Dott.ssa Cinzia Paolucci

Sono Cinzia Paolucci, Psicologa Clinica e di Comunità e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico.
Dal 2011 svolgo la libera professione, offrendo percorsi individuali per affrontare il disagio psicologico e promuovere un cambiamento autentico e profondo.

Il mio incontro con la psicoanalisi lacaniana è avvenuto durante il percorso per diventare educatrice professionale. Un incontro fortunato e decisivo, che ha guidato — e continua a guidare — le mie scelte formative e professionali.

Mi sono laureata in Psicologia Clinica e di Comunità presso l’Università di Bologna (sede di Cesena), e mi sono specializzata in psicoterapia presso l’Istituto Freudiano di Roma.

Nel corso degli anni ho lavorato in diversi contesti del sociale:

• comunità psichiatriche per giovani adulti
• comunità per adolescenti
• ambiti legati alla disabilità
• centri per i disturbi del comportamento alimentare

Attualmente, oltre alla libera professione, sono una docente di sostegno nella scuola dell’infanzia, esperienza che arricchisce ulteriormente la mia sensibilità clinica, aprendo la mia curiosità anche sul mondo dei bambini.

Il mio percorso personale di analisi è iniziato nel 2002 con un’analista della scuola lacaniana, e prosegue ancora oggi con un secondo analista di formazione freudiana-lacaniana.
Proseguo il mio lavoro di formazione attraverso supervisioni cliniche costanti, anche con l’utilizzo dello psicodramma, secondo l’approccio di Gennie e Paul Lemoine.

Ho ricoperto per molti anni anche incarichi istituzionali nel mio comune di residenza, come assessore, esperienza che ha arricchito la mia comprensione delle dinamiche sociali e relazionali e scolastiche.

Scegliere un percorso di cura ad orientamento psicoanalitico, secondo l’insegnamento di Freud e Lacan, significa scommettere sul potere della parola come promotrice di un reale cambiamento.

Attraverso l'ascolto attento e singolare del terapeuta si può arrivare ad avere una certa indifferenza da ciò che più intimamente ci fa soffrire.

La psicoanalisi conduce ad una certa responsabilità nello scegliere di rettificare e talvolta perfino abbondonare, una volta per tutte, il proprio tormento.

Ci vuole del tempo, certo!

Una psicoterapia orientata all’insegnamento freudiano e lacaniano è prima di tutto un’esperienza soggettiva, che mal si accosta a protocolli di cura standardizzati e prevedibili. 

Un ascolto libero da pregiudizi e preconcetti consente di far emergere la singolarità di ciascuno, uno per uno e ha il merito di rideterminare o talvolta determinare ex novo il proprio nome, ossia la propria singolarità, il proprio modo di affrontare la vita, che spesso il sintomo camuffa. 

Con la psicoanalisi la sedia su cui più o meno comodamente ci accomodiamo, traballa! Ma non si finisce con il sedere a terra, tutt’altro.  

Mi conforta pensare che la mia pratica clinica sia una possibilità, un’occasione per ripartire. 

Ogni storia è unica e irripetibile e ad essa è possibile dare o costruire un nuovo significato, in grado di trasformare la sofferenza ad essa associata. 

Fare un’esperienza in tal senso vuol dire sedersi di fronte al proprio terapeuta e parlare. Parlare ancor prima di pensare.