Dott. Matteo Radavelli

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Dott. Matteo Radavelli

Psicologo e psicoterapeuta individuale, di coppia e familiare

Tristezza ingiustificata

Buonasera. Ho 21 anni. Cercherò di essere breve, ma purtroppo non prometto nulla...
Premesse: 1. sto avendo problemi con i componenti della mia famiglia, e questo mi porta a sentirmi triste, poco considerata e apprezzata, insignificante e un peso per tutti loro; 2. sono sempre di corsa perché ho ritmi frenetici per via dell'università e le varie attività ad essa collegate; 3. non mi apro e parlo mai del tutto con qualcuno dei miei problemi (anche se alcune persone si offro veramente volentieri di volermi ascoltare) perché penso sempre di poter essere un peso e di disturbare (problema che ho iniziato ad avere dai 13/14 anni, in seguito ad una serie di eventi che sono accaduti).
Andando al problema: ultimamente mi prendono momenti di tristezza incredibili, e divento apatica contro chiunque e non riesco neanche ad essere gentile e scrivere alle persone alle quali voglio bene perché realizzo di non poterle vedere nel momento in cui più avrei bisogno di loro e questo mi genera altra tristezza e vorrei urlare perché non ne posso più e poi piangere fino ad addormentarmi... Cerco sempre di essere positiva, di farmi vedere sorridente, di aiutare gli altri ma dentro di me so che sto solo posticipando il momento di down emotivo che come ogni giorno mi aspetta e in pratica tiro a fine giornata per poter andare a dormire e far finire un'altra giornata, sperando che la successiva sia migliore. Il fatto è che questi momenti accadono tutti senza un apparente motivo e a volte anche durante il giorno, soprattutto se sono da sola: sono nella mia stanza, appunto da sola, e ad un certo punto non sto più bene e poi penso a qualsiasi cosa e questo mi porta a sentirmi peggio... E arrivo anche a dubitare dei rapporti più belli che ho, facendomi castelli di carte che non so se siano reali o solo pieni di fantasie mie, e arrivo a pensare che le persone in realtà stiano vicino a me solo per ottenere qualcosa e che fondamentalmente non gliene freghi nulla di me e chiaramente questo peggiora tutto... Inoltre quando ho questi momenti di picco emotivo, guardare le serie tv che mi hanno fatto sempre ridere non mi aiuta e resto impassibile ad ogni scena..
Per non finire, come dicevo nelle premesse, tra i vari impegni di studio che ho, sono sempre di corsa perché cerco di dare sempre il meglio di me stessa, e ho un ciclo del sonno completamente distrutto: spesso mi capita di andare a dormire direttamente tardi e a volte sto un bel po' a rigirarmi nel letto perché o la mia testa inizia a pensare, magari anche a cose belle, ma che mi tengono comunque impegnata, o perché anche se sento gli occhi bruciare dal sonno, non riesco ad addormentarmi e poi tutte le mattine mi devo alzare presto, quindi è un circolo vizioso (infatti precedente weekend ho avuto l'occasione di dormire senza che venissi disturbata e ho dormito ad oltranza e avrei continuato).
A volte penso quasi che la mia assenza non verrebbe notata da nessuno e che farebbe solo bene alle persone che hanno a che fare con me.
Non so più cosa fare,... ormai più che vivere, mi sembra di sopravvivere...

Buongiorno Martina,

avverto sofferenza dalle sue parole e mi dispiace. Ho un paio di considerazione da proporle. Innanzitutto mi chiedevo se ha parlato o tentato di esprimere queste sensazioni che descrive alla sua famiglia, sia la sensazione di tristezza profonda che descrive, la solitudine, sia rispetto i problemi che ha con loro. In secondo luogo credo potrebbe esserle utile valutare di rivolgersi ad un professionista con cui approfondire questi aspetti che le invalidano le giornate. Qualora non volesse informare la sua famiglia si informi rispetto un Consultorio a Lei vicino in cui potrebbe effettuare un percorso gratuitamente.

Resto a sua disposizione,

Dr. Matteo Radavelli

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