Dalla Dipendenza Affettiva si può uscire
Dalla Dipendenza Affettiva si può uscire…Esiste la cura
Il vissuto depressivo è collegato alla perdita. Durante la pandemia c’è stata la perdita della nostra libertà individuale e delle relazioni sociali secondo le modalità tradizionali in presenza, legate alle misure di isolamento, per alcuni la morte di persone care a causa del coronavirus e il lutto conseguente.
Possiamo considerare soprattutto la Fase 1 come acuta e la Fase 2 subacuta di una malattia, che nel nostro caso è una condizione generale di vita condivisa da tutti i cittadini, dove si andrà ad una lenta guarigione con degli esiti più o meno permanenti su ciascuno di noi.
Il tema della perdita, conseguente all’emergenza sanitaria, che è trasversale a tutte le fasi e anche al futuro prossimo è la preoccupazione rispetto alla situazione finanziaria e il danno economico che colpisce lavoratori autonomi e dipendenti di molte aziende private: diminuzione dei guadagni, chiusure, fallimenti, riduzione di orari e posti di lavoro.
L’incertezza sulle prospettive lavorative ed economiche aumenta il rischio di sviluppare un disturbo depressivo, dove anche incidono come fattori ambientali favorenti l’isolamento e le tensioni familiari precedenti nella Fase 1.
Nel lockdown la resilienza ci ha caratterizzato, il resistere individuale nella fase critica può evolvere nell’impotenza successiva a fronte di scenari dove sentiamo di non avere il controllo.
Cosa possiamo fare?
Non stare soli, ricercare i contatti sociali, condividere le nostre preoccupazioni sull’impoverimento e precarietà lavorativa con altri per noi significativi e di fiducia, magari scoprendo che anche chi ci ascolta è angosciato per il proprio domani, le reti familiari o amicali sono un grande sostegno. Confrontarsi su possibili soluzioni e strategie, accettare e fornire consigli, scambiare informazioni, aumenta la percezione del nostro potere ed il senso di autoefficacia. Inoltre ci può aiutare riprendere gli hobby e interessi precedenti alla chiusura, svolgere attività fisica in base alle proprie propensioni ci riattiva e ci fa uscire dalla passività.
Tristezza, stanchezza emotiva, apatia, difficoltà di concentrazione, insoddisfazione, demotivazione, pessimismo, rabbia, irritabilità, ansia, disperazione, insonnia possono essere condizioni di adattamento momentanee e reazioni naturali alla situazione di vita attuale, se passeggere, se diventano permanenti durante la giornata e continuative nel tempo ci devono allarmare e nel caso può essere indicato rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta per comprendere insieme quale tipo di supporto attivare.
BuonaseraHo bisogno di consigliMia mamma a dicembre ha avuto grandi problemi cardiaci che l hanno ...
Ciao, mi chiamo Mattia e sono un ragazzo di 25 anni, prossimo ai 26. L'unica voglia che ho è ...
Ci penso da 14 mesi almeno 3 giorni a settimana. Sì, anche oggi stesso. Vorrei farla finita ma ...
Cerca il tuo psicologo
Commenta questa pubblicazione
Una precisa fotografia della situazione attuale con preziose indicazioni e direzioni da intraprendere, dal linguaggio tecnico e al tempo stesso divulgativo. Apprezzerei anche una integrazione bibliografica.
27 Maggio 2020
Grazie della recensione, la bibliografia è legata più pubblicazioni di tipo scientifico. Se vuole indicazioni su testi per approfondire mi scriva privatamente
Perfetto quadro della situazione. L'articolo offre molti spunti di riflessione per un'efficace attività di resilienza necessaria per il superamento di realtà ad oggi sconosciuta in cui tutto il mondo si è trovato coinvolto. Complimenti Dottoressa Ferrero e grazie per i preziosi consigli
28 Maggio 2020
Grazie di aver apprezzato il mio contributo
Essenziale ed efficace!
28 Maggio 2020
Grazie gentile lettore
Grande professionista e amica. Penso cheba breve abbia bisogno di lei.
31 Maggio 2020
Grazie