Dott. Stefano Alberto

Dott. Stefano Alberto

Psicologo, Psicoterapeuta

Ho un disturbo evitante di personalità?

Salve, ho 24 anni e credo di soffrire di Disturbo evitante di personalità. Ho problemi di depressione dall'adolescenza, che non sono mai riuscita a risolvere del tutto per via di un contesto familiare complicato, il quale mi sta causando problemi e, se devo essere obiettiva, peggioramenti da qualche anno a questa parte. L'ho notato quando mi sono iscritta all'Università, dopo 6 mesi di lezione, io non ho stretto amicizia con nessuno, ma neanche semplici dialoghi. Credo che i miei colleghi non sappiano neanche che sono del terzo anno ormai. Faccio moltissima fatica a fidarmi delle persone, ne diffido in continuazione, forse perché ho subito diverse delusioni da persone per me importanti. Quando ero piccola, io e mio fratello venivamo sempre picchiati da mio padre per delle sciocchezze: schiaffi, patte, cinture sul sedere e a volte anche calci...i miei genitori si sono separati, mio padre se ne andò che avevo 13 anni e si rimise con mia madre dopo 5, solo per andarsene qualche mese dopo. Non ha mai pagato gli alimenti a me e mio fratello, senza contare il fatto che non è per nulla una persona affidabile ed ha sempre preferito i propri interessi al bene dei suoi figli, cercandoci solo nei momenti di bisogno. Nonostante questo mia madre non lo ha mai denunciato.Io sono stata fidanzata per 8 anni con un ragazzo che poi ha deciso di punto in bianco di lasciarmi e tradirmi con la mia migliore amica. Vengo spesso picchiata da mio fratello dopo brutti litigi. Nel 2008 hanno cercato di violentarmi, ma fortunatamente me la sono cavata. Ora non voglio più farmi coinvolgere troppo nelle interazioni sociali. Questo però mi sta causando problemi a relazionarmi con le altre persone (sento il desiderio di stringere amicizia, di socializzare, ma poi vengo colta da insicurezza e ansia) e soprattutto col mio nuovo ragazzo (ci frequentiamo da un anno ormai). Sono sempre arrabbiata, negativa, incollerita, acida, diffidente, cattiva, prevenuta, scontrosa, come se fosse un atteggiamento preventivo per far allontanare le persone da me. Sono anche sovrappeso, peso quasi 100 kg, nonostante sia una persona che ha sempre fatto sport. Mio padre non manca mai di farmi a sentire “a mio agio“ e mi bullizza per la mia mole. Il fatto è che io penso che il mio pesa non sia un problema così fondamentale, per lo meno non il principale, mentre la maggior parte delle persone che mi sta attorno dice che soffro di disturbi dell'alimentazione e fame nervosa. Certo, a me piace mangiare e cucinare, magari non mangio come un uccellino, ma neanche come un americanazzo obeso che ha l'abbonamento al fast food. Io mangio sano e le mie analisi del sangue lo dimostrano. Essendo ignorante per quello che riguarda lo studio dei disturbi della personalità, ho cercato su internet (cosa che non si dovrebbe fare, vero, ma sono curiosa!) e sulla pagina di wikipedia ho trovato i sintomi del Distrubo Evitante di Personalità. Io me li sento TUTTI: “Esagerano le difficoltà potenziali, i pericoli fisici o i rischi connessi facendo qualcosa di ordinario, ma al di fuori delle loro routine;“ vero, soprattutto ultimamente non faccio praticamente nulla di nuovo per timore. “Non hanno amici intimi o confidenti o solo uno al di là dei parenti più stretti; evitano attività che implicano un contatto interpersonale significativo;“ ho un solo vero amico del cuore, di cui mi fido ciecamente, gli altri sono solo conoscenti. “Riluttanti a coinvolgersi con la gente a meno di avere la certezza di essere accettati;“ vero anche questo, sono tremendamente prevenuta nei confronti di persone sconosciute e ho sempre il timore di non essere accettata, anche se poi in fondo non me ne frega niente. “Si offendono facilmente davanti a critiche o disapprovazioni;“ VERISSIMO! Sono permalosa all'inverosimile! “Timorosi di imbarazzarsi arrossendo, piangendo o mostrando segni di ansia di fronte ad altre persone;“ vero, mi vergogno di chiedere assistenza o di piangere pubblicamente o di star male, o il timore che non sia mai appropriato. “Reticenti in situazioni sociali a causa di un timore di dire qualcosa di inappropriato o sciocco, o di non essere capaci di rispondere a una domanda;“..paura di fare figuracce, si! “Tendono ad avere un rendimento al di sotto le proprie possibilità e trovano difficile focalizzare l'attenzione sulle attività professionali o sugli hobby.