Professore Roberto Pasanisi

Professore Roberto Pasanisi

Psicologo, Psicoterapeuta

Perché non sono soddisfatta di me stessa?

Salve Sono una ragazza di 17 anni quasi 18 anni e frequento il liceo scientifico. Dopo molti mesi ho deciso di sfogarmi, non credo di essere depressa però volevo ugualmente parlarne.Non ho amici, mi sento davvero vuota, la mia migliore amica si è trasferita giugno scorso in Toscana (io sono di Roma) e avevo solamente lei. Lo so è una cosa stupida ma mi sento persa, non ho voglia più di studiare, più di andare a scuola oppure a sport, non voglio incontrare gente, mi sento a disagio. Mi sento così inutile e penso costantemente che non avrò nessun futuro perché sono un essere incapace. Inoltre odio il mio aspetto sia esteriore che interiore, ci sono giorni che mangio di continuo o altri in cui digiuno, sono aumentata di peso e anche per questo non ho voglia di uscire. Sento che sto perdendo tempo ma non riesco più a fare nulla, non mi emoziona più niente. Vorrei solo essere felice, ma credo che in questo mondo sia difficile una cosa del genere. Vi è la crisi che non da futuro ai giovani, e so di non essere così capace per farcela, poi l'essere umano è così egoista lo odio immensamente. Frequento questa scuola solamente perché i miei genitori mi hanno costretto, vado mediocremente non mi lamento, però faccio qualcosa che odio non mi piace per niente. Molte volte penso 'che senso ha tutto questo?' Infine ho una famiglia, ho il cibo sulla tavola, allora perché mi sento così? Solo perché non ho amici? Perché non sono soddisfatta di me stessa? Tutto questo mi deve influenzare così tanto? Il problema che non riesco a reagire e mi sembra tutto così pesante, tutta questa situazione mi sta piano piano sgretolando, sono perennemente in uno stato di inquietudine e ansia, ma nello stesso tempo non sento nulla. Non so neanche io perché mi sento così. Alle medie ero depressa, ero divenuta anche autolesionista e bullimica, ma poi sono riuscita a risollevarmi però ora non so, è da quasi un anno che va avanti questa storia, e questo periodo più del solito. Il fatto sta che una buona parte di me non vuole chiedere aiuto, penso che sono una ragazza che non si accontenta e che non merita nulla, di essere esagerata e che ci sono problemi peggiori. Penso di aver scritto una buona parte, grazie mille

Gentile Elena, dal quadro complesso e articolato che ci sottopone, quelli che emergono non sono il Disturbo, in senso diagnostico, ma i sintomi. La psicofarmacologia non è in grado di risolvere il Suo problema, ma soltanto alleviarne i sintomi, con gli effetti collaterali che, come sempre con qualsiasi medicina avviene, sta sperimentando - perché ad essi devono con quasi certezza essere ricondotti. È sicuramente presente una visione di sé e della propria identità psichica non ancora definita, per ragioni che andrebbero indagate lungo la Sua storia personale, ma non diacronicamente, bensì come si manifesta presumibilmente oggi nel suo presente sofferto o quanto meno incompiuto. Solo una ristrutturazione della personalità, attraverso un approccio centrato sul ‘profondo’ – insomma un lavoro sulle emozioni, fin nell’inconscio – potrebbe reindirizzarla su una strada di effettiva crescita personale e di costruttiva e progressiva maturazione psicologica in direzione della costruzione di un’autostima – meglio, per dirla con Bandura: di ben più concreta e fattiva ‘autoefficacia percepita’. In alternativa o in alternanza alle sedute classiche ‘in presenza’, anche un approccio A Distanza (online, intendo via chat), previo consulto telefonico gratuito, potrebbe in tal caso essere valido per ristrutturare le parti immature e adolescenziali della Sua personalità ed eliminare dai suoi ‘meccanismi’ quei granelli che – per così dire – ne ostacolano il corretto e felice funzionamento in direzione della crescita personale e dello sviluppo adulto della Sua identità, oltre ogni psicopatologica insicurezza e disistima. Cordiali saluti.