Dott.ssa Veronica Cardinale

Dott.ssa Veronica Cardinale

psicologo clinica, psicologo perinatale

Come gestire la rabbia che ho nei confronti del mio compagno?

Ho appena partorito il nostro bambino, circa 1 mese fa, praticamente la mia vita è cambiata a 180°, sono tutto il giorno da sola curando nostro figlio, dormo poco, sto allattando e fa male, non riesco a fare quasi nulla a casa, non vado più al lavoro, ecc Invece il mio compagno, nelle prime 2 settimane dopo il parto ha cambiato ben poco, arrivava sempre tardi alla sera, gli chiedevo di fare una cosa se la dimenticava, ecc In prima battuta ho capito che era impegnato e sottopressione per una consegna che aveva, ecc però fatta quella fa fatica ad prendere un altro ritmo, e tutto questo mi fa veramente rabbia, perché praticamente sto facendo tutto io e lui fa pure fatica ad adeguarsi. Mi sono espressa così per enfatizzare l'origine del fastidio che sento e della rabbia. Ed in più a questo si aggiunge anche il fatto che con sua mamma non ho mai avuto un rapporto di amicizia ma uno formale. Spesso è capitato che sua madre mi trattava con un tipo di indifferenza camuffata. Faccio un esempio così si capisce un po' di più. L'anno scorso gli ha fatto gli auguri di compleanno su whatsapp, e pensavo che avrebbe detto grazie per formalità ed educazione, invece no, scena muta, due giorni dopo gli ho chiesto se tutto andava bene e mi ha detto che è impegnata con il lavoro, visto ciò ho lasciato stare e mi sono fatta gli affari miei. Lei fa molto spesso così, invece adesso che è nonna x il nostro bambino e tutta gentile (evidentemente x i suoi interessi)... Ma questa sua subita gentilezza per me è molto invadente perche ogni giorno si impiccia, e tutto questo mi fa rabbia, anche perché il mio compagno non sta mettendo limiti a sua madre e per me è troppo. Io non riesco a fare finta che le cose vadano bene, me lo leggi sul viso se c'è qualcosa che non va.

Buongiorno,

i primi mesi dopo il parto sono sicuramente quelli emotivamente e fisicamente più impegnativi.
Il tempo scorre veloce tra le cose da fare lasciando ben poco spazio ad altro. Le giornate sembrano sempre uguali e il confronto con chi le sta intorno non è semplice, sia per l'assenza fisica dovuta al lavoro che per la distanza emotiva che inevitabilmente si crea.

Il consiglio è parlare in maniera aperta con il suo compagno, createvi un momento di dialogo vero all'interno del quale lei possa raccontargli tutto quello che prova.
Prendetevi del tempo per approfondire quanto sta accadendo portando il confronto non sul piano di "accusa", ma su quello che lei prova, lei sente, lei vive.

Comprenda quelle che sono le sue aspettative, cosa desidererebbe e come queste si possano rendere nella vita reale (tempi, gestione routine, gestione spazi, lavoro, ecc).
Faccia una valutazione oggettiva su quello che si può o non si può fare per cambiare questa situazione.

L'unico modo che ha per affrontare la situazione è accettare ciò che prova, rendersi conto di quali sono le sue aspettative e poi parlarne.

Quando avrà fatto questa analisi, parli con il suo compagno, non lo "attacchi al rientro a casa la sera" con un fiume di parole, piuttosto gli dica che ha bisogno di un momento di confronto con lui, gli chieda di proporre lui un momento in cui "è pronto" così da fargli capire che è un confronto e non uno scontro.


Con il suo compagno dovrete affrontare questo periodo insieme e per poterlo fare bisogna essere sinceri l'uno con l'altro il più possibile, anche in merito a sua suocera.


Le auguro che la situazione possa davvero migliorare e se avesse bisogno chieda ancora aiuto a chi si occupa di genitorialità, alzare la mano è il primo gesto coraggioso e consapevole di amore verso se stessi.