“ vero anche questo, sono una persona abbastanza intelligente e acculturata, ma ho impiegato 7 anni a finire il liceo per colpa di due bocciature. Inoltre coltivo un sacco di hobby...che cambio ogni giorno, come dice mia madre “sono brava in tutto e in niente“. “Evita attività professionali che implicano significativi contatti personali, a causa di timori di critiche, disapprovazioni o rifiuti;“ verissimo, vorrei fare l'eremita infatti! “Mostra ritegno all'interno di relazioni intime a causa del timore di essere deriso o ridicolizzato;“ il problema principale della mia relazione amorosa...non vorrei che finisse a causa della mia freddezza... solo in un contesto intimo e sessuale riesco ad esprimere i miei sentimenti liberamente. “È preoccupato di essere criticato o rifiutato in situazioni sociali;“ vero. “È inibito nelle nuove situazioni interpersonali a causa di sensazioni di inadeguatezza;“ devo ammettere che il non essere alla moda, alta e bella un pochino mi getta nell'insicurezza.. “Vede se stesso come socialmente incapace, non attraente a livello personale o inferiore agli altri;“ concordo.. “Isolamento sociale autoimposto;“ sono io che non voglio uscire e mi sento al sicuro tra le mura di casa. “Estrema timidezza in situazioni sociali, nonostante si senta un grosso desiderio di relazioni intime;“ vorrei tanto riuscire a stringere amicizie. “Sensazioni di inadeguatezza;“ mi sento sempre inadeguata per qualsiasi ruolo io debba svolgere, sia al lavor, che in un gruppo. “Bassa autostima;“ compensata da un po' di sbruffoneria.. “Diffidenza nei confronti degli altri;“ sempre e comunque, mia madre dice “fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio!“ “Avere un'alta consapevolezza di sé;“ in fondo lo so di essere una persona intelligente...anche questo punto ha ragione! “Autocritico circa i propri problemi di relazione con gli altri;“ QUANDO HO LETTO QUESTO PUNTO MI SONO CONVINTA DI AVERE QUESTO DISTURBO! “Problemi nello svolgere alcuni compiti professionali;“ quando lavoravo come segretaria, mi metteva moltissimo a disagio parlare con i clienti, persone sconosciute, dire frasi di circostanza e ecc. “Autopercezione di una vita propria di solitudine;“ se penso alla mia vita mi vedo da sola e in cima ad una montagna nella baita di Heidi..ma senza Heidi e il Nonno. Il cane può restare. “Creazione di un mondo di fantasia.“ quando ho letto questo punto è stata la seconda conferma. Fin da quando sono piccola io scrivo, disegno, sogno ad occhi aperti e crescendo ho imparato a rifugiarmi nella lettura o nei videogame per sfuggire alla realtà... ma mi dicono che è sbagliato. Eppure io nella Terra di Mezzo ci sto così bene! Io sono arrivata a certi punti “critici“...o tragici? Ho impugnato più volte un coltello (e in casa mia ce ne sono tanti, mio padre e mia madre facevano i macellai) e volevo uccidermi. Vengo colta da sbalzi di umore tremendi, che mi gettano dall'euforia al terrore più cupo. Faccio fatica a dormire alla notte, quando spengo la luce i miei problemi tornano ad assillarmi e mi vengono attacchi di panico. Ho provato in tutte le salse a chiedere aiuto ai miei genitori, mio fratello, i miei nonni materni (sono spesso ospite a casa loro per motivi di comodità di movimento) ma nessuno sembra in grado di aiutarmi...e io ho timore a parlare a qualcuno dei miei problemi perché penso sempre che possa non importargliene un fico secco. Il mio messaggio chilometrico è una richiesta di aiuto. Vi prego, io sono al limite e non so più cosa fare. Non voglio ammazzarmi. Non voglio morire. Ma lentamente muoio, giorno dopo giorno.

Buonasera Samantha, chiudersi ed isolarsi dal mondo può essere un tentativo di difendersi ma, come sta sperimentando, purtroppo ha i suoi effetti collaterali. Trovare qualcuno di cui fidarsi è uno dei bisogni fondamentali di ogni essere umano, ma è anche il punto di arrivo di un percorso relazionale che si costruisce in due. Sà, in realtà lo sappiamo fare tutti, perché è una competenza innata. Il problema è che nell'infanzia questa naturale propensione può essere duramente colpita da esperienze negative che la soffocano sotto mille paure, insicurezze e sfiducie. E le cose si complicano ... Però, stia certa, che è sempre possibile riprovare, pian piano, spinti dal coraggio e/o dalla disperazione. In questo momento così buio, sarebbe meglio per lei, avere l'occasione di parlare con una persona competente. Viste le sue difficoltà, infatti, un buon psicoterapeuta saprebbe come incoraggiarla e stimolarla a riattivare le sue risorse sociali innate. Anche dopo un solo primo incontro sono sicuro che lei saprà giudicare se è una persona di cui potrebbe provare a fidarsi o meno ...

Cordiali saluti.