su di sè, suscitando anche la gelosia della sorella maggiore. Io ho un lavoro che mi piace e mi impegna abbastanza, pur cercando di delegare il minimo indispensabile e occupandomi al massimo delle mie possibilità dei miei figli. A volte devo assentarmi alcuni giorni, che vivo con un certo senso di colpa e mio marito vive come un peso (la cosa ingenera un circolo vizioso). Mia figlia dice che è confusa e alla ricerca della sua identità..ma di fatto mi sembra che non apprezzi il suo essere donna... non mi è nemmeno chiaro se le piacerebbe essere un maschio... mi dà l'impressione che stia come fuggendo da se stessa.. ma non sono in grado di interpretare cosa davvero non va. Vi prego potete darmi qualche indicazione e suggerimenti su cosa dovrei o potrei fare? Vi ringrazio anticipatamente

Gentile Signora,

quello che sta attraversando sua figlia è un periodo difficile: non è più una bambina (e il suo corpo glielo ricorda con prepotenza!), ma è ancora lontana dall'essere una donna. La sua identità in generale -non solo sessuale- è in costruzione e ciò comporta trasformazioni impegnative da tanti punti di vista (fisico, cognitivo, emotivo...) e porta con sé inevitabilmente il lutto da elaborare di quella bimba che non ci sarà più.

Inoltre, i ragazzi sanno essere crudeli: magari il suo non è per forza un disagio che nasce da dentro, ma derivante da commenti inopportuni da parte di coetanei sciocchi e poco rispettosi, che la portano a voler mimetizzare il suo fisico per passare più inosservata.

Con tutta la discrezione di cui è capace, le stia accanto, le dia la sua disponibilità ad ascoltarla e a trascorrere del tempo speciale voi due sole di tanto in tanto, iniziando a trasformare un rapporto mamma/figlia in uno più simmetrico donna/piccola donna. Recuperi nella memoria come si sentiva lei proprio a 13 anni e in quali tempi e modi avrebbe desiderato sua madre vicina e glielo racconti. Le faccia sapere che se ha voglia, invece, di parlare di sé e di queste "turbolenze" con un estraneo, non ci sarebbe nulla di male a fare qualche colloquio con uno psicologo.

In bocca al lupo ad entrambe!