Alla base dell'approccio che prediligo vi è una visione dell'uomo globale, complessa, che permette di andare oltre la scissione corpo-mente perpetuata dalla scienza riduzionista.
Questo significa che l'attenzione, nella pratica terapeutica, sarà focalizzata sulla persona nel suo insieme, sull'osservazione dei pensieri, dei comportamenti e degli stati somatici che la caratterizzano. Una tale osservazione, accettante e non giudicante in quanto finalizzata alla semplice conoscenza e non alla correzione, conduce, se guidata da un terapeuta esperto, ad ampliare la consapevolezza di sé e del proprio funzionamento psico-fisico.
Alla base dell'approccio che prediligo vi è una visione dell'uomo globale, complessa, che permette di andare oltre la scissione corpo-mente perpetuata dalla scienza riduzionista.
Questo significa che l'attenzione, nella pratica terapeutica, sarà focalizzata sulla persona nel suo insieme, sull'osservazione dei pensieri, dei comportamenti e degli stati somatici che la caratterizzano. Una tale osservazione, accettante e non giudicante in quanto finalizzata alla semplice conoscenza e non alla correzione, conduce, se guidata da un terapeuta esperto, ad ampliare la consapevolezza di sé e del proprio funzionamento psico-fisico.
Tale consapevolezza, di difficile accesso nella quotidianità in quanto riguarda aspetti automatici e inconsapevoli del proprio funzionamento globale, permette l'accettazione, la comprensione e il superamento, di visioni profonde di sé che promuovono pensieri e comportamenti disfunzionali alla felicità della persona, alla realizzazione dei suoi desideri e di se stessa per quello che realmente è.
Il corpo e la mente non sono entità separate ma due punti di vista diversi sullo stesso oggetto/soggetto, l'essere umano. Attraverso l'osservazione di questi due punti di vista possiamo cogliere il funzionamento globale della persona, il suo equilibrio in atto.
Ognuno di noi è il risultato, in gran parte automatico e inconsapevole (e questo è dovuto al fatto che la maggior parte del funzionamento del nostro sistema nervoso avviene all'infuori della coscienza individuale) dell'incontro fra se stesso e il suo ambiente (fisico e relazionale dal concepimento in poi). Ognuno di noi "fa proprio" l'ambiente in cui evolve in un determinato modo, unico e irripetibile. L'equilibrio/coerenza globale della persona, che si stabilizza nei primi anni di vita, è espressione sia dell'ambiente sia del particolare essere umano che lo "ha abitato", cosicché non risulta possibile scindere la realtà che la persona ha vissuto, dalla persona stessa.
Ampliare la consapevolezza di sé è l'unico processo che, se attuato, può condurre la persona a mutare il proprio equilibrio globale a un livello profondo.
I sintomi, aspetti superficiali espressione di soluzioni funzionali al mantenimento di un equilibrio che provoca sofferenza alla persona, sono intercambiabili. Questo significa che, anche se una fobia, un ossessione, l'ansia, ecc. scompare, questo non vuol dire che, il "problema" che la causa sia risolto. Spesso e sovente i sintomi mutano oppure, dopo un più o meno lungo silenzio, riappaiono. Bisogna quindi essere consapevoli del fatto che nessuna terapia basata sul sintomo può essere promotrice di un reale benessere della persona.
L'unica via che permette il cambiamento profondo, e quindi l'apertura alla possibilità della Serenità che ognuno si merita, è quella che passa per la consapevolezza (o Presenza) di se stessi. Il nostro vero nemico, colui che ci preclude di essere felici, non è all'infuori di noi, anche se spesso la mente ci illude di ciò. Il nostro vero nemico, la principale causa della nostra sofferenza, è un modo profondo che abbiamo di vederci e vedere il mondo, quell'equilibrio che ci fa funzionare, dal punto di vista del corpo e della mente, in un particolare modo.
Per cercare di essere maggiormente concreti possiamo pensare a espressioni di questo "equilibrio" come ad esempio l'ansia, la difficoltà a lasciare un partner con cui non stiamo bene, la difficoltà a studiare, a prendere scelte nella propria vita senza essere sopraffatti da un dubbio totalizzante, l'ossessione all'ordine e alla pulizia, ecc. Tutti questi sintomi sono espressione di un certo funzionamento e, solo rendendo consapevole e "lavorando" su tale funzionamento, ci si può aprire alla possibilità di esserne liberi, di ritrovare la gioia e la serenità nella vita, la leggerezza e la propositività al cambiamento.
La terapia non è solo un chiacchierare con un'altra persona, è una vera e propria esperienza particolare che, attraverso la delimitazione della relazione terapeuta-paziente attraverso semplici regole, permette l'attivazione di un processo di consapevolezza di sé. Durante lo svolgimento di tale processo la persona non imparerà solo a guardare a se stessa in un determinato modo, a cogliersi e riconoscersi per quello che è, attraverso l'auto-osservazione, ma farà una vera e propria esperienza particolare che la condurrà ad affrontare le proprie difficoltà nella pratica del proprio vivere quotidiano.
La vera conoscenza deriva dall'esperienza ed è espressione di un processo continuo e costante.
A molti pazienti che mi chiedono, nei primi colloqui, se sarà difficile affrontare i propri problemi rispondo che è altrettanto difficile continuare a vivere soffrendo così come stanno facendo e che non vi è altro modo per poter arrivare a vivere felici se non questo. Non esistono strade facili per giungere sulla vetta, per affrontarsi e poter gioire della libertà. Diffidate da chi ve le offre e diffidate anche da chi vi dice che la felicità non esiste. E' possibile essere felici e esso non costa più fatica del continuare a soffrire, anzi, durante la terapia ci si accorgerà presto di stare seguendo l'unica strada che può condurre a superare le proprie paure e ansie...