Dott. Pietro Giunta

Dott. Pietro Giunta

psicologo, psicoterapeuta cognitivo comportamentale

Curare il disturbo paranoide di personalità

Buongiorno,
Una persona di famiglia a me molto cara (uomo di25 anni) sta seguendo un percorso di terapia psicologica e farmacologica da ormai un anno e mezzo.

Diagnosi: disturbo paranoide di personalità, è seguito da una psicologa-psichiatra.
Cura: inizialmente risperdal (usato poco e trovato poco adatto al paziente). Dopo alcuni giorni di ricovero in ospedale, per osservazione, la terapia è stata cambiata con 20 mg di abilify (era partito da 20mg ma da mesi prende 15mg).
Sintomi: è convinto che tutti i suoi amici più stretti abbiano messo in giro cattive voci sul suo conto isolandolo. Le frasi più ricorrenti sono "mi hanno tolto il saluto", " mi odiano tutti", "la mia vita sociale è finita".

Purtroppo dopo un anno e mezzo di terapia non siamo ancora riusciti a trovare una soluzione. C'è stato un miglioramento delle attività quotidiane (ripresa lavorativa principalmente).

Questa persona ha perso totalmente la voglia di vivere e non vede sbocchi per il suo futuro, si sente completamente solo ed isolato (anche se si è personalmente impegnato nell'evitare tutte le persone che in questi mesi lo hanno cercato).

Ci sono giorni in cui le sue convinzioni di essere stato isolato e deriso sono più forti e altri dove sembrano più latenti, ma sono sempre presenti nel suo quotidiano. Quali sono le possibilità o le strade da intraprendere per cercare di migliorare la situazione (centri specializzati, nuove tecniche)?

C'è la possibilità di una guarigione? Grazie a chi risponderà.

Dispiace che il suo caro stia soffrendo in questo modo. Dev'essere infernale per lui e per i suoi cari vivere con la paura costante di essere minacciato. Immagino anche la ridotta vita sociale a cui sarà costretto. Rimedi miracolosi non esistono, ovviamente. Io sono un terapeuta ACT e il problema mi sembra proprio l'inflessibilità dei pensieri del ragazzo. Lavorare sulla defusione dai peopei pensoeei in direzione di un'ampia accettazione degli atesst potrebbe essere un primo passo. Un buon lavoro con la mindfulness sarebbe centrale per la difficoltà del suo caro. La flessibilità psicologica e lavorare in direzione di ciò che è importante per lui, sarebbe una naturale conseguenza della direzione da prendere nella terapia. Per vivere una vita piena e soddisfacente.

Le auguro un in bocca al lupo per la salute del suo caro

Cordialmente