Dott.ssa Federica Ciocca

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Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista

il mio "handicap"

Sono Maria e ho 19 anni.
Vivo costantemente nella paura di essere abbandonata. Una decina di anni fa ho perso una delle persone più importanti della mia vita, mia zia, e non mi sono mai ripresa del tutto; ogni giorno affiorano i ricordi e cerco invano di reprimerli.
E per di più vivo nel senso di colpa di non averle mai mostrato veramente quanto ci tenessi a lei. L'ultima cosa che le ho detto prima che morisse è stata un insulto.
Tale perdita ha influenzato pesantemente la mia personalità e le mie relazioni sociali; prima ero una ragazzina molto vivace, socievole, spigliata, non avevo alcun problema a fare amicizia con le persone; mentre ora non ci riesco più.
Ho degli amici, se così si possono definire. Anzi convinco me stessa di avere degli amici, ma in realtà sono e sarò sempre sola nella mia bolla, nella mia zona di comfort. Con alcuni riesco a mostrare leggermente briciole di una vecchia me, con altri fingo di essere un'altra persona oppure mi comporto da persona normale quando invece dentro ho tantissima rabbia e dolore repressi che dovrei invece esternare per stare meglio con me stessa. Tendo sempre ad allontanare gli amici a cui tengo di più perchè so che senza di me staranno meglio. Non a caso mia madre mi ha più volte detto "per il tuo carattere schifoso non avrai mai un vero amico, un migliore amico (parola che io non oso neanche pronunciare)". Con la mia famiglia ho a tratti un bel rapporto. La maggior parte delle volte li tratto consapevolmente male non so per quale motivo. Forse l'unico membro della mia famiglia con cui mi trovo assai bene è mia sorella chissà perchè, forse perchè entrambe eravamo molto legate a mia zia e quindi, avendo provato gli stessi sentimenti, ci proteggiamo l'un l'altra.
Fatto sta che vorrei capire perchè sono cosi, perchè non riesco ad andare avanti...vorrei solo fuggire lontano e dimenticare ogni cosa, lasciare tutti i problemi alle spalle e rinascere proprio come una dannata fenice.
E per finire molte volte mi sento come Mersault, il personaggio de "Lo straniero" di Albert Camus, perchè ho il difetto/capacità di fregarmene di qualsiasi cosa, anche di qualcosa di molto grave.
Devo continuare a ignorare tutto e tutti, soprattutto il dolore, o riaprire lo scrigno del mio cuore?

Gentile Maria,

Immagino che vivere un lutto così giovane possa essere difficile superarlo in modo sereno e non tornare ogni tanto col pensiero all’evento. Ne avete parlato in famiglia? Lei ha partecipato ai funerali? Come ha reagito nell’immediato e dopo lei e la sua famiglia? Quale tipo di dialogo è presente (aperto, chiuso, con timidezza, ecc.)?

Non si incolpi di questo suo atteggiamento descritto (l’insulto) da come ne parla presumo proprio che la zia in realtà sapesse quanto lei ci teneva e quanto bene vi volevate. Talvolta si fanno e dicono cose che non si pensano e da esseri umani la quotidianità spesso ci mette di fronte a questa dura realtà ed a questi comportamenti. Se la cosa la ha fatta soffrire e la sta facendo soffrire tutt’ora, può imparare da questo evento e valutare i suoi comportamenti futuri ma senza incolparsi e giudicarsi. A tutti è capitato di non mostrare sempre il proprio lato del carattere migliore ma chi ci conosce sa quale pietra preziosa si nasconde dentro ognuno di noi.

10 anni sono tanti e se non riesce a dimenticarlo, ad accettarlo e a ricordare sì l’evento ma anche con una sfumatura “positiva” per esempio riferita ai vostri vissuti, le consiglio di intraprendere un percorso personale di psicoterapia volto alla rielaborazione del lutto, ad una conoscenza più approfondita di se stessa e riferita anche a cosa si cela dietro questo evento negativo. Come mai non riesce voltare pagina ed a ricordare l'evento? Cosa si è rotto in me? (Sono solo alcune domande che potrebbe rispondere durante un possibile percorso).

Conoscendosi meglio, osservandosi da una nuova prospettiva, riscoprendo le proprie risorse interne, imparando a lasciar andare questa malinconia, senso di colpa e sofferenza potrebbe non “obbligarsi più” a “ignorare tutto e tutti, soprattutto il dolore,” ma potrebbe “riaprire lo scrigno del suo cuore”.

Resto disponibile per informazioni, domande aggiuntive, consulenza online o se volesse rispondere in privato alle domande poste.

Le auguro di trovare presto la serenità e la spensieratezza che si merita.

Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa e psicoterapeuta

Ricevo a Torino, provincia (Collegno) e online

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