Intelligenza emotiva: a cosa serve?

La consapevolezza emotiva è accettare ciò che proviamo, l'accettazione è il primo passo.

A volte abbiamo emozioni che sono difficili da ammettere a noi stessi. Il primo passo verso la consapevolezza è proprio accettare che alcune emozioni fanno parte di noi: paura, ansia, vergogna, invidia...

Ci sono persone che decidono di escludere alcune emozioni dalla loro vita: "non mi arrabbio mai". Non è possibile non provare emozioni e non è utile per il meccanismo psichico allontanare le emozioni o alcune di esse. L'insieme di emozioni, anche quelle più sgradevoli, fa parte di noi, aiuta l'uomo. Anche l'invidia, così mal giudicata, serve, include l'ammirazione e ci motiva all'emulazione, ci attiva a migliorarci perchè vogliamo somigliare all'oggetto della nostra invidia. L'ansia, a sua volta, ci spinge all'azione, se sono ansioso per un esame cercherò di studiare di più per attenuarla.

Le emozioni comportano modificazioni fisiologiche, le sentiamo nel corpo, esse rivestono una funzione relazionale (comunicazione agli altri delle proprie reazioni psicofisiologiche) e una funzione autoregolativa (comprensione delle proprie modificazioni psicofisiologiche); comportano modificazioni del comportamento, del tono di voce, dello sguardo, nel colorito.

Studi recenti dimostrano come le emozioni negative influiscano sul sistema immunitario in modo negativo, causando problemi di salute (Howard Friedman e Boothby-Kewley).

Negli ultimi decenni in molti studi psicologici si parla di intelligenza emotiva: capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni. Comprendere le emozioni proprie e altrui è un meccanismo funzionale, migliora la capacità di adattamento all'ambiente, ci permette di raggiungere obiettivi, ci consente di controllare i nostri stati d'animo e di motivarci.

Citando Goleman: "in ogni interazione inviamo segnali emozionali che influenzano le persone con le quali ci troviamo; quanto più siamo socialmente abili, tanto meglio riusciamo a controllare i segnali che emettiamo".

La consapevolezza emotiva è l'elemento chiave per maturare una vita sociale fondata sullo scambio empatico, ossia la capacità di dare valore e sentire le emozioni dell'altro.

Essa può essere stimolata, educata, insegnata e promossa attraverso l'apprendimento emotivo. Possiamo favorire nei bambini lo sviluppo delle risposte empatiche, facendoli immedesimare negli altri, insegnandogli a percepire il mondo con gli occhi di chi ci sta di fronte. Ma ciò è possibile se sviluppiamo prima noi un buon rapporto empatico con gli altri, un buon livello di intelligenza emotiva, solo allora saremo in grado di insegnare agli altri ad usare e riconoscere le emozioni. Più sono cosciente di ciò che provo, più mi ascolto, più mi avvicino a comprendere le emozioni altrui e apprendo modalità relazionali empatiche.

L'apprendimento emotivo, appunto, va considerato come un processo globale che incorpora anche le emozioni positive o negative che proviamo anche inconsapevolmente. In ogni processo di apprendimento bisogna necessariamente, quindi, dare importante valore all'aspetto emotivo, il fattore emozionale deve diventare parte integrante dei processi di apprendimento.

Mettiamoci in ascolto attivo, ascoltiamo le nostre e altrui emozioni.

 

 

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