Dott. Marino Donà

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Dott. Marino Donà

psicologo, psicoterapeuta cognitivo comportamentale

Famiglia e figli fuori controllo

Buogiorno,
mi rivolgo a questo forum forse più per sfogarmi che per altro, sono cosciente che la situazione è grave e che peggiora ogni giorno di più e io non ho gli strumenti (soprattutto economici, ma non solo) per riuscire a migliorarla in qualche modo.
Dopo questa premessa cerco di raccontare brevemente la nostra storia:
ho due figli maschi avuti a 13,5 mesi di distanza uno dall'altro. Mio marito quando i bambini avevano 2,5 e 3,5 anni ha avuto un grave incidente sul lavoro con frattura cerebrale, è stato in coma e quando si è svegliato non ha riportato danni evidenti fisici ma gravi danni neuro-psicologici che non sono stati riconosciuti , è tornato a casa dall'ospedale dopo alcuni mesi e sono cominciati grossi problemi di aggressività nei confronti miei e dei bambini ancora piccoli, dopo un anno di liti furiose e continue davanti ai piccoli ho deciso di separarmi, la situazione è migliorata in casa perchè le liti si sono diradate non vivendo più insieme ma la separazione conflittuale (soprattutto per accuse sue infondate nei miei confronti e ricordi non reali di quanto avvenuto dopo l'incidente) continuavano, nessuno ci ha offerto un aiuto neuro-psicologico di alcun tipo e le concomitanti difficoltà economiche dovute allo sconquasso familiare e lavorativo di entrambi non mi hanno permesso di rivolgermi a qualche aiuto privato. Anzi non potevo neppure rivolgermi ad un avvocato per la separazione legale, per i primi anni siamo stati separati solo di fatto e lui ha continuato ad insultarmi davanti ai bambini con insulti pesanti (sia a me che a mia madre), tanto che il figlio grande veniva spesso a casa piangente raccontandoci la cosa e dicendo che lui si era messo a dirgli che non era vero quello che diceva e che la mamma e la nonna non erano così, così se la prendeva a parole anche con lui (per fortuna non picchiandolo).
Io straziata non sapevo che cosa fare e l'unica cosa che sono riuscita a dirgli, sentendomi sempre sola come un cane, di lasciar correre e di lasciarlo dire in modo da non rimetterci anche lui.
Il piccolo più introspettivo ascoltava queste cose e non ribatteva, ogni tanto confermava con noi i racconti del fratello e nulla più.
Tra loro fratelli c'è stato sempre conflitto che il padre ha esacerbato con questi comportamenti e grazie al carattere molto diverso dei miei figli, conflitto che è ancora cresciuto con l'adolescenza.
Dall'inizio della scuola elementare i problemi sono cominciati anche con i bambini, il grande era sempre dimesso e preda di bulletti, il piccolo era oppositivo e aggressivo nei miei confronti e anche nei confronti del padre (meno solo per maggior timore nei suoi confronti) con fughe e liti feroci che ricalcavano quelle avute con il padre.
A scuola il grande non dava problemi di rendimento, il piccolo grossi problemi perchè si rifiutava categoricamente di fare quanto richiesto sia durante le lezioni, verifiche e compiti a casa e non c'era verso di fargli fare nulla o quasi.
Premetto che sono entrambi con un quoziente intellettivo alto, certificato del servizio als che gli ha fatto fare i test per DSA (che non hanno).
Alle medie la situazione è peggiorata a scuola e anche a casa, anche il grande ha cominciato a non fare nulla di nulla, supportato dalla prontezza è riuscito a non farsi bocciare fino alla classe terza, dove è rimasto bocciato una volta, l'anno dopo rischiava di essere bocciato di nuovo perchè non faceva nulla ma l'ho ritirato a marzo, ha fatto l'esame da privatista ed è stato promosso per il rotto della cuffia, a settembre comincerà la prima superiore completamente senza voglia a parte le uscite con gli amici, bestemmie, urli, furti in casa di soldi e oggetti, gli spinelli, le sigarette e le ragazze. Non c'è verso di fargli fare nulla più di questo e di tenerlo in casa, quando gli proibisco di uscire dà in escandescenze e poi scappa, con il padre si comporta in modo un pochino più dimesso ma tanto gli fa fare quello che vuole fregandosene allegramente e dando tutte le colpe a me continuando ad insultarmi sia con loro che davanti a loro.
Ho completamente perso il rispetto dei miei figli anche se quando ci sono problemi mi vengono a cercare perchè sanno che sono l'unica di cui si possono fidare.
Il piccolo è rabbioso, ha scatti d'ira e a scuola non fa assolutamente nulla , tanto che è stato bocciato 3 volte in prima media.
Sempre il piccolo viene seguito da psicologi (tre in 5-6 anni) dalla scuola elementare, nessuno ha mai risolto nulla, anche lui bestemmie, sigarette, insulti furti, opposizione costante e addirittura un mese fa si è arrabbiato con me per un castigo, ha dato un pugno ad un mobile rompendosi una mano.
Il padre mi ha insultato dicendo a lui e a me che la colpa era mia perchè l'avevo fatto arrabbiare e si era rotto la mano dando il pugno al mobile per non darlo a me, mio figlio ha 14 anni.
Dopo questo "incidente" il padre voleva chiamare l'avvocato e i carabinieri contro di me (!) e il figlio gli ha detto che era stato lui stesso un deficiente e di non fare nulla contro di me che non avevo fatto nulla di male, malgrado tutto ha la testa sul collo più il figlio di 14 anni del padre e poi mi ha chiesto scusa (mio figlio) per il proprio comportamento.
Però gli scatti d'ira sono ripresi 8-10 giorni dopo e io sono disperata, non so più cosa fare e ogni volta in casa mia è un inferno continuo, non so più come comportarmi e reagire, piango ogni giorno e medito di suicidarmi perchè non vedo via d'uscita a questa situazione.
La mia non è depressione ma solo esaurimento fisico e psicologico ad un infermo personale che va avanti da 12 anni, questo voglio che sia ben chiaro, ho scelto la categoria "depressione" solo perchè non sapevo che altro scegliere.
Con l'inizio della scuola la situazione presumibilmente peggiorerà ancora, mi sento sempre più male e incapace di uscirne.
Di cose da dire ce ne sarebbero ancora tantissime ma mi fermo qui e spero che si riesca a comprendere qualcosa della situazione che vivo giornalmente, aggiungo solo che ho anche problemi economici quindi rivolgermi ad un aiuto a pagamento mi è impossibile, in più abito in una piccola provincia che offre ben poco.

Gentile signora, aldilà del mio ruolo professionale, sono umanamente molto dispiaciuto della grave situazione familiare in cui si trova.

Comprendo, altresì, che la condizione di difficoltà economica in cui versa non Le consente di intraprendere un percorso terapeutico in uno studio privato.

Pertanto le consiglierei di rivolgersi, quanto prima, al Centro di salute mentale più vicino al Suo luogo di residenza, affinché questo possa prendere in carico le Sue problematiche e darLe il sostegno e aiuto necessari a trovare soluzioni utili per migliorare sensibilmente la complicata situazione familiare.

Le auguro ogni bene.

Cordiali saluti.

domande e risposte

Dott.Marino Donà

psicologo, psicoterapeuta cognitivo comportamentale - Genova

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