Professore Roberto Pasanisi

Professore Roberto Pasanisi

Psicologo, Psicoterapeuta

Ho una relazione d’amore molto complicata

Vi scrivo perché ho bisogno d’aiuto. Vi racconto in breve i miei disagi. Ho conosciuto il mio attuale ragazzo due anni fa, su Facebook.

Ci siamo follemente innamorati, tant’è che siamo in breve andati a vivere insieme. Mi sono trasferita io nella sua città, ho lasciato la mia famiglia, i miei amici e le mie abitudini, per vivere con lui la nostra storia d’amore.

Lui è Campano, mente io sono Umbra, non c’è una grande distanza geografica, ma spesso non sono potuta tornare dalla mia famiglia, perché lui essendo molto geloso, non mi lascia partire da sola. Questa è solo una delle tante problematiche che la sua forte gelosia provoca. Il primo anno abbiamo vissuto a casa dei suoi, io aspettavo lui che tornasse da lavoro. Pur se i suoi genitori sono persone splendide, io mi ero trasferita con l’intento di stare con lui, avendo già una meravigliosa famiglia, non avevo bisogno di sostituirla.

Fatto sta, che per il forte amore che provavo per lui, non ho potuto cercare un lavoro, perché anche in questo caso, la sua gelosia verso di me, mi ha vista costretta ad aspettare, che il suo titolare, trovasse un posto per me, nella sua azienda, in modo da poter lavorare insieme, così che, la sua gelosia si fosse placata. Ora lavoriamo insieme, e viviamo da soli. Io ho rinunciato al lavoro dei miei sogni, xchè ho dovuto adattarmi a questo, per soddisfare la sua necessità.

Nel primo anno insieme, dai suoi , lui non rispondeva alle mie esigenze economiche, pensava ai suoi bisogni. A me pensavano i suoi genitori. La cosa mi pesava, mi sentivo in trappola. Avevo le mani legate, e quando provavo ad esporre i miei problemi, finivamo per litigare profondamente ... tant’è che preferivo soffrire dentro, pur di non perderlo.

Sembra che senza di lui non posso più vivere, sembra io sia dipendente da lui. Vi chiederete perché ... e io rispondo, che quando siamo insieme stiamo talmente bene, da non sembrare quasi vero! Una grande passione, una grande affinità, quasi due calamite che hanno difficoltà e dolore nello staccarsi. Allora xchè lui continua a non fidarsi di me? Lui fa il lavoro dei suoi sogni, vede la sua famiglia, sta studiando una nuova facoltà, per realizzare un progetto più grande. Io nonostante la felicità che provo nel vederlo realizzarsi, ho la solita routine. Cucina, lavoro che non mi gratifica, pulizie di casa, e l’allenanento in palestra, ovviamente insieme. Siamo atleti, di uno sport che ci accomuna, pur per questo inizialmente ci siamo presi in sintonia. Ma tante cose non vanno. Oltre alla tirchieria nei miei confronti, a livello economico, mi vedo costretta ad una vita che non mi gratifica come desidero. Mi sono persino cancellata dai social, perché anche lì, decideva cosa dovessi o non dovessi fare. Un giorno è accaduta una cosa orribile. Ero in ritardo per andare a lavoro, la cosa è degenerata, in auto abbiamo discusso, lui mi ha dato della puttana, alchè io dalla rabbia, pur sbagliando, gli ho mollato uno schiaffo.

L’avessi mai fatto!!! Mi ha tirato tutti i capelli, fatto un livido sul braccio, mentre urlavo disperata, lui insensibile continuava, finché non mi ha buttata fuori dall’auto, mentre pioveva. Volevo lasciarlo, stetti dai suoi genitori, per calmarmi e ragionare. Ero nel panico, la nostra storia doveva finire, ma io lo amavo troppo e mi sentivo morire dentro senza lui. Come se avessi cancellato quei ricordi orribili, e messo dinanzi solo quelli belli; le vacanze, i baci le parole d’amore, il nostro voler fosse per sempre, io in questa convinzione gli scrissi una lettera, nel quale dicevo di aver perdonato il suo gesto e di saper che lui non è una persona violenta. Difatti non era mai stato violento con le mani, ma a parole lo era stato più d’una volta! Adesso stiamo bene, e pur se lo amo da morire e non riesco ad immaginarmi senza lui, non riesco ad essere felice. Scusate il poema. Ho parlato con mia sorella, ed una mia amica. Loro mi dicono di lasciarlo al più presto. Ma come ripeto, al momento che realizzo la mia vita senza lui, sto male da morire, nel vero senso della parola!! Aiuto

Gentile Naomi,

la storia che racconta ha a che fare con una problematica psicologica di base delal personalità.

è chiaro che l’ansia, lo stress, la dipendenza, i diversi problemi psicologici di cui parla sono propriamente non un disturbo, ma i sintomi di un disturbo, che riguarda chiaramente tutta la personalità, nel presente come nella Sua storia personale.

È possibile che, con un approccio specifico alla problematica, che potremmo presumibilmente chiamare psico-educativo, si potrebbe ottenere in tempi non lunghi sia una risoluzione della problematica in questione, sia un miglioramento, di riflesso, del più complessivo stato generale d’ansia e di insicurezza.

In tal senso, una focalizzazione strategica sul sintomo e una rieducazione psicologica appaiono senz’altro adeguati.

In alternativa, una soluzione più radicale sarebbe – su tempi più lunghi - affrontare una terapia del ‘profondo’, che risolva le radici dell’ansia e della depressione e, di conseguenza, anche i suoi sintomi.

Tale approccio potrebbe in tal caso essere valido per ristrutturare le parti immature e ancora infantili della Sua personalità ed eliminare dai suoi ‘meccanismi’ quei granelli che – per così dire – ne ostacolano il corretto e felice funzionamento in direzione della crescita personale e dello sviluppo adulto della Sua identità, oltre ogni psicopatologica insicurezza e disistima.

In attesa del Suo riscontro e di domande o di richieste di chiarimenti e approfondimenti, Le invio cordiali saluti.

prof. Roberto Pasanisi
(psicologo clinico, Ordine degli Psicologi della Campania; direttore dei Dipartimenti e docente, Polo Universitario "Principe di Napoli"; Direttore, CISAT)