Dott.ssa Paola Liscia

Dott.ssa Paola Liscia

Psicologo, Psicoterapeuta

Mia madre pretende di controllare ogni aspetto della mia vita

Salve a tutti. Mi decido a scrivere circa la mia situazione, in quanto non so davvero più cosa fare! Ho 26 anni, cerco di terminare l'università (fallendo miseramente) e non riesco più a vivere serenamente. Il tutto è dovuto per la maggior parte, credo, ad un comportamento oppressivo di mia madre. Non nascondo che forse con queste mie convinzioni mi sono aiutato nel mio “sfacelo“, ma non posso neanche più pensare di essere sempre e solo io quello che “non sa fare niente“. Vivo in una famiglia che non mi ha mai fatto mancare nulla a livello economico e fino a poco tempo fa lo consideravo un bene. Sia chiaro, questo non vuol dire che navighiamo nell'oro o che sperperiamo soldi in frivolezze, ma che semplicemente possiamo concederci qualche sfizio ogni tanto. Ad oggi però, queste possibilità offertemi mi sembrano sempre più un modo per i miei genitori di compensare qualche mancanza con l'offrirmi mezzi per fare quello che voglio. Un po come se delegassero ai soldi determinati compiti. Il carattere dei miei genitori è spesso rigido, ma a differenza di mio padre che è accomodante in certi ambiti, mia madre è intransigente in ogni cosa. Senza dubbio è una maniaca del controllo. Le cose si fanno unicamente come dice lei, sia che si tratti di spostare una sedia, che di vestire. Il fatto di non fare le cose come dice lei, le provoca malumore e spesso scatti d'ira. Ormai, avendo capito i meccanismi, sono riuscito a ritagliarmi qualche spazio di libertà, ma non riesco a farlo in tutto. Nello studio per esempio mi sento fortemente oppresso. Tutto gira intorno alla mia carriera universitaria, come studio, quando studio, se studio o meno. Ogni volta che si intavola un discorso un minimo critico, magicamente mi ritrovo coinvolto in una discussione sui miei insuccessi universitari. Inoltre mi sento costantemente osservato in quest'ambito. Controlla i miei libri, i miei appunti, gli esercizi che svolgo: tutto al solo fine di capire se vado avanti o meno. Ho espresso varie volte il mio malumore su questo, ma continua imperterrita e lo fa anche se io sono nelle vicinanze, nei momenti in cui mi prendo una pausa. Il tutto è condito da costanti frecciatine sui successi degli altri o sui miei difetti, anche con argomentazioni davvero idiote. L'ultima discussione per esempio si è scatenata perché secondo lei sono troppo “bianco“ e dovrei prendere sole invece che stare rinchiuso a casa davanti al PC o ai videogame, che molti considerano ottusamente “una cosa da bambini“. Non sono libero neanche di decidere come passare il tempo libero che mi ritaglio. Da parte mia questo suo comportamento mi blocca letteralmente. Nel momento i cui la vedo fare i suoi controlli o sono oggetto di qualche frecciatina, non riesco più a fare nulla. Posso anche svegliarmi una mattina con la voglia di assimilare tutto lo scibile umano, ma mi basta un suo gesto o una sua parola mirata a impormi la sua volontà nell'ambito universitario per rendermi totalmente apatico e svogliato. Lo riconosco come un mio enorme limite, ma non riesco a liberarmene. Ho chiesto molte volte a lei di frenare questo suo comportamento a causa dell'effetto che ha su di me, ma ormai viene presa come una scusa e non come una mia reale necessità. Oppure se parlando, mi sembra che lei capisca, comunque bastano pochi giorni per farla tornare all'attacco. Questo mi ha portato a non sentire più mio il percorso di studi che ho scelto, ormai lo vedo per la maggior parte del tempo come un peso enorme che mi schiaccia sempre di più. Ovviamente spesso si contraddice in maniera palese, se un periodo passo più tempo a casa, non esco mai e sono un “drogato“ di videogame, se esco troppo non sto mai a casa. Inoltre è vittima delle sue convinzioni, anche quando sono palesemente sbagliate e rasentano il ridicolo. In conclusione lei pretende di controllare ogni aspetto della mia vita, tranne stranamente la relazione con la mia ragazza che va avanti da 7 anni senza troppi problemi sul fronte materno. Ha da ridire su come mi vesto, come mi taglio i capelli, addirittura su quando e quante volte vado in bagno! In tutto questo mi ritengo un ragazzo normalissimo per la mia età! Sono sempre disponibile con tutti, cerco di essere gentile, mi comporto in maniera consona in praticamente tutte le situazioni. In tutto questo ritengo di dover chiedere aiuto a Voi in due modi. Come posso combattere questa sua costante mania di controllo? E come posso limitare gli effetti che questo suo comportamento ha su di me e che mi crea un blocco totale sul fronte studio? Vi ringrazio anticipatamente per l'aiuto che vorrete darmi e resto disponibile in caso servano chiarimenti.

Salve Giacomo, leggendo con attenzione la sua mail, pensavo, cosa farebbe durante il giorno sua madre se lei non ci fosse. Mi perdoni l'intento paradossale, ma sembra quasi che lei abbia la funzione di riempire la vita di sua madre e che sia rimasto incastrato in questo meccanismo, tanto che la sua mail parla più di sua madre che di lei. Ma i suoi bisogni più autentici quali sono?
Che significa per lei in questa fase delle vita restare bloccato negli studi? Inoltre come mai non parla mai di suo padre? Questi sono solo alcuni dei diversi interrogativi che potrebbe iniziare a porsi per capire coma mai sta in questa fase di stallo. Se da solo non riesce  a capirne il perchè, potrebbe tentare due strade, una più completa che abbraccia anche il problema di sua madre, chiedendo un intervento di psicoterapia familiare che coinvolga tutta la sua famiglia, dove potrebbe essere affrontato apertamente il rapporto con sua madre. 
​L'altro, un intervento di psicoterapia individuale, dove possa pian piano capire cosa le accade e trovare le risorse per sbloccarsi e uscire da questo stato di malessere. Spero di esser stata chiara.

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