Dott.ssa Stefania Pollice

Dott.ssa Stefania Pollice

Psicologo, Psicoterapeuta

Da tre anni vivo autodistruggendomi persa in un dolore insuperabile

Buongiorno, sono una donna di 36 anni, distrutta. Da tre anni vivo autodistruggendomi persa in un dolore insuperabile. Premetto che da giovane adolescente ho vissuto periodi depressivi, senza reali motivi scatenanti ma causati da una bassissima autostima e da una madre che sebbene mi abbia sempre voluto bene e si sia prodigata materialmente per me, per carattere, si è sempre comportata in modo freddo, mai affettuoso, sempre giudicante nei miei confronti. Tre anni fa ho conosciuto un uomo, 41 anni mai sposato e che, ho saputo dopo, ha sempre lasciato le ragazze con cui è stato per un motivo o per un altro, uomo che ha conosciuto suo padre solo a 30 anni quando si è deciso a cercarlo per affrontare il dolore dell'assenza vissuta,mi raccontava che ha sempre avuto paura di amare. Inizialmente fui indifferente a lui, ma dopo un lungo corteggiamento mi sono lasciata andare e mi sono perdutamente innamorata, convinta che dopo anni di delusioni e dolori fosse quello giusto, la mia possibilità di essere felice. Lui nonostante fosse molto preso ha sempre fatto fatica a lasciarsi andare completamente, mi dimostrava più con lo sguardo che con le parole e io l'ho sempre spronato a lasciarsi andare perchè di me si poteva fidare. Due mesi dopo l'inizio della nostra relazione rimasi incinta. Fui scioccata da questa notizia, non la ressi, era troppo presto, ci stavamo conoscendo, non avrei mai accettato che lui rimanesse con me per il bambino e non perchè fosse convinto di amarmi. Decisi di non tenerlo nonostante un suo timido tentativo di tenerlo, lui si è comunque mostrato in accordo con la scelta presa. Pensavo che avremmo avuto tempo, dopo aver consolidato il rapporto, di poter avere la famiglia che desideravo. Purtroppo da allora e per pochi mesi ancora, il nostro rapporto è andato deteriorandosi, io ho cercato di superare quella scelta dolorosa fatta attaccandomi a lui sempre più e amandolo in modo viscerale, lui si è sempre piú allontanato, sentendosi braccato, costretto a scelte di convivenza che a me parevano naturali stante l'amore vissuto che io consideravo reciproco. Decise quindi dopo circa 5 mesi dal malaugurato aborto di lasciarmi e da allora il tormento. Io mi sono sentita mancare la terra sotto i piedi, giá magra persi circa 10 kg in due settimane, nulla aveva più senso, in questi tre anni ci siamo sporadicamente rivisti, sotto mia pressione lui sempre con atteggiamento evitante, mi ha sempre ripetuto che lui non ce la faceva a riprovare, non voleva più lasciarsi andare, che avevamo fatto degli sbagli e dovevamo accettare la fine della storia. Le volte che ci siamo rivisti abbiamo sempre avuto rapporti intimi perchè l'attrazione è sempre stata molto forte e reciproca, dopo mi sentivo peggio di prima se possibile, persa in un pianto inconsolabile.Io dopo tre anni vorrei solo scomparire dal mondo, ho chiuso tutti i rapporti sociali e amicali, non sono mai più stata con un uomo, ho il disgusto al pensiero che altre mani mi tocchino, mani che non sono le sue. Continuo a rimpiangere quel bambino mai nato, magari era la mia chance per essere felice, magari sono stata troppo rigida e avrei dovuto prendere questo evento come episodio casuale della vita ma non per questo sbagliato, ma io devo sempre controllare tutto. Il solo pensiero mi distrugge, sono ansiosa e depressa, vivo sola, mi alzo solo per lavorare, ho un posto di responsabilitá che mi costringere ad assumere una maschera davanti agli altri ed essere forte e invece vorrei solo piangere, morire. Non riesco a liberarmi da questo rifiuto, dalla sua immagine, da quello che provavo con lui, non esiste un futuro per me, non avrò mai una famiglia mia, vorrei solo che tutto finisse, la mia vita inutile finisse, anche se razionalmente capisco che sono una donna di 36 anni ed è un sacrilegio pensare queste cose orribili Ho bisogno di aiuto, sono disperata, la mia famiglia è preoccupatissima per me, in questi tre anni ho provato alcuni percorsi di terapia psicologica ma nessuno mi ha dato beneficio, per favore aiutatemi a rinascere, abito in provincia di Novara, vi chiedo disperatamente di segnalarmi qualche professionista che possa realmente aiutarmi, posso spingermi anche in zone di Gallarate/Varese. Io vorrei solo volermi bene e ritrovare la voglia di vivere

Buongiorno Anna,

la sua lunga lettera mi ha passato un senso di forte disperazione. Quando parla del dolore insuperabile che l’accompagna da tre anni dà l’idea della lacerazione con cui ogni giorno si trova a dover convivere per di più mascherandola agli altri in particolare mi sembra di capire nel mondo del lavoro in cui il suo ruolo le impone di essere prestante piuttosto che sofferente. Chissà quante energie da recuperare come l’acqua in un pozzo per dover fronteggiare il dolore interiore e nel contempo le richieste del mondo??!!Dalla sua storia d’amore finita emerge una doppia perdita e soprattutto la colpevolizzazione che la lega ad essa, una colpa che andrebbe un po’alla volta capita nelle sue radici profonde e nel contempo sgretolata restituendole un altro significato, nuova linfa vitale per la pianta della sua vita. Penso che sia importante conoscersi e darsi risposta ad alcuni interrogativi che la tormentano. Se desidera sono disponibile a fare con lei un pezzo di strada in tal senso. Con la vicinanza di chi l’ha letta.