Dott.ssa Rosella De Leonibus

Dott.ssa Rosella De Leonibus

Psicologo, Psicoterapeuta

Ragazzo con depressione moderata

Salve, vorrei chiedere consigli e aiuto su come affrontare al meglio una situazione di coppia dove a uno dei 2 è stata diagnosticata la depressione moderata, in questo caso il mio ragazzo. Stiamo insieme da 13 anni circa o poco più e conviviamo da circa 4, eravamo adolescenti quando ci siamo conosciuti. Abbiamo fatto le nostre esperienze, fra alti e Bassi siamo cresciuti insieme e on linea generale non abbiamo mai sofferto di grossi problemi fino ad ora. Abbiamo avuto in classici problemi adolescenziali o di giovani persone adulte che hanno intrapreso un percorso di vita insieme ma adesso lui sta molto male.
È stata sempre una persona insoddisfatta, lui si definisce infelice dalla nascita, non è riuscito a vivere della sua passione, il teatro e la scrittura, abbiamo deciso di lasciare l'Italia mettendo purtroppo fine a dei progetti che coinvolgevano altre persone vicine che più o meno si sono allontanate, lui ha dovuto fare dei lavori che non voleva fare solo per il fatto che senza soldi non si può campare nella società e questo fatto di "dover lavorare per vivere" non gli è mai piaciuto, soprattutto se deve fare qualcosa che non vuole.
Ha subito delle perdite in famiglia in circostanze molto tristi che l'hanno segnato. È un tipo che non esterna facilmente quello che prova, per lui sfogarsi con un pianto è da persone deboli, appena qualcuno gli fa notare che alcuni suoi atteggiamenti sono esagerati, va sulla difensiva, alterando i toni e spesso girando la frittata, come si suol dire, facendo sentire in colpa le persone anche se a parole dice che non era sua intenzione.
Con la depressione, tutto si è accentuato e soprattutto con me usa questa tattica di girar la frittata, quando cerco di farlo riflettere su sé stesso, dato che anche la psicologa gli ha consigliato ciò ma siccome le dice cosa che lui non vuol sentire o cose che lui non condivide, per partito preso ha deciso che questa specialista "non gli serve e sono soldi buttati". Ha avuto pensieri suicidi e a detta sua ci ha anche tentato, si sente inutile, vuoto, rotto e non sa più cosa vuole. Dice di non voler più responsabilità soprattutto nei miei confronti, dice che si sente un ingrato perché io non ho colpe, ho fatto di tutto per lui ma in questo momento non è quello di cui ha bisogno, vuole stare da solo. Il suo però stare "da solo" si svolge nel seguente modo: non vedermi fisicamente ma solo sentirci telefonicamente tranne quando sente di avere bisogno di me. Con gli amici esce tranquillamente anche se dice di farlo per forza giusto per tenersi impegnato e distrarsi e il dover fingere questa cosa, lo fa stare male. Siccome sa che io sto male di tutta questa situazione perché non posso aiutarlo, non avendo le giuste competenze, per evitare che diventi un circolo vizioso dove entrambi stiamo male, preferisce allontanarmi solo fisicamente, dice che non vuole lasciarmi, che mi ama tantissimo ma intanto vuole stare da solo a tempo indefinito e vuole che io impari ad accettare questo suo desiderio. Non dice che con tutti parla dei suoi problemi tranne con me e la sua famiglia perché non reagiamo nel modo giusto, nel modo che vorrebbe lui quindi siamo all'oscuro di ciò che gli passa per la testa. Consono momenti dove dice di aver bisogno di uno psichiatra, poi ha ripensamenti perché non vuole assumere farmaci ma sa che forse potrebbero aiutarlo. Io e la sua famiglia stiamo arrivando al margine della disperazione perché ci sentiamo in colpa anche se non abbiamo fatto nulla per esserlo e stiamo male a vederlo così e a essere trattati in un certo modo. Gli è stato detto che ha un disturbo ossessivo, manie di controllo, manipolatore, grande ego ed egocentrismo ad alti livelli, cose che in questi anni gli hanno ripetuto tante persone ma lui sostiene che non è vero. Non sappiamo come affrontarlo, con le buone no, con le cattive nemmeno, se facciamo determinate cose, lui subito va sulla difensiva non accettando aiuti e consigli, puntando il dito contro gli altri. Non accetta aiuto, non vuole darsi aiuto... Per favore, consigliatemi qualcosa perché altrimenti lo seguiremo a ruota. Grazie.

Gentile signora,

credo che lei abbia già davanti ai suoi occhi un quadro molto chiaro: una persona che lei ama (o ha amato) che è in grave crisi e non ha per ora la volontà di curarsi seriamente.

Cosa immagina per il suo futuro di donna e forse, chissà, anche di madre?

Quali prospettive può immaginare in una situazione come questa?

A volte bisogna riconoscere che è arrivato il momento di tutelare se stessa, prima di continuare (inutilmente, a quando sembra) a tutelare un partner.

Ci pensi, ha tutta la vita davanti.

E magari, senza la “compassione” dei suoi parenti e della fidanzata, il suo ragazzo magari, chissà, si farà curare veramente….

Rosella De Leonibus

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Psicologo, Psicoterapeuta - Perugia

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