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recensioni dei pazienti

Vincenzo 11/01/2022 paziente verificato

Una persona ed un professionista dotato di grande umanità. Sto vivendo con lui un’esperienza determinante per la mia evoluzione.

Carla 11/01/2022 paziente verificato

Sento di consigliare senza ombra di dubbio il Dr. Giovanni de Gregorio a chiunque sente di avere bisogno di un aiuto/un supporto, sia per problemi legati alla normalità della vita quotidiana che per quelli per cui occorre più delicatezza. Lui è sempre disponibile, gentile e attento (una cosa che trovo per nulla scontata) I suoi consigli non sono mai banali e invadenti ma ti lasciano riflettere a lungo e se non lo capisci subito, lo capirai dopo :). In generale è molto rispettoso dei tempi/modi individuali diversi di ciascuna persona e questa la ritengo una qualità umana molto bella, che favorisce molto la risposta positiva nel paziente.

Antonella 11/01/2022 paziente verificato

Consiglio a tutti il Dr. De Gregorio per la sua professionalità, empatia e disponibilità. Ho iniziato un percorso terapeutico con lui in un momento molto critico (nei primi mesi di vita di mio figlio ) ed il suo supporto è stato fondamentale. La terapia mi sta accompagnando in un percorso di crescita e consapevolezza che sta migliorando la mia qualità di vita.

presentazione

La mente umana è…e resta un mistero! Chi dice di aver compreso tutto s’inganna. Tutte le psicoterapie che operano nell’onestà rappresentano una strada per avvicinarsi alla Verità. 

Il mio approccio clinico è basato sulla Psicosintesi, secondo cui il lavoro essenziale di psicoterapia viene fatto con la parte sana della persona più che con la parte ammalata. 

Il disagio, i sintomi, la patologia, risultano importanti solo in quanto ostacoli allo sviluppo della parte più sana, vera ed essenziale di sé. Essenziale in Psicosintesi è la posizione di Soggetto delle proprie azioni, di colui che sceglie in maniera consapevole e mai automatica. 

Rivoluzionaria è la concezione del proprio “mondo interiore” definita come “animo molteplice”: una realtà vivente fatta di energie più o meno organizzate che lottano tra loro per affermarsi. 

La differenza è che in psicosintesi non si parla di schemi di pensiero astratti o credenze mentali, ma di vere e proprie entità viventi dentro di noi, “energie” che lottano per soddisfare i propri bisogni con modalità tipiche e singolari di espressione. “Personaggetti”, che tecnicamente chiamiamo “sub personalità”, e che si muovono in maniera automatica, abituati come sono a soddisfare i propri bisogni secondo la modalità del “tutto e subito”. Quando emergono sul palcoscenico della coscienza, ci portano, potremmo dire…in uno stato di “trance” da cui veniamo rapiti. Ci fanno cioè pensare, sentire, immaginare, emozionare, desiderare e comportare in modo del tutto diverso da prima e ciascuno a suo modo. Tutto questo avviene automaticamente e in tal senso sono inconsapevoli e per questo “ci sfuggono di mano”.

Non sono negativi in sé, ciò che è negativo è l’automaticità con cui si muovono. L’automatismo è l’unico e vero danno! Diventarne consapevoli è un obiettivo primario della psicoterapia psicosintetica. 

Possiamo infatti gestire e trasformare solo ciò che conosciamo!

 

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Approccio

15 punti chiave della Psicosintesi, secondo Antonio Tallerini:

 

1.      Psicologia del Soggetto o meglio una Psicologia Soggettiva. Il presupposto originale è quello di avere un Io, riflesso del Sé profondo, di cui prendere consapevolezza: è da qui, e solo da qui che parte la nuova e vera stabilità.

2.      La convinzione che la sicurezza non esiste a livello di personalità, ma è da ricercare sottoforma di stabilità nella dimensione del profondo.

3.      L'Espansione di coscienza attraverso l’esercizio della “volontà cedevole”, l’aspetto femminile della volontà inteso quale scelta di “lasciar andare”. L'esercizio di questo “nobile potere” consente la scoperta e l’inclusione della propria e altrui vulnerabilità. Permette l’ammorbidimento e la fruibilità delle energie interne. Conduce allo sviluppo della compassione e della comprensione profonda. Ecco il perché della rivalutazione dell’inconscio come ricchezza energetica da portare a dignità spirituale.

