Dott. Tancredi Pascucci

Dott. Tancredi Pascucci

psicologo, psicoterapeuta cognitivo comportamentale

Separazione

Gentili dottori, la mia situazione è davvero molto complessa. Sono sposato da 4 anni con una ragazza splendida, apparentemente senza difetti, molto educata, fedele, di sani principi e di buona famiglia. Lei, 26 anni, di Catania...io 34 anni di Roma. Ci siamo conosciuti per caso, abbiamo iniziato a vederci una volta al mese, abbiamo fatto milioni di sacrifici, passavamo purtroppo pochissimo tempo insieme a causa della distanza. Io avevo avuto altre esperienze, mentre per lei questa è stata la prima esperienza. C'era un bel dialogo, la voglia di stare insieme era tanta, fino a quando abbiamo deciso di parlare con la sua famiglia e avevamo pensato di andare a convivere. Lei si sarebbe trasferita a Roma. La sua famiglia era contraria e pertanto abbiamo deciso di sposarci. Eravamo molto innamorati e non mi pento di nulla, rifarei tutto sin dal principio. Altro fattore importante è che lei non voleva avere rapporti sessuali prima del matrimonio e nonostante può sembrare assurdo, io ho passato i primi 3 anni di fidanzamento, senza far sesso con lei e senza aver rapporti sessuali con altre donne. Il sesso è stato vissuto da lei sempre con un certo distacco, probabilmente anche io non sono stato in grado di spronarla su questo lato. Ogni volta c'era qualche problema, c'era imbarazzo e spesso, anche da sposati passava molto tempo prima di riuscire ad avere un rapporto. L'intimità mi è sempre mancata, ma non ho mai pensato di colmare questo problema con un'altra donna. Col tempo oltre all'intimità, sono venuti a mancare anche quel dialogo, quella complicità che serve all'interno di una relazione. Trascorrevamo le giornate in modo stagnante, senza troppe pretese, senza obiettivi e/o progetti. Neanche litigate. Non abbiamo mai davvero litigato. Sembravamo degli ottimi amici anziché una coppia. All'improvviso, 8 mesi fa, per pura casualità, ho conosciuto un'altra donna. Non so spiegarmi il motivo, ma abbiamo iniziato a messaggiare, parlando dei nostri reciproci problemi di coppia. Anch'ella con un compagno e 2 meravigliosi bambini piccoli. Passavamo sempre più tempo a confidarci, tanto non ci conoscevamo e quindi pensavamo che parlare dei nostri problemi, non avrebbe danneggiato le nostre relazioni, ma bensì avremmo potuto prendere i consigli e cercare di applicarli per far si che le cose potessero migliorare all'interno delle vicendevoli relazioni. Ci siamo innamorati. Senza rendersene conto, ci siamo trovati intrappolati in una specie di sabbie mobili. Abbiamo tradito in nostri compagni. Presi dal rimorso e sapendo che stavamo sbagliando abbiamo deciso di non sentirci e di non vederci più. Passò un mese, poi non ce l'abbiamo fatta e ci siamo sentiti nuovamente. Da lì, è stato ancora peggio. Siamo partiti a 1000 km/h, non riuscivamo a star distanti, non riuscivamo non pensarci. Abbiamo iniziato una vera e propria relazione extraconiugale. C'è passione, affetto, impegno, comunicazione, complicità. Sembra come se ci conoscessimo da sempre. Bastava uno sguardo, un gesto per capirci alla perfezione. Amiamo le stesse cose, condividiamo hobby, pensieri e molto altro. Finalmente dopo tanto tempo ho riscoperto anche il "piacere" di litigare, di discutere. C'è una strana forza che ci tiene legati e non riusciamo a capire quale. Abbiamo affrontato il discorso anche con i nostri rispettivi amici e tutti ci hanno consigliato di lasciar perdere, perchè sarebbe un casino distruggere le nostre relazioni ed iniziarne un'altra con una persona che conosciamo da poco. Inoltre, come detto precedentemente, lei ha due bambini molto piccoli di 4 e 2 anni. Tutti ci consigliano, molto responsabilmente, di non stravolgere le nostre vite, ci saranno da affrontare problemi, affidamento, diritti di visita, mantenimento...etcc..senza considerare tutte le impressioni che potremmo dare ad amici e parenti. Abbiamo riflettuto, ne abbiamo parlato più e più volte. Non riusciamo più a vivere con i nostri rispettivi compagni, non c'è volontà di salvare "il salvabile" e di certo, fingere ci fa sentire come chiusi in una prigione. Mille volte abbiamo detto: "ma si, facciamolo, viviamoci..andiamo a vivere insieme! Iniziamo questo percorso, sbaglieremo più avanti..ma almeno non avremo rimpianti!" Cosa ci blocca? Forse i casini che dovremo affrontare successivamente..separazioni, avvocati, spese, i bambini..e quant'altro! Spero possiate dare una valutazione oggettiva. Ringraziando per questa opportunità, porgo Cordiali Saluti Piero

Non è una questione morale, nè di responsabilità verso i figli, che volendo possono crescere male sia all'interno di un matrimonio infelice che in corso di rottura ufficiale. Il suo è un problema di dipendenza affettiva, che ha avuto sia con la prima che con la donna attuale, dove ha messo da parte i propri desideri pur di non perdere l'altro. Aggiungiamo la non accettazione della fine della prima fase di innamoramento, che finisce per ragioni fisiologiche in tutte le coppie, solo che quelle che reggono ne accettano la fine creando qualcosa di nuovo