Mi chiamo Katia Stoico, ho 47 anni e sono Psicologa Clinica e di Comunità con specializzazione in Psicogerontologia e Mindfulness.
Mi occupo di tutti i momenti di criticità e le problematiche di adulti e anziani, come tristezza, ansia, depressione, traumi, stress, lutti, difficoltà di coppia, relazionali, genitoriali o familiari, disturbi legati all’alimentazione e all’invecchiamento, oltre che di sostegno alle famiglie dei malati di Alzheimer e demenze di cui mi occupo da oltre 20 anni, con approccio sistemico-relazionale.
Ho collaborato con numerosi enti privati e pubblici della città di Milano e fatto molta formazione sulle demenze, sia ai familiari che agli operatori del settore.
Mi chiamo Katia Stoico, ho 47 anni e sono Psicologa Clinica e di Comunità con specializzazione in Psicogerontologia e Mindfulness.
Mi occupo di tutti i momenti di criticità e le problematiche di adulti e anziani, come tristezza, ansia, depressione, traumi, stress, lutti, difficoltà di coppia, relazionali, genitoriali o familiari, disturbi legati all’alimentazione e all’invecchiamento, oltre che