Dott.ssa Federica Ciocca

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Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista

Come si supera una molestia?

Ciao, mi chiamo Emma ho 16 anni.
Devo iniziare col raccontarvi la storia.
Circa 8 mesi fa credo di aver subito una molestia. Dico credo perché non sono certa del fatto che si possa inserire in questa categoria. Ero andata ad una cena di gruppo con amici (eravamo 6 ragazzi, tra cui mia sorella) e a questa festa c'era anche un po' di alcol. Tutti quanti abbiamo bevuto un po', ma io ero ancora sobria o se proprio proprio leggermente brilla.
La serata continua e due ragazzi decidono di andare in un'altra stanza per conto loro, mentre io e mia sorella siamo rimasti con il mio compagno di classe e il suo migliore amico. Questo suo migliore amico aveva una grande cotta per me al tempo e quindi mi portò in un'altra stanza e cominciammo a baciarci. La situazione degenerò quando lui decise di togliersi i pantaloni (per essere chiari, io sono ancora vergine) e le mutande. Io mi tirai subito indietro non volendo fare nulla del genere, lui subito mi prese una mano e me la mise sul suo pene. Decisi di ritirare la mano il più velocemente possibile, cercando di andare alla porta. Lui però si alzò e cominciò a strattonarmi, dicendo che io avrei dovuto fargli una sega (mi scuso per il termine).
Fortunatamente (si fa per dire) mia sorella urlò il mio nome e questo mi diede una possibilità di uscire dalla stanza. Mia sorella in tutto questo tempo era molestata dal mio compagno di classe. E da lì decidemmo di andarcene con l'aiuto di nostro padre che era venuto gentilmente a prenderci qualche minuto dopo.

Allora non mi accorsi di niente e non realizzai la cosa, affatto. Non la realizzai a tal punto da perdonarli qualche giorno dopo. Ma dopo qualche settimana e poi mesi, cominciavo ad avere dei terribili sogni a riguardo. Mi alzavo tutta sudata desiderando di non svegliarmi più o anzi non dormire più. Mi vennero anche dei tic che io ignoravo, per esempio sentivo ancora l'impronta calda del suo pene.
I giorni passarono e poi ebbi l'opportunità di partire per cinque mesi e andare in un luogo estero. Ovviamente dissi di sì e questi mesi furono una liberazione, come se avessi cambiato vita e quello che era successo, fosse solo passato. Solo che prima o poi sarei dovuta tornare.
Quando tornai vidi il mio compagno di classe che mi fece un effetto strano negativo. Ma non realizzai neanche quello. I problemi sorsero di nuovo quando vidi il migliore amico (anche lui viene nella mia stessa scuola). Da lì ebbi attacchi di panico e continui bisogni di tagliare la pelle della mia mano, sperando di non sentire più quel calore. Tornai a sognare gli incubi e di non voler svegliarmi più.
Il problema è questo: io quest'anno mi devo concentrare sulla scuola, soprattutto perché post covid, ma questi miei continui pensieri me lo proibiscono. La cosa peggiore è che mi succedono anche in classe ma io non lo voglio dare a vedere. Quindi il massimo che io possa fare è sfregare la mano contro i miei pantaloni finché la sensazione non lascerà il mio corpo.

Ringrazio in anticipo già chi mi aiuterà e chi avrà letto la mia storia.
Mi scuso anche per eventuali errori grammaticali e ortografici.

Gentile Emma,

Fidati che la storia è talmente forte e ben descritta che onestamente ci siano o meno errori ortografici o grammaticale che non ci ho nemmeno pensato.

La prima cosa che penso leggendo la sua descrizione è: "quanta forza e coraggio". Ne avete mai riparlato lei e sua sorella?

In questo contesto, essendo pubblico, non starei sull'etichetta molestia o meno. Sicuramente però è un evento traumatico, forte e che le ha portato vulnerabilità e instabilità personale. La cosa importante é come la fa stare e da quanto leggo questo ricordo le ha modificato in negativo la sua vita e il suo presente.

Le consiglio pertanto di valutare un percorso di psicoterapia individuale per poter essere ascoltata, aiutata nella riformulazione di questo evento negativo, capire e valutare come superare questo evento negativo e così conoscendosi meglio, ritrovando le sue risorse interne cercare di ripartire e ritrovare la sua spensieratezza e libertà.

Essendo lei minorenne avrà bisogno del consenso informato per gli incontri. Se ai genitori non se la sente non è obbligata a raccontare l'evento può semplicemente dire che sta vivendo un momento pesante, che ha bisogno di trovare una maggiore autostima in sè stessa, ecc. Gli incontri sono coperti infatti da segreto professionale e magari aiutata dal professionista può valutare con il tempo come e se raccontare.

Resto a disposizione per richieste, informazioni, eventuale consulenza o se volesse rispondere in privato alle domande poste.

Cordialmente

Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa e psicoterapeuta 

Ricevo Torino e online 

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