Dott.ssa Simona Coscarella

Dott.ssa Simona Coscarella

Psicologa, Psicoterapeuta

Come devo reagire per superare questo periodo?

Vi spiego la mia situazione, sperando di avere consigli utili. La mia vita fino a poco tempo fà era perfetta: una bellissima famiglia, successi all'università (che mi hanno consentito di trovare subito un lavoro), una fidanzata fantastica, amicizie vere....insomma ero felice.
I miei problemi sono iniziati 4 anni fà quando, sfortunatamente, a mio padre hanno diagnosticato la SLA. Nonostante questo, i primi anni, dopo aver metabolizzato la notizia, sembrava andare tutto bene.
Fino all'anno scorso; è iniziato un periodo molto buio in cui mio padre è stato costretto ad entrare ed uscire da diversi ospedali per problemi gravi. Da quel momento ho iniziato ad accusare il colpo, ad essere sempre nervoso, infelice e di conseguenza ad avere problemi anche con la mia fidanzata (che nel frattempo si era trasferita a Roma per studi, dopo 3 anni di convivenza).
Il mondo mi è crollato ad Agosto....oltre papà che era ricoverato in rianimazione da un pò di tempo, ho scoperto che la mia ragazza da un mese si sentiva con un ragazzo e mi aveva anche tradito.
Non mi soffermo sui primi giorni che ho scoperto il tradimento perchè non esistono parole per descrivere quella sofferenza.
A distanza di 2 mesi, nonostante continuo a lavorare, ad uscire con gli amici e a condurre una vita regolare, la mattina mi alzo sempre con gli stessi pensieri (e conseguente ansia che mi portano) e mi capita spesso di pensarci anche durante il giorno.
Con lei, nonostante tutto il dolore che mi ha provocato, ogni tanto ci sentiamo e se la testa mi dice di mandarla a quel paese ogni qual volta che magari ci scambiamo 2 messaggi, il mio cuore ancora batte per lei.
Ah, quasi dimenticavo di far presente un altro particolare: la mia ex è la sorella di mio cognato e quindi, oltre a condividere 1 nipote, le nostre famiglie sono legate.
Da qualche giorno prendo qualche goccia di xanax la sera perchè soffro di insonnia (già prima ne soffrivo, specialmente i giorni che precedevano ad esempio un esame importante all'università) che mia aiuta a dormire la notte. Le prendo solo in settimana perchè lavoro tutto il giorno e non riposare significherebbe essere stanco e poco producente.
Tutti mi dicono che ci vuole solo tempo per guarire questa ferita e per tornare ad essere felice ma sento d'impazzire.
Vi chiedo gentilmente di non pubblicare sul sito la mia storia essendo un pò delicata e facilmente riconducibile alla mia persona.
Grazie in anticipo

Gentile Luca, purtroppo per poter rispondere alla sua domanda, il portale, necessariamente, deve pubblicarla.

Ma rifletta sul suo bisogno attuale che è forse più importante del fatto che qualcuno possa risalire a lei dalla sua storia.

Da quanto scrive mi balza subito all' occhio che fino ai suoi 29 anni pensava di aver raggiunto tutto ciò che può rendere felice una persona, con la fortuna/sfortuna di non trovarsi mai di fronte ad un problema che toccasse profondamente la sua sfera emotiva e affettiva. L' improvvisa malattia di suo padre le ha fatto scoprire che invece i problemi esistono e che l' idea di poter controllare il corso della propria vita è più che altro un' illusione e, forse,un bisogno. Questo, probabilmente, l' ha coinvolta talmente tanto da intaccare anche altre aree del suo vissuto, come ad esempio, la sua relazione. Sicuramente la malattia e poi le conseguenti incomprensioni con la sua ragazza, le hanno dato l' opportunità di vivere due traumi che hanno intaccato le sue credenze su sè stesso e le aspettative che si era creato su come dovessero andare per lei le cose.Il tempo sicuramente aiuta, ma non modifica la dinamica che l' ha condotta fino a qui. Per essere veramente costruttive, le crisi, hanno bisogno di essere sviscerate fino in fondo e guardate chiaramente in faccia senza se e senza ma, con l' aiuto di una guida competente. Rifletta sul fatto che i problemi sono sempre l' esito di un percorso, mai un evento improvviso ed isolato. L' evento è solo un fattore scatenante.

Cari Saluti