Decrescita → Una decrescita consapevole e felice

Preparare il terreno

Come già accennato in un precedente articolo (Psicologia e decrescita), il tema della decrescita è molto attuale, ed è in grado di dare risposte concrete, in termini di cambiamento di stili di vita, alla recente crisi economica, che sembra investire tutto il pianeta.
Ma tale crisi economica non è altro che il risultato di una corrispondente crisi di valori nell'individualità umana che, complice la facile crescita economica, ha fatto risaltare i vizi dell'avidità e dell'egoismo, insiti nella sua natura.
Cambiare stili di vita e attuare una decrescita consapevole e possibilmente felice appare essere un antidoto alle conseguenze, economiche ed ecologiche, di una crescita senza freno, come è quella attuata durante e dopo il cosiddetto boom economico degli anni '50-'60 nei paesi occidentali.
Poiché la decrescita, come stile di comportamento duraturo, richiederà cambiamenti radicali, talora traumatici per la maggioranza degli esseri umani attualmente viventi sul pianeta, è opportuno predisporsi psicologicamente e coscienzialmente in modo favorevole verso tale direzione.
Pertanto, è bene riflettere su alcuni temi e aree personali da migliorare per prepararsi in modo adeguato alla decrescita.

Dare il giusto valore alle cose

L'uomo odierno dovrebbe comprendere che occorre dare il giusto valore ai beni, materiali e intellettuali, in quanto essi sono il corrispettivo del lavoro di qualcuno. Concretamente, di fronte a qualunque bene con cui si viene a contatto nella propria vita, nella propria giornata, basterebbe soffermarsi per un istante e pensare con intensità a chi può averlo prodotto, a quanto tempo vi ha dedicato. Questo è diverso dal semplice gesto, impersonale, di tirar fuori il denaro dalla propria tasca, o peggio ancora una fredda carta di credito, peraltro utile, e “acquistare” il bene; da quel momento in poi quel bene diventa nostro, per legge. Questa gestualità, cui ci siamo ormai abituati, è diventata portatrice di oblio del reale valore del bene.
Il gesto dell'acquisto, così concepito, ha creato un distacco insano tra noi che usufruiremo del bene e colui che lo ha prodotto e ci consente di usufruirne. E così, impoverendosi il contatto tra colui che dà e colui che riceve, si è costruita, a livello di immaginario collettivo, una rappresentazione psicologica individuale totalmente astratta del concetto di mercato, nato inizialmente per lo sviluppo della società e degli scambi nel suo complesso.
Fermo restando il valore di un'economia con delle regole giuste stabilite, tuttavia, a livello individuale può essere fatto molto per migliorare l'impersonalità del rapporto “produttore-consumatore”, che sarebbe meglio ridefinire, nel proprio vissuto interiore, come rapporto “produttore-fruitore”. E dunque, riprendere contatto con chi produce, cioè conoscere il più direttamente possibile chi ci sta trasferendo il bene, significa riappropriarsi lentamente del significato del bene stesso, il quale, sia esso un oggetto o un “servizio”, non è qualcosa di amorfo; esso reca con sé la stessa energia, fisica o psichica, di chi ha lavorato per crearlo.
Acquistare con consapevolezza, cercando di non acquistare beni non etici, cioè prodotti ad esempio senza rispettare condizioni di lavoro eque, significa alimentare un circolo virtuoso che riaggiusta progressivamente gli equilibri sociali ed economici.
Così come acquistare il più vicino possibile, “a chilometri zero”, elimina gli sprechi dovuti ai costi di spostamento, ma favorisce anche lo sviluppo del mercato locale, e quindi sempre di più le relazioni dirette tra chi costruisce un bene e lo mette in condivisione e chi lo utilizza.

