Dott.ssa Federica Ciocca

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Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista

Sembriamo un nucleo monogenitoriale, il padre non partecipa

Buonasera, cerco di raccontare brevemente la situazione
Viviamo insieme da 7 anni, con due bambini: 3 anni e quasi 5 anni.
Dalla nascita del primo figlio i rapporti sono andati deteriorandosi: non voleva occuparsene in alcun modo, ma all’inizio dava la colpa alla cardiopatia del bimbo e quindi, secondo lui, ad un’eccessiva fragilità che dovevo gestire io (visite, ricoveri ed intervento compreso)
Dopo qualche mese di tregua emotiva desideriamo fortemente un secondo figlio e, seppur rimanendo freddo con noi “partecipa” alla gestione e cura della famiglia
Con l’inizio della pandemia, però, pur potendo prendere il congedo parentale si rifiuta di accudire i bambini, motivo per cui (con nido e scuola materna chiusa) mi trovo nella condizione di non poter lavorare per diversi mesi (ma fortunatamente essendo autonoma sono riuscita a riprendere almeno solo la mattina non appena hanno riattivato i servizi per l’infanzia)
Da lì la relazione con me e i bambini inizia a precipitare: non gioca con loro, li allontana, mi lascia il carico di gestire nell’interezza le loro attività, le visite del grande, le spese (abbiamo conti separati), la casa, ribandendo più volte che viveva meglio quando non c’eravamo.
Ha sempre rifiutato l’idea della terapia di coppia, pur notando lui stesso che anch’io inizio ad allontanarmi.
Mentre per il lavoro (quando la scuola è chiusa) e la spesa riesco ad organizzarmi grazie ai miei genitori che badano a loro come se fossero dei figli, mi trovo in difficoltà nel gestire le emozioni dei bambini nei confronti del papà
Prima, forse complice il fatto che fossero più piccoli, non ci facevano caso, ora invece spesso non interagiscono più con il papà anche se tento di organizzare qualcosa insieme, e quando siamo soli mi dicono che è “un monello” perché non sta con loro e passa il tempo con la PlayStation o dormendo.
Io inizio a sentire il peso di questa insofferenza e del carico del gestire una famiglia da sola, tanto da star valutando seriamente di chiedere la separazione, ma non so come spiegare loro questa situazione
I bambini sono sempre solari e ben disposti quando propongo (o le maestre propongono a scuola) giochi, attività o anche solo un momento di coccole, ma quando fanno giochi di ruolo tra loro ignorano la figura del papà, oppure quando verbalizzano le loro emozioni mi dicono che sono arrabbiati con lui.
Come spiegare perché il papà non gioca con loro o non li abbraccia, senza ferirli?
Sono intimorita a chiedere la separazione perché da una parte temo che lui semplicemente sparisca, e dall’altra temo che la loro rabbia nei confronti del padre possa inficiarne uno sviluppo sereno se non so come “incanalarla” in modo costruttivo.

Gentile Federica,

Come ha provato ad avvicinare suo marito alla terapia di coppia? Chiedo per capire anche se ci siano delle possibilità alternative qualora lei ne fosse ancora interessata.

Per quanto riguarda i suoi figli, stanno diventando “grandi” e iniziano a “percepire” e “sentire” la mancanza di affetto o il rifiuto di fronte alle loro richieste.

Ai bambini, anche se piccoli, è bene sempre spiegare e dialogare con loro:

- Potrebbe usare delle metafore.

- Leggere dei libri per bambini insieme (eventualmente per spiegare la sua separazione).

- Star loro vicino e magari prendersi anche qualche giorno di “ferie” e passare almeno le prime giornate insieme.

- Dare motivazioni comprensibili per l’età senza entrare nei giudizi o nelle critiche.

- Osservare le possibili reazioni immediate (rabbia, tristezza?) ma anche gioia per capire se sia “sentita” o se si stia cercando (per il bimbo di 5 anni) di non mostrarle. Col figlio di circa 3 anni, invece, non comprendendo ancora a livello cognitivo il significato di “separazione” basta che lei gli stia vicino come già sta facendo.

- Essendo comunque molto piccoli sarebbe “preferibile” che ogni tanto proviate a fare delle uscite ancora in 4 per “far vivere” il nucleo ma non è obbligatorio, dipende anche il volere dei bimbi (dato che lei cita che gli stessi dicono e riferiscono di essere arrabbiati).

- E’ bene, inoltre, porre attenzione al vissuto emotivo della mamma perché i bimbi “sentono e percepiscono” il benessere ed il malessere dei genitori.

- Col bimbo di 5 anni consiglierei infine di porre attenzione alla riformulazione di questo possibile evento per non arrivare mai alla sua “colpevolizzazione” o di pensare che il “papà ce l’abbia con lui per qualcosa di detto o fatto nel tempo”, ecc.

Ovviamente, però, se lei sente il desiderio della separazione è consigliabile valutare la decisione. Se lei torna la mamma, la donna e la lavoratrice “felice” anche il suo umore, la sua presenza e l’affetto potrebbero “cambiare” e migliorare.

Le consiglio qualora lei si sentisse confusa o se volesse avere maggiore supporto di rivolgersi ad un professionista di sua fiducia per essere accompagnata in queste possibili sue decisioni o per l’educazione dei figli.

Resto disponibile se avesse aggiuntive richieste, volesse informazioni o se fosse interessata a una consulenza online.

Cordialmente

Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa e psicoterapeuta

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Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista - Torino

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