Coronavirus e psicoterapie online

Una delle conseguenze della quarantena dovuta all’emergenza Codiv-19, è l’uso massiccio degli strumenti digitali per tenerci in contatto, nonostante le distanze.
La maggior parte delle attività sociali, lavorative, relazionali si stanno svolgendo online, per quanto possibile.
Vediamo cosa accade nel caso della psicoterapia.
Già negli ultimi anni si è assistito ad un dibattito scientifico sull’argomento, sempre più vivo e arricchente, nonché a una progressiva diffusione delle attività di psicoterapia online.

Il crescente sviluppo delle tecnologie della comunicazione, è venuto incontro alle dislocazioni dovute a motivi lavorativi, nel caso di terapie già in atto, o alla possibilità di entrare in contatto con terapeuti distanti dal proprio luogo di residenza.
Se già lo schermo rappresentava una nuova frontiera della psicoterapia, lo è ancor di più oggi durante questa emergenza causata dal coronavirus SAR-CoV-2.
Nonostante le differenze dovute a un setting che lascia fuori dalla seduta la possibilità di cogliere gli aspetti corporei della relazione analitica, mi sono accorto che, anche durante una seduta online,  si innescano interessanti e funzionali movimenti interni dovuti principalmente a una relazione terapeutica sufficientemente buona, a prescindere dallo strumento utilizzato.

Entrando nel vivo della comunicazione analista-paziente, ci si rende subito conto infatti, che le limitazioni dovute all’assetto online, rispetto a un assetto di presenza, passano in secondo piano rispetto al lavoro sul materiale da analizzare in seduta.
Rimangono preponderanti, e spesso esaltati, inoltre, gli aspetti della comunicazione non verbale legati alla postura, il gesticolare, la mimica facciale: i movimenti oculari, un baluginare improvviso degli occhi o un pensiero esplicitato attraverso l’espressione del viso, un sorriso o le ciglia aggrottate, il tono della voce, ecc..
Si crea ciò che vari autori definiscono “empatia digitale” che favorisce l’elaborazione di angosce, paure, preoccupazioni, difficoltà esistenziali, restituendo un senso di appagamento dovuto alla comprensione di quegli aspetti di sé cui non si era riusciti a dar voce.

La psicoterapia è una cura per mezzo delle parole, attraverso una relazione tra due persone che entrano in contatto per elaborare, contenere e pensare comportamenti ed esperienze quotidiane, attraverso una funzione di rispecchiamento e di transfert, ovvero di trasporto di elementi mentali ed emotivi difficili da digerire.
Le parole della terapia lavorano come gli enzimi che spezzettano il cibo e che separano le sostanze nutritive da quelle da scartare. Ci accorgiamo nei momenti di maggiore difficoltà che emozioni, pensieri e parole diventano tanto pesanti e consistenti da sembrare cose: pietre spigolose e ingombranti intralciano il fluire interno di affettività, desideri, sogni, compromettendo il benessere e la qualità della vita.

La stessa parola "analisi" rimanda etimologicamente alla possibilità di sciogliere quanto si ingorga e attorciglia dentro di sé.

Frasi del tipo: "ho un peso nello stomaco", oppure: "certe cose non riesco a mandarle giù", oppure "questa situazione è difficile da digerire", ci mostrano quanto il linguaggio comune abbia facilmente associato la digestione emotiva con quella alimentare. Spesso questo si traduce in disturbi psicosomatici di varia natura.

Durante una seduta di psicoterapia online sarà possibile rimettere in moto fantasie, pensieri ed emozioni, trovando le parole più utili per agganciarli efficacemente al “qui ed ora”, al presente della vita quotidiana, momento per momento, offrendo la possibilità di esplorare nuovi spazi interni.

Per farlo possiamo usare lo strumento più straordinario che l’essere umano possiede per creare o distruggere la realtà del mondo che ci circonda come quella dentro di sé, nelle relazioni con gli altri e con sé stessi, ovvero la parola.
Attraverso le parole è possibile costruire orizzonti di significato e fiducia al fine di costruire le basi per un rinnovato rapporto affettivo con il proprio sé.
Parole per intercettare blocchi emotivi, sofferenze interiori, difficoltà personali e relazionali acuite dal senso di impotenza per una realtà che al momento si deve accettare con pazienza e speranza nel domani.

Le parole per decidere come o con cosa contagiare e contagiarsi.

“Originariamente le parole erano magie e, ancor oggi, la parola ha conservato molto del suo antico potere magico. Con le parole un uomo può rendere felice l’altro o spingerlo alla disperazione, con le parole l’insegnante trasmette il suo sapere agli allievi, con le parole l’oratore trascina con sé l’uditorio e ne determina i giudizi e le decisioni. Le parole suscitano affetti e sono il mezzo comune con il quale gli uomini si influenzano tra loro. Non sottovaluteremo quindi l’uso delle parole nella psicoterapia” (Sigmund Freud)

 

 

 

commenta questa pubblicazione

Sii il primo a commentare questo articolo...

Clicca qui per inserire un commento