Procedura Immaginativa

La Psicoterapia con la Procedura Immaginativa (P.I.) è un metodo ad orientamento psicodinamico, che trae origine storica dal Rêve-Eveillé di Robert Desoille. Si colloca, attualmente, all' interno di un quadro di riferimento teorico post-freudiano. Questa metodologia si basa sull’uso privilegiato, ma non esclusivo, della creatività immaginativa del paziente. Si parte dal presupposto che l’Immaginario sia una facoltà psichica dell’essere umano, una componente fisiologica della mente umana, al crocevia tra sogno e realtà, in cui l’Io risulta parzialmente acritico, lasciando all’inconscio la possibilità di esprimersi scivolando tra le difese e le resistenze.

La prima fase della terapia consiste nella cosiddetta fase biografica, che si svolge in un arco di incontri, soggettivamente variabili per numero e frequenza, durante i quali il paziente offre la sua storia personale attraverso la modalità che sente più affine (per iscritto, oralmente, attraverso un disegno, etc…). Il materiale portato dal paziente, tratto sia dalla biografia sia dai colloqui in fase di terapia, rappresenta l’ispirazione, lo spunto e il punto di partenza per la scelta dello Stimolo Immaginativo Iniziale (S.I.I., definito da Desoille "immagine induttrice”), che altro non è che un’immagine di avvio, data al paziente stesso, in una posizione di rilassamento, generalmente indotto (tipo Schultz).

In risposta, il paziente si lascia andare ad immaginare secondo un proprio stile personale di procedere, implicandosi in una storia di fantasia, nella quale è quanto più possibile partecipe, spontaneo, autentico. La produzione immaginativa, così ottenuta, è rappresentativa del mondo interno del paziente (oggetti interiorizzati e relazione tra l'Io e gli stessi oggetti) e viene comunicata al terapeuta mentre viene prodotta, attraverso il codice linguistico verbale, che traduce ciò che il soggetto sta immaginando visivamente nella sua fantasia.

Nel linguaggio simbolico fatto di immagini concatenate, che viene così attivato, emergono: i conflitti inconsci, le carenze, le distorsioni intrapsichiche, le relazioni oggettuali, le potenzialità, le rappresentazioni di istanze Egoiche, Superegoiche e dell'Es, contenuti nell'inconscio personale e collettivo,ecc. "La Procedura Immaginativa (...) in cui la funzione dell'Immaginario si attiva", afferma Simone Vender (Professore Straordinario di Psichiatria, Università degli studi dell'Insubria), è "una via privilegiata di accesso all'inconscio, capace di far emergere l' intreccio delle funzioni cognitive, affettive e simboliche", "al crocevia tra istinti inconsci e pensieri dell'Io cosciente, è un movimento esplorativo e riparatorio".

Durante la produzione immaginativa del paziente, il terapeuta, nel caso in cui sentisse, grazie ad un ascolto empatico, un blocco o una difficoltà nel procedere, può intervenire con uno spostamento, che consiste in una parola, una frase di sostegno, egosintonica, cioè in sintonia con i vissuti attuali dell’Io del paziente. Una delicata inchiesta affettiva, in cui vengono chieste le emozioni provate e le immagini più intense, concludono questa fase, per l’appunto, immaginativa.

L’analisi della creazione immaginaria, fantasiosa, inconscia viene svolta, nell’arco di un certo numero di sedute, anch’esse variabili per frequenza e durata, insieme al paziente, in un momento definito Analisi Comparata dell’Immaginario. In questa fase la Semantica, cioè il significato attribuito dal paziente alla P.I., viene ampliato grazie alle Proposizionali del terapeuta, che preleva materiale immaginativo o associativo del paziente, riproponendoglielo affinché esso lo possa approfondire.

L’Analisi Comparata della Realtà, ultimo momento della metodologia della Procedura Immaginativa, ha lo scopo di responsabilizzare il paziente rispetto ai suoi progetti di vita, basati anche sui contenuti adattivi-cognitivi emersi dall’Immaginario all’interno della relazione duale terapeuta-paziente, definita Relazione di valori funzionali.


BIBLIOGRAFIA

ROCCA R., STENDORO G. (2001) L’Immaginario, teatro delle nostre emozioni. Dal Rêve-eveillé alla Procedura Immaginativa, Bologna, CLUEB
 

"O immaginazione! Il più grande tesoro dell'uomo,
l'inesauribile fonte alla quale tanto
l'Arte quanto la Cultura vengono ad abbeverarsi!
Oh, rimani con noi…
così che ci si possa porre al riparo
dal cosiddetto Illuminismo,
quell'orrendo scheletro senza sangue né carne"
(F. Schubert, 1824)

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