Dott.ssa Federica Ciocca

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Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista

Forte ansia che mi impedisce di uscire con i ragazzi

Salve, sono una ragazza di 30 anni e non sono mai stata con un ragazzo. Sono una persona timida e riservata e col tempo ho anche sviluppato quella che credo si chiami fobia sociale. Il problema che vorrei porre alla vostra attenzione riguarda la mia incapacità di relazionarmi con il sesso opposto. Ogni volta che un ragazzo si mostra interessato a me, vengo assalita da una forte ansia che si manifesta principalmente in vomiti, non riesco a mangiare ne a dormire. Le poche volte in cui mi sono imposta di uscire con dei ragazzi ho affrontato l’appuntamento con un visibile disagio, risultando fredda e distaccata, incapace di parlare serenamente e desiderosa soltanto di tornare a casa. Ogni appuntamento è stato anticipato da molti vomiti e digiuni. Lo stato d’ansia sparisce soltanto quando riesco a “liberarmi” del ragazzo e questo a prescindere dal fatto che lo trovi interessante, per me è NO in partenza, però poi, quando ci penso a mente fredda, in genere mi dispiaccio per l'occasione sprecata. Se questa cosa mi creava disagio prima, con l’andar avanti del tempo peggiora, mi rendo conto che alla mia età è strano non aver avuto esperienze e sono terrorizzata dal dover dare risposte in merito e credo che dire una cosa del genere a un ragazzo lo farebbe scappare a gambe levate. Non so come fare, questa cosa mi fa sentire piccola, come se non stessi crescendo. E in effetti non sto crescendo, perché mi manca una parte importante della crescita di una persona. Sono ferma alle stesse ansie di quando ero una ragazzina. Ho pensato che possa c'entrare anche l’educazione ricevuta, infatti, sebbene io non ritenga di aver ricevuto una educazione particolarmente rigida, i "fidanzamenti" tra ragazzini non sono mai stati visti di buon occhio, specialmente da mio padre, il quale ha sempre ritenuto che queste fossero cose da grandi. Il tema dell’amore e della sessualità sono sempre stati ampiamente evitati. Però, ammesso che sia stata influenzata da questo tipo di convinzioni sentite in famiglia, mi chiedo perché questo rimanga così prepotentemente nella mia vita. Nel senso ,ci sono anche altri insegnamenti che crescendo ho "ridimensionato" e da cui nel tempo mi sono discostata senza alcun problema, eppure, questo, a livello di inconscio, rimane. Spero che quanto scritto sia chiaro e non troppo confusionario. Confido nei vostri consigli, grazie.

Gentile Nana,
le nostre esperienze di vita, il tipo di educazione ricevuto e il modo con cui i genitori ci hanno cresciuto, educato, insegnato e "mostrato" possono influenzano le nostre scelte presenti e future (spesso questo passaggio avviene in modo inconsapevole).

Da come scrive lei, per di più in modo particolarmente comprensibile, sembrerebbe utile valutare un lavoro su se stessa, di psicoterapia individuale, luogo coperto da segreto professionale, senza giudizio e neutro, per capire bene l'origine del problema e della paura, valutare se accade solo con il sesso maschile o se in modo minore anche con altre persone o in contesti specifici per esempio quando si sente giudicata o se c'è una votazione o qualcuno di più grande, per poter riosservare anche l'educazione ricevuta, ecc.

Questo breve percorso potrebbe essere anche utile per sentirsi accolta nella sua sofferenza, aiutata a risolverla, a trovare le sue strategie e risorse personali e per tornare a vivere a 360°.

Le propongo, inoltre, la lettura di un mio breve articolo per conoscere alcune modalità che si potrebbero mettere in atto: https://www.psicoterapiacioccatorino.it/aumentare-la-propria-autostima/

Resto disponibile per informazioni, domande aggiuntive e/o eventuale consulenza online.

Le auguro di trovare presto una soluzione al suo problema.

Cordialmente

Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa e psicoterapeuta

Ricevo a Torino, provincia (Collegno) e online

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