Dott. Valerio Rubino

Dott. Valerio Rubino

psicologo, psicoterapeuta, sessuologa, emdr

Pensavo fosse un problema fisico ed invece era panico

I sintomi dell’attacco di panico si manifestano principalmente attraverso il corpo, per tale motivo la persona che ne soffre, spesso, si convince di avere un problema fisico e non mentale, come ad esempio un attacco cardiaco. Solo dopo i dovuti accertamenti al Pronto Soccorso chi soffre di Attacchi di Panico si tranquillizza, ma solo momentaneamente, poiché questo primo attacco di panico spesso genera la preoccupazione che si possa ripetere, e questa preoccupazione può favorire l’insorgenza di nuovi attacchi di panico. Si viene spesso quindi ad instaurare un vero e proprio circolo vizioso. Ciò comporta a volte l’inizio di un lunghissimo iter, fatto di visite specialistiche, presso cardiologi e neurologi alla ricerca anche di un minimo segno di patologia organica. Inoltre anche il personale del Pronto Soccorso è spesso impreparato ad effettuare una corretta diagnosi di Panico. In uno studio recente si è rilevato che negli Stati Uniti solo una persona su quattro, che manifesta un Attacco di Panico, riceve la cura di cui necessita.

La lettura di questo articolo permette di riconoscere le caratteristiche principali di una attacco di panico, in modo da permettere la prima auto-diagnosi necessaria per capire se si ha bisogno dell’intervento di uno psicoterapeuta.

 

Come riconoscere un attacco di panico

La caratteristica essenziale di un Attacco di Panico è l’esperienza di un periodo di paura o disagio intensi in assenza di un vero pericolo. Ha un inizio improvviso, raggiunge rapidamente l’apice in pochi minuti, e si accompagna ad una serie di sintomi corporei e psicologici (che restano generalmente meno chiari e consapevoli).

I sintomi somatici sono caratterizzati da:

  • palpitazioni,
  • sudorazioni,
  • tremori fini o a grandi scosse,
  • sensazioni di dispnea o di soffocamento,
  • sensazione di asfissia,
  • dolore o fastidio al petto,
  • nausea o disturbi addominali,
  • vertigini o sensazione di testa leggera,
  • parestesie,
  • brividi o vampate di calore.

 

I sintomi cognitivi includono:

  • paura di perdere il controllo o di ‘‘impazzire’’,
  • paura di morte imminente,
  • derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (sensazione di essere distaccati da se stessi).

 

Il trattamento cognitivo-comportamentale

Il trattamento cognitivo-comportamentale prevede un protocollo che contiene le seguenti procedure:

  • ricostruzione della manifestazione iniziale e attuale del disturbo;
  • formulazione di un contratto terapeutico, che contenga, in particolare, obiettivi condivisi da paziente e terapeuta e i loro rispettivi compiti (es. compiti a casa per il paziente);
  • psicoeducazione, che consiste nel fornire al paziente informazioni sul disturbo, in particolare le sue modalità di insorgenza e mantenimento (mediante la ricostruzione del circolo vizioso del panico);
  • insegnamento di tecniche per la gestione dei sintomi dell’ansia;
  • individuazione delle interpretazioni erronee (es. pensieri catastrofici) che portano all’attacco di panico e messa in discussione di tali interpretazioni;
  • esposizione graduale alle sensazioni e agli stimoli temuti ed evitati;
  • prevenzione delle ricadute.

 

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