Dott.ssa Francesca Pannone

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Dott.ssa Francesca Pannone

Psicologo, Psicoterapeuta

informazioni di contatto

Via Enrico Toti, 13 - 04100 Latina (LT)

Tel: +393294857549

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recensioni dei pazienti

Fabio 12/04/2021

Fare un percorso terapeutico non è stato semplice perché avevo tanta paura di sentirmi sbagliato e giudicato, ma ho trovato una professionista che mi ha fatto sentire accolto e che mi ha ascoltato con rispetto. Adesso accetto di più me stesso e la mia storia e sono molto grato alla dr.ssa per questo.

Maria 02/03/2020

Volevo ringraziare di cuore la Dottoressa per il percorso fatto insieme. Ora, ancor più di prima mi rendo conto di quanto sia stato importante! Grazie ancora davvero di cuore per tutto!!!!

presentazione

Mi sono laureata in Psicologia ad indirizzo clinico e di comunità nel 2004, presso l'Università La Sapienza di Roma.
Successivamente,  partendo dal mio interesse e dalla mia profonda curiosità verso il mondo dei rapporti e le origini più profonde che guidano scelte e  atteggiamenti, ho deciso di specializzarmi presso la Sipre.
Sono diventata, così, Psicoterapeuta ad indirizzo Psicoanalisi della Relazione nel 2011.

La mia esperienza clinica si è fondata su un'intensa attività nei servizi pubblici e nel privato.

Ho svolto tirocini e volontariato sia presso il Servizio Materno Infantile, che presso il Consultorio familiare, dove ho avuto la possibilità di approfondire in particolare la psicologia dell'adolescente e della coppia che sono tra i miei maggiori ambiti di interesse.

Ho lavorato per più di 10 anni nelle scuole superiori di Latina dove mi sono occupata di:

  • disabilità
  • disturbi d'apprendimento
  • problemi comportamentali e di motivazione
  • rapporto scuola-famiglia
  • interventi sul gruppo classe
  • consulenze rivolte ai docenti
  • Sportello d'ascolto per adolescenti

Attualmente ho deciso di dedicarmi esclusivamente all'attività privata di psicoterapeuta.

Nel mio studio privato effettuo psicoterapie e consulenze psicologiche rivolte ad adulti, adoloscenti, coppie e famiglie

Da giugno 2022 sono Psicoanalista della relazione di gruppo e famiglia, un ambito che mi appassiona molto e sul quale sta vertendo principalmente la mia formazione continua.

Incontrare un nuovo paziente per me vuol dire incontrare una persona, non un insieme di sintomi che si manifestano in una patologia, ma un essere unico e irripetibile che esprime se stesso in ogni comportamento e in ogni scelta di vita.

Ogni sintomo, ogni azione, rappresenta il modo in cui, inconsapevolmente, ha scelto di esprimere il suo disagio, è, quindi, una comunicazione e come tale va accolta e ascoltata con riguardo e sospendendo il giudizio.

Come Terapeuta sento che il mio ruolo consiste principalmente nell'aiutare il paziente ad occuparsi di sè, non mi pongo l'obiettivo di cambiarlo e trasformarlo in altro ma di migliorare il rapporto che ha con se stesso e diminuirne la sofferenza.

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Approccio

Fin dall’adolescenza e dalle prime esperienze di volontariato ho capito che mi sarei potuta realizzare professionalmente e personalmente solo nell’ambito della relazione d’aiuto.

Aiutare qualcuno però è un processo delicato e non  paternalistico come molti potrebbero pensare e come forse, ingenuamente, in passato credevo anche io.

Aiutare qualcuno vuol dire essere partecipi della situazione dell’altro ma non sostituirsi ad esso. Le buone intenzioni spesso non bastano, è fondamentale avere strumenti e competenze.

La mia storia professionale è caratterizzata dallo studio e dalla ricerca di questi strumenti.

È necessario essere consapevoli di sé e della propria posizione all’interno della relazione, che va capita nei suoi meccanismi più profondi. Per tale motivo la mia scelta è caduta sulla Psicoanalisi della Relazione, una psicoanalisi attuale che parte da Freud e dalla comprensione dell’inconscio, ma va oltre, portando ad un rinnovamento teorico che si basa sulle più moderne ricerche scientifiche e si confronta con l’attuale pensiero filosofico sulla scienza.

Il lavoro sugli altri non può prescindere da un profondo lavoro su di sé e sul proprio modo di relazionarsi a se stessi e agli altri nei vari contesti di vita, anche quello lavorativo.