4.      L'idea della finalizzazione degli elementi della personalità verso le qualità peculiari della dimensione profonda di ogni individuo, che la rendono il veicolo all'evoluzione, sintetizzata dalla mirabile affermazione: "La Personalità è come il maiale: non si butta via niente!"

5.      La consapevolezza profonda di un Sè transpersonale, esperienza sperimentabile di un'Anima che non si ferisce, perché in una dimensione del profondo: "in un luogo non luogo, in un luogo non tempo dove tutto finalmente è libero."

6.      La considerazione dell'istanza del Super Io come una Subpersonalità da gestire e canalizzare verso un sano utilizzo. Uno degli effetti di questo assunto è che la vera ribellione, prima di cominciare dall'esterno, va iniziata verso il proprio "Giudice interno", riconoscendone gli automatismi svalutanti e i divieti autoimposti, al fine di conferirgli un ruolo “utile alla causa” della propria psicosintesi personale.

7.      Il concetto di Autostima non come causa del proprio malessere, ma come effetto della piena espressione di sé.

8.      La mirabile sintesi delle 10 leggi della psicodinamica di Roberto Assagioli nel Modello di Catena Funzionale che le comprende tutte: IDEA/IMMAGINE → EMOZIONE →  AZIONE, quale circolo (vizioso o virtuoso) che conferma l'idea/immagine a monte. Un processo semplice e verificabile che illustra pragmaticamente il funzionamento delle energie inconsce.

9.      Il focus sul vero criterio terapeutico e di guarigione della Psicosintesi: il CRITERIO EVOLUTIVO. Ristabilire il fluire del processo evolutivo, S-VILUPPARE (nel senso di togliere i viluppi), corrisponde quindi alla guarigione. Liberare la propria energia vitale dai rovi delle paure, delle immagini parassite svalutanti, dei condizionamenti del passato, ne ripristina il naturale fluire.

10.  L’idea che il criterio evolutivo rappresenti il vero processo terapeutico è conseguente alla convinzione e all’esperienza che le ferite del passato non si guariscono nel passato. Le parti ferite si suturano nella dimensione del presente con un progetto futuribile possibile e con la consapevolezza di un’età psichica più evoluta, pena il rimanere incastrati nel potente flusso traumatico ed emotivo del passato. Un vero e proprio incontro ravvicinato, che potremmo definire del 4° tipo, per la scoperta interiore di essere portatori di una energia vivente autonoma. Questa energia viene rappresentata dal bambino interiore, non di natura pura quale quello originario, ma ferito e incattivito dagli eventi condizionanti e insultanti del passato. Eventi che hanno creato “burroni interiori, ferite, sfregi, sofferenze, incomprensioni, terribili momenti in cui non siamo riusciti ad esprimerci e che ci hanno marcato a fuoco”. Un bambino che, paralizzato dalla paura assolutizzante di tali eventi, non può e non intende evolversi. Un’energia questa, capace di ipotecare e condizionare attraverso la richiesta di risarcimento ed indennizzo, tutte le funzioni psichiche della personalità: l'origine della posizione vittimistica e depressiva. Riuscire a portare questo bambino nel presente significa consentirgli di sperimentare nuove sane esperienze, che si sostituiranno finalmente a quelle insultanti del passato, consentendo di far riprendere il film del processo evolutivo e quindi realizzare la guarigione interiore: “Vieni, ti faccio vedere il video di come avverrà: nelle tue ferite ci sarà messo un seme che diventerà una grande quercia...”: ecco la proiezione progettuale del percorso psicoterapeutico. Ecco il profondo significato intrinseco del “conosci, possiedi, trasforma”.

