Medicina psicosomatica

La nostra società non considera la malattia come espressione né come strumento di crescita né tantomeno come qualcosa di vagamente buono.
È solo un imprevisto antipatico e doloroso, una intrusione nella nostra vita programmata.
Diversamente da questa ottica la malattia è da ritenersi un fatto particolare singolare, che modificando l’equilibrio dell’uomo lo costringe a cambiare le sue condizioni esistenziali, se vuole tornare a stare bene.
Le statistiche sulla salute sono più che altro statistiche sulla malattia; un cittadino medio di 25 anni per intenderci soffre in media di 2 malattie mortali, di 23 gravi, e 178 mediamente gravi o leggere.
I dati non sono buoni perché di fatto la medicina tradizionale non è curativa ma riparativa.
Allora non è la tecnica che va migliorata, ma è la comprensione dell’ essere umano nella sua essenza che va potenziata.
Non si tratta di portare medicamenti miracolosi ma di comprendere il senso profondo della malattia e del disagio e di intervenire usando un linguaggio nuovo, quello degli organi.
Per esempio proviamo a indagare il significato del polmone che rappresenta la funzione di incameramento e scarto dell’aria; sul piano del significato profondo o metaforico rappresenta la comunicazione , la capacità di esprimersi e parlare, il rapporto esterno con l’interno di noi e viceversa.
L’infezione rappresenta il conflitto; la polmonite può rappresentare quindi un conflitto nel campo della comunicazione.
In questa ottica tutte le manifestazioni fisiche hanno a che fare con l’inconscio di noi, metaforicamente espresso dall’organo compromesso.
Varrebbe pertanto la pena di comprendere il significato di questi disagi per migliorare il nostro stato di salute e la qualità della nostra vita.

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