Dott.ssa Rosella De Leonibus

Dott.ssa Rosella De Leonibus

Psicologo, Psicoterapeuta

Disturbo del ritmo sonno-veglia. possibili cause e soluzioni

Ai gentili professionisti che leggeranno, qui di seguito espongo dapprima il problema, in seguito mie personali ipotesi su fattori di comorbilità e in seguito chiederò un parere su come affrontare il problema.

1. Sono un adulto di 29 anni e fin dall'adolescenza non riesco a mantenere degli orari di sonno-veglia regolari.
Quando mi impongo di andare a dormire ad un'ora consona e svegliarmi al mattino, soffro molto questa imposizione, svegliandomi ogni giorno più stanco, fino a venire meno all'impegno che ho assunto con me stesso, in genere i miei tentativi non superano la settimana di durata.
Il miei orari di sonno vegli sono mobili.
Un giorno vado a dormire a mezzanotte, quello dopo alle 2, poi le 4, le 6 poi a mezzogiorno e così via fino a fare il giro completo dell'orologio e ritornare alla mezzanotte.
Quando in un dato giorno ho degli impegni inderogabili che si trovano nelle ore di sonno di quel dato giorno, li svolgo, ma in una condizione di quasi privazione di sonno.
Tutto questo inficia profondamente la mia qualità della vita.
Quando mi abbandono ai miei orari "mobili" il mio sonno non presenta problemi di inizio, durata, e risveglio; al contrario quando mi impongo degli orari normali fatico ad avere un sonno riposante e di durata adeguata.

2. In base a precedenti terapie è emerso che soffro di disturbi d'ansia.
L'ansia accompagna l'imposizione degli orari e per l'ansia anticipatoria per un impegno, anche un incontro fra amici, inficia in ogni caso il mio sonno.
Come già detto i miei orari sono mobili, ma tendono a stabilizzarsi durante la notte, quando posso essere solo in casa e andando a dormire all'alba, prima che la giornata degli altri cominci ed evitando così di affrontare il mondo.

3. Alla luce di quanto detto vorrei avere un parere su quale orientamento terapeutico seguire e, soprattutto, in attesa che finisca la quarantena dei titoli di libri di auto-aiuto con esercizi pratici che posso mettere in pratica fin da subito.

Ringrazio i lettori dell'attenzione.

Salve,

ecco qualche ragionamento che potrebbe esserle utile.

Innanzitutto non credo che la scelta del terapeuta sia descrivibile come un problema di orientamento o metodologia.

Credo invece che sia un problema di linguaggio, di sensibilità condivisa, di alleanza terapeutica e di possibilità di dialogo.

Talvolta, il disturbo di cui lei soffre è la manifestazione di sentimenti depressivi, di una insoddisfazione esistenziale, di una specie di “protesta” verso le regole e i limiti della quotidianità, di una ricerca di spazio, autonomia, che non ha ancora trovato una sua via costruttiva, ma si è incanalata in un vicolo “opposito”…

Ma ogni storia è diversa, non è mai il caso di generalizzare.

Per l’inizio della terapia, calcoli che ora si lavora on line, e potrebbe anche iniziare subito, per poi proseguire in presenza.

Credo che, se lei è già motivato, potrebbe essere più utile iniziare la psicoterapia e poi man mano, con l’aiuto del terapeuta, avvalersi anche di manuali di auto-aiuto.

Cordialmente.

domande e risposte

Dott.ssaRosella De Leonibus

Psicologo, Psicoterapeuta - Perugia

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