Dott.ssa Federica Ciocca

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Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista

Crisi di pianto

Salve, sono una mamma di 31 anni. Quest’anno mia figlia che compie 6 anni a dicembre ha iniziato la scuola prima elementare. La prima settimana con difficoltà perché al momento dell’entrata a scuola piangeva e aveva difficoltà a staccarsi. Successivamente non ha mai fatto problemi.
Ora a distanza di un mese dall’inizio appena arriviamo a scuola piange (in modo composto cercando di non farsi vedere dagli altri genitori/bimbi) si attacca a me e ripete “voglio mamma”. Così fa anche a danza a cui andava molto volentieri già L anno prima. Io lavoro come infermiera e tutte le volte che devo andare a lavoro piange, dai nonni, dalle zie, dalla cugina. Piange come una matta e ripete sempre “voglio mamma” poi si calma e si tranquillizza ma per me sta diventando un problema grosso.

Io cerco di sdrammatizzare ma ammetto che questo mi provoca molta ansia. È sempre stata attaccata a me, ma in questo periodo la cosa sta degenerando.
Ripete in continuazione “voglio mamma”. Ho provato anche a parlare: ho chiesto se erano successe situazioni che le hanno creato disagio ma lei mi continua a ripetere di no. La sua motivazione è “voglio mamma”. È veramente stressante per me ma anche e soprattutto per lei.
Quando stiamo a casa mi chiede molte volte soprattutto il pomeriggio se devo lavorare di notte. Se sto a cada e quel giorno sono di riposo si tranquillizza. Invece se le dico che la sera dovrò andare a lavoro inizia già a piangere e a disperarsi.

Che devo fare? A scuola è ovvio che deve andarci, ma a danza? Devo insistere? Devo continuare a portarcela? Sbaglio qualcosa io? Mi sento una mamma inadeguata.

Buonasera gentile Sara,

dalla descrizione si sente la sua profonda vicinanza verso la figlia. Allo stesso tempo anche la sua “preoccupazione - paura” riferita a questo momento difficile che state vivendo (come singole persone, come madre e figlia).

La separazione tra lei e la bimba fino agli scorsi mesi come avveniva? È mai capitato in passato che la bimba piangesse o non volesse stare “senza” la mamma?

Essendo lei un’infermiera, a causa del Covid-19, i suoi orari lavorativi e turni di riposo hanno subito modifiche rispetto alla solita routine? Se la risposta dovesse essere positiva, come ha spiegato il periodo “momentaneamente inconsueto”? Come avveniva il vostro “saluto” al rientro dal lavoro?

Nella vostra storia di vita è mai capitato un allontanamento improvviso e prolungato?

L’ansia da separazione è presente solo verso di lei o anche verso il padre? Cosa succede al suo ricongiungimento? Se non erro, invece, durante la giornata a scuola non sono presenti momenti di pianto o tristezza.

Lei in questo periodo come si mostra di fronte alla bambina al momento della separazione? Potrebbe aver sentito qualche discorso da adulto “magari poco compreso – a causa della tenera età” e dire “non è successo niente” per paura di ferirla o perché non riesce a riformulare la frase udita?

Se già non l’ha fatto, potrebbe provare, nel momento della separazione a mostrarsi vicina ed empatica alla bambina, lasciare un vostro oggetto o comprarlo nei prossimi giorni promettendovi una frase per cui “non vi separerete mai” anche se per alcune ore non sarete nello stesso luogo.

Avete provato insieme a parlare di questa paura? A darne una risposta, provare a trovare una causa ed una possibile soluzione?

Altro consiglio è normalizzare questa emozione con la bambina e farle capire che è normale avere delle paure ma insieme potete “superarle” e capire come ritornare a sorride a 360°. Potrebbe anche portare un esempio di una sua paura durante gli anni dell’infanzia.

Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per valutare un intervento genitoriale dove poter riformulare la problematica, ricevere aiuto per come aiutare la bambina a tollerare la separazione, capire anche il vostro stato della mente (pensieri, emozioni, ecc.) presenti prima e durante la separazione.

I bambini sono molto empatici e “captano” gli stati d’animo (ansia, paura, felicità, agitazione, ecc.) dei propri genitori.

Non se ne faccia una colpa. Lei è già stata molto attenta alla difficoltà e vicina a sua figlia; ha iniziato a porsi domande, a riflettere sulla situazione ed a trovare possibili soluzioni al vostro problema.

Le auguro di ritrovare presto un vostro equilibrio non solo in famiglia ma anche durante la separazione.

Resto disponibile per eventuali altre richieste o informazioni.

Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa e psicoterapeuta

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