La mia formazione, infatti, è basata non solo sullo studio e la frequentazione di corsi, ma anche e, oserei dire, soprattutto, sulla psicoterapia personale e un’intensa attività di supervisione.

Queste due attività mi permettono di essere aperta, non  giudicante e pronta a mettermi in discussione nel lavoro per adattarmi alle esigenze e alla soggettività dei pazienti a studio e degli studenti e delle loro famiglie a scuola.

Quando incontro una persona non vedo un insieme di sintomi ma un essere unico e irripetibile che cerca di esprimere e realizzare se stesso in ogni scelta di vita. Il disagio e la crisi per quanto dolorosi vanno intesi come comunicazioni da accogliere e ascoltare con rispetto.

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aree di competenza

  • Psicoterapia ad indirizzo psicoanalitico
  • Psicoterapia individuale, di coppia e familiare
  • Psicoterapia di gruppo
  • Problematiche adolescenziali e sostegno a familiari di adolescenti
  • Consulenza e psicoterapia individuale e di coppia
  • Consulenze educative ai genitori
  • Disagi esistenziali e relazionali
  • Nevrosi
  • Disturbi d'ansia
  • I disturbi depressivi
  • Miglioramento autostima e rapporto con il corpo
  • Prevenzione, Diagnosi e Cura dei principali disturbi psicopatologici
  • Disagio nell'amore e nella vita di coppia
  • Attacchi di Panico
  • Autostima adolescenza

"Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose". (A. Einstein)

Formazione professionale

PERCORSO FORMATIVO

Dopo la laurea in psicologia con una tesi sul gioco d’azzardo patologico ho frequentato la  Sipre, scuola di Specializzazione in psicoterapia psicoanalitica e sono diventata psicoterapeuta nel 2011, presentando un lavoro sul processo psicoanalitico di cui ho approfondito gli aspetti teorici e clinici. Presso la stessa scuola di Specializzazione ho frequentato un corso annuale di lettura psicodinamica dei gruppi.

Durante il percorso formativo ho svolto la mia attività presso servizi pubblici come il Servizio Materno Infantile e il Consultorio.

Le mie esperienze lavorative hanno sempre seguito un doppio binario: quello della clinica nei servizi e nel privato, e quello della scuola dove mi occupo di adolescenza, disabilità e disagio psicosociale in senso ampio.

LA COSTRUZIONE DELLA MIA PROFESSIONALITA’

Fin dall’adolescenza e dalle prime esperienze di volontariato ho capito che mi sarei potuta realizzare professionalmente e personalmente solo nell’ambito della relazione d’aiuto.

Aiutare qualcuno però è un processo delicato e non  paternalistico come molti potrebbero pensare e come forse, ingenuamente, in passato credevo anche io.

Aiutare qualcuno vuol dire essere partecipi della situazione dell’altro ma non sostituirsi ad esso. Le buone intenzioni spesso non bastano, è fondamentale avere strumenti e competenze.

La mia storia professionale è caratterizzata dallo studio e dalla ricerca di questi strumenti.

È necessario essere consapevoli di sé e della propria posizione all’interno della relazione, che va capita nei suoi meccanismi più profondi. Per tale motivo la mia scelta è caduta sulla Psicoanalisi della Relazione, una psicoanalisi attuale che parte da Freud e dalla comprensione dell’inconscio, ma va oltre, portando ad un rinnovamento teorico che si basa sulle più moderne ricerche scientifiche e si confronta con l’attuale pensiero filosofico sulla scienza.

Il lavoro sugli altri non può prescindere da un profondo lavoro su di sé e sul proprio modo di relazionarsi a se stessi e agli altri nei vari contesti di vita, anche quello lavorativo.

La mia formazione, infatti, è basata non solo sullo studio e la frequentazione di corsi, ma anche e, oserei dire, soprattutto, sulla psicoterapia personale e un’intensa attività di supervisione.

Queste due attività mi permettono di essere aperta, non  giudicante e pronta a mettermi in discussione nel lavoro per adattarmi alle esigenze e alla soggettività dei pazienti a studio e degli studenti e delle loro famiglie a scuola.

Quando incontro una persona non vedo un insieme di sintomi ma un essere unico e irripetibile che cerca di esprimere e realizzare se stesso in ogni scelta di vita. Il disagio e la crisi per quanto dolorosi vanno intesi come comunicazioni da accogliere e ascoltare con rispetto.

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