11.  Il presupposto che la sofferenza sia un'esperienza inevitabile della vita e quindi non da evitare, ma da esprimere e a cui dare direzione e significato. A questo, sottende il principio della medicina tibetana con cui si suturano le ferite: farci crescere dentro qualcosa. La ferita diventa allora come un solco nel quale metti nuovi semi di vita. Dei semi che in prospettiva diventeranno una quercia straordinaria. La forza purificatrice del dolore porterà quei semi a svilupparsi e a quel punto la ferita sarà riempita dalle radici della quercia. Le radici sutureranno la ferita restituendo dignità al tuo essere..e alle tue ferite. Secondo la naturale dialettica degli opposti, questa diventa anche una metafora della sofferenza, non più fine a se stessa ma funzionale a passare dall'ombra alla luce. E’ dal negativo che nasce il positivo: fornire una nuova prospettiva del dolore lo rende non più esclusivamente qualcosa da evitare, ma da esprimere, sfruttare, condurre e indirizzare, pena l’involuzione in forme psicopatologiche (dipendenza, ipocondria, ossessioni, ecc..) e/o in somatizzazioni fisiche. La sofferenza così intesa diventa occasione evolutiva e non già ostacolo da evitare.

12.  La distinzione tra Autoaffermazione Primaria propria del Sé e Autoaffermazione Secondaria tipica delle subpersonalità. La prima è una tendenza naturale della Forza Vitale, pari a un fiore che sboccia. La seconda si distingue per la caratteristica di riempimento dei vuoti e dei traumi del passato, pari a un pozzo senza fondo.

13.  Il lavoro con la Stella delle Funzioni: La Stella, un vero e proprio modello d'equilibrio di riferimento a cui rifarsi per ristabilire l'armonia della personalità. Famosa era l'autodiagnosi che riusciva a far praticare anche ai pazienti più gravi, con quella che definiva la “TAC psicologica”, dove si passavano in rassegna nel presente tutte le funzioni, per comprenderne lo stato attuale di iper o ipotrofia.

In questo accezione l'utilizzo della volontà diventa il test del vero cambiamento: la Volontà, una funzione nobile, che non si smuove se non ne vale davvero la pena, se non per qualcosa di “valore profondo”, e la cui assenza chiama il gioco il senso del dovere, sua brutta copia da cui si distingue per l'assenza di sforzo. Il timone che può guidare le altre funzioni psichiche. E quando la volontà entra in campo, cominciano a manifestarsi cambiamenti interiori e pratici nella vita della persona. Stop quindi alle analisi interminabili, ma psicoterapie funzionali a far scoprire e realizzare il Soggetto.

14.  L’idea che l’evoluzione del bisogno di dipendenza sia il bisogno di appartenenza. Il bisogno di dipendenza rimosso blocca l’80% delle energie! “Se vogliamo parlare di trasmutazione e di trasformazione delle energie, noi dobbiamo lavorare in direzione di ciò che ci porta all’APPARTENENZA. L’appartenenza è l’elaborazione più intelligente ed evolutiva di ciò che è la dipendenza. Cioè la sua trasformazione in senso costruttivo evolutivo. Essere appartenenti alla vita, alla materia, al corpo, alla terra, a tutto!”. La dipendenza è un’energia che non si può rinnegare cercando di diventare autonomi e liberi a tutti i costi! Ma un’energia da trasformare in un senso d’appartenenza più ampio. “Scelgo io da cosa dipendere! Scelgo io di appartenere a qualcosa di più elevato, a qualcosa che ha attinenza con la mia vocazione interna!”.

15.  Bisogna entrare nelle persone senza lasciare le orme…

Molto si è detto sull’irruenza e la vulcanicità di Tonino, ma basta ascoltare queste sue parole per capire la psicosintesi raggiunta e la delicatezza e la leggerezza sviluppate nel tempo applicate alla relazione psicoterapeutica: “Entrare, ma col rispetto di chi sa che non deve lasciare pedate. E non è facile entrare in una persona e non lasciarci il segno. Il segno è la vibrazione che resta. Voi immaginate un tintinnio, qualcosa che rimane nell’altro perché ha ricevuto la visita in una relazione significativa. Gli si attivano i campanelli interiori. E vibra di sé, perché quel nostro ingresso gli ha permesso di muovere le campane interiori! È un’altra cosa. Se non lasciamo le orme aiutiamo veramente, lasciamo amore.”

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aree di competenza

  • Ansia
  • Psicoterapia individuale, di coppia e di gruppo
  • Attacchi di Panico
  • Terapia di coppia
  • Dipendenze (affettive, sesso, cibo, gioco d'azzardo, ecc.)
  • Trattamento psicoterapeutico minori e adolescenti

Non è importante il problema che ha la persona, ma la persona che ha il problema.

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Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Regione Campania col n. 1391 dal 11/07/2000

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