Professore Roberto Pasanisi

Professore Roberto Pasanisi

Psicologo, Psicoterapeuta

SOS ragazzo di 22 anni

Carissimi, scrivo perché sono molto preoccupata per il mio fidanzato. La sua è una storia un po' travagliata, ha perso suo padre quando aveva 9 anni per un banale intervento di routine poiché durante lo svolgimento ha avuto un infarto (e c'è da dire che tutta la famiglia del papà è morta per problemi cardiaci) . Lui già da un anno ha manifestato paura di avere una forma ereditaria di questi disturbi, si è recato anche un paio di volte in ospedale per dolori al petto, ma tutti i controlli sono andati fortunatamente benissimo, ma questo terrore lo perseguita anche perché è in sovrappeso e non riesce a fare la dieta non perché è goloso, ma perché molto emotivo.
L'anno scorso abbiamo fatto un viaggio in aereo che ci ha cambiato la vita. Il viaggio è stato molto molto pauroso a causa di una bruttissima turbolenza durante la quale ha avuto un attacco di panico. Da quel momento gli attacchi di panico fanno parte della sua vita. Ha ansie che prima non aveva, adesso ha anche l'ansia di prendere un treno e paura quando ci viaggia, e la cosa peggiore è che la sua paura di morire per un problema cardiaco è aumentata costantemente nel tempo e credo stia diventando anche pericolosa per il corretto svolgimento della sua vita. Da un mese accusa dolori vicino al petto che aumentano quando fa uno sforzo (i controlli cardiaci sono perfetti) , ma lui li accusa . Ha attacchi di panico ogni sera perché crede che gli stia per venire un colpo perché sente questi dolori e a modo suo cerca di calmarsi distraendosi con il cellulare. Mi chiedo è possibile che un evento come una turbolenza abbia scatenato questo peggioramento? È possibile che i dolori che lui sente siano frutto del suo cervello? Aggiungo che non ha persone accanto a lui che lo tranquillizzano e lo aiutano, ha a che fare con membri della famiglia che gli danno più dispiaceri che affetto, lui è un ragazzo molto emotivo ed è molto solo e mi confessa che quando è con me sta meglio e me ne rendo conto perché quando siamo insieme riesce a dormire facilmente.
Però sono preoccupata e non so più come comportarmi ho cercato di aiutarlo, ma credo che abbia bisogno di un esperto.

Gentile signorina Carmen,

è chiaro che l’ansia e lo stress sono espressione di uno stato profondo di profonda insicurezza della personalità: gli attacchi di panico ne sono l'espressione estrema, che si realizza nel sintomo allo stato puro.

Più in generale, i diversi problemi psicologici (come il panico) sono sempre, in sé, non un disturbo, ma i sintomi di un disturbo, che riguarda chiaramente tutta la personalità, nel presente come nella sua storia personale.

È possibile che, con un approccio specifico alla problematica, che potremmo presumibilmente chiamare psico-educativo, si potrebbe ottenere in tempi non lunghi sia una risoluzione della problematica in questione, sia un miglioramento, di riflesso, del più complessivo stato generale d’ansia e di insicurezza.

In tal senso, una focalizzazione strategica sul sintomo e una rieducazione psicologica appaiono senz’altro adeguati.

In alternativa, una soluzione più radicale sarebbe – su tempi più lunghi - affrontare una terapia del ‘profondo’, che risolva le radici dell’ansia e dell'insicurezza della personalità; e, di conseguenza, anche i suoi sintomi.

Tale approccio potrebbe in tal caso essere valido per ristrutturare le parti immature e ancora infantili della Sua personalità ed eliminare dai suoi ‘meccanismi’ quei granelli che – per così dire – ne ostacolano il corretto e felice funzionamento in direzione della crescita personale e dello sviluppo adulto della sua identità, oltre ogni psicopatologica insicurezza e disistima.

Le invio cordiali saluti.