Gestire le energie in modo sapiente

L'essere umano, come tutti gli altri esseri viventi, è fatto di energia, e di materia, che ne è l'espressione fisica. Il suo bagaglio energetico è limitato, come tutto il resto delle risorse presenti sul pianeta. Dunque, è un tesoro che gli viene “assegnato”, e che è suo compito conservare e utilizzare in modo corretto, senza disperderlo. Buona parte della psicologia, soprattutto quella umanistica, ha posto l'enfasi sull'importanza del saper gestire bene l'energia psicologica. Laddove il modello psicoanalitico ha lavorato per poter far rifluire l'energia bloccata all'interno della dinamica intrapsichica, il modello umanistico ha spinto sulla necessità di incentivare le potenzialità insite in ogni essere umano e molte volte non espresse, a causa di blocchi nelle modalità di contatto con sé stessi e con il mondo circostante.
La psicologia transpersonale, oltre ai due menzionati, ha proposto un modello che consente di risolvere i “blocchi energetici” in modo da favorire l'apertura dell'individualità umana verso il suo potenziale più alto, quello spirituale, ovvero dell'inconscio cosiddetto superiore (Assagioli). La scarsa capacità di gestione delle energie personali, e conseguentemente di quelle collettive, è un portato del modello della crescita e va assolutamente migliorata.
Nell'attuale modello economico e sociale, infatti, l'uomo spreca moltissime energie; ne è una testimonianza l'aumento dello stress, del burn-out, del mobbing e del bullismo, nonché della depressione e dei comportamenti di abuso (droghe, sesso, acquisti compulsivi), e in generale dei comportamenti di consumo esagerato.
Perciò, è essenziale, per l'uomo di oggi, correggere lo stile di vita e sviluppare la sobrietà. Essere sobri, quindi, e possibilmente chiedersi, prima di intraprendere un'azione, qualsiasi essa sia, che significato ha quell'azione e quanta energia richiede.
È un esercizio molto semplice, che all'inizio può sembrare ossessivo, ma che poi, con la pratica, e soprattutto vedendone i benefici, diventa quasi automatico. Ovviamente, saper gestire le proprie energie in modo sapiente richiede anche il saper dare il giusto valore alle cose.

Sviluppare la consapevolezza

Per attuare questi propositi, si richiedono capacità non indifferenti, soprattutto se si tratta di riadattare ex-novo il proprio assetto psicologico, da tempo in balia del consumo e della “crescita” indiscriminata. In particolare, si richiede lo sviluppo di una consapevolezza superiore a quella ordinaria, troppo spesso vittima dell'autoinganno.
In effetti, si può dire che l'inerzia del cambiamento, a livello collettivo, sia dovuta alla mancanza di consapevolezza. La psicologia transpersonale coniuga il lavoro psicologico con il lavoro spirituale, laddove per spiritualità si intende qui la connessione con un centro di coscienza più alto dell'io ordinario, che Assagioli ha chiamato Sé transpersonale, un centro sintetico della personalità, sovraordinato all'io psicologico, di cui quest'ultimo è solo un riflesso. L'io psicologico è il risultato della normale evoluzione, e si costruisce mediante progressive identificazioni con modelli parentali e sociali, introiezione di regole morali e stili di comportamento, per poter raggiungere l'adattamento alla realtà e alla società.
La consapevolezza dell'io ordinario è ristretta a questi modelli introiettati. Per poter raggiungere un maggiore livello di consapevolezza, occorre fare un lavoro, spesso lungo e arduo, di disidentificazione dai propri oggetti interni, che legano alla vita convenzionale. E, molto probabilmente, l'approccio elettivo è un percorso che sia al contempo psicologico e spirituale, il quale alla lunga dà molti frutti anche per un vivere più sostenibile. Vivere una vita sobria e avere una consapevolezza ecologica sono solo alcune delle conseguenze del riassetto coscienziale che avviene facendo un percorso di questo tipo.
L'uomo nuovo, risvegliato nella coscienza, è naturalmente “ecologico”. Il viceversa non è vero necessariamente, cioè non è vero che un uomo con una sensibilità “ecologica” sia risvegliato nella coscienza. Tuttavia, avere una tale sensibilità, e quindi avvertire l'importanza della decrescita, possibilmente felice, in un momento di grande confusione come quello attuale, è un indice di risveglio, anche se non sempre, e non in tutti, guidato dalla consapevolezza. In definitiva, risulta chiaro che il modello della “crescita” ha prodotto molti danni, perché basato sull'avidità e sul materialismo.
Ora, è lo stesso pianeta ad indicarci che la prossima vera crescita dovrà essere interiore, e dunque, dal punto di vista esteriore, grossolano, sarà una decrescita. E la felicità in questo processo, per chi lo vorrà cogliere, consisterà nell'apprezzare sempre di più le ricchezze interiori, che dovranno poi essere espresse nel mondo e nella vita collettiva, in una società più sostenibile e più gusta.




Psicologia e decrescita - Dott. Stefano Pischiutta

Nel modello economico e sociale occidentale, basato sulla crescita, i rapporti con sé stessi e con il mondo sono stati improntati sulla velocità nell'ottenere i risultati, quindi sulla competizione. Dunque, se da una parte si è potuta valorizzare la spinta verso il successo, verso la riuscita nella vita, dall'altra sono stati sacrificati la solidarietà ...continua

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