Dott.ssa Roberta Conte

Dott.ssa Roberta Conte

psicologo, psicoterapeuta, consulente di parte

Ho 32 anni e da un po di tempo soffro di un disturbo che penso sia attacco di panico

Buongiorno, sono un ragazzo di 32 anni e da un po di tempo soffro di un disturbo che penso sia attacco di panico ma non ne sono poi così convinto. Mi capita principalmente quando devo andare da qualche parte, quando sono invitato a casa di persone a mangiare o quando entro in luoghi che non conosco. Ieri ad esempio ero invitato a pranzo da un mio collega con la mia famiglia e gia prima di andare ero molto agitato, ma quando sono entrato in casa sua mi sentivo come smarrito e spaesato e avrei voluto uscire subito, non volevo stare li, non mi sentivo a mio agio. Ho tenuto duro e alla fine sono riuscito ad ambientarmi e a rimanere. Nessuno si è accorto di nulla ma è una sensazione davvero brutta e mi capita molto spesso.Vorrei sapere di cosa si tratta, così da provare a combattere questo malessere. Grazie
Buongiorno Giuseppe, quello che lei descrive è un disturbo d'ansia che generalmente si accompagna gli attacchi di panico. Dai sintomi che lei descrive, tuttavia, non è possibile confermare la sua diagnosi anche se sembrerebbe verosimile. Ogni tentativo che lei fa per evitare le situazioni e i pensieri che scatenano le sue ansie, in realtà, anzichè aiutarla, la preparano all'attacco di panico. Si tratta di ansia anticipatoria che si sfoga nella realizzazione della situazione temuta.L'attacco di panico le dà conferma sul fatto che certe situazioni scatenano il disagio così da confermale la sua idea disfunzionale circa la natura e la manifestazione dei disturbi. Si innesca così un circolo vizioso in cui ogni tentativo di evitare le situazioni temute non solo non la aiutano, ma addirittura potrebbero aggravare il suo disturbo. Capisco pefettamente il suo disagio nello stare in mezzo alle persone mentre fa finta di nulla ma in realtà soffre terribilmente. Cercare di resistere alla voglia di scappare e sperare che passi, lì per lì la aiuta, ma non risolve il suo problema. Le posso suggerire un percorso psicologico volto ad una spiegazione più specifica dei processi psicofisiologici qui sopra descritti, abbinata ad un intervento psicoeducativo di tecniche specifiche da utilizzare nella vita di tutti i giorni. Nella maggior parte dei casi si ottengono ottimi risultati. Le auguro buone cose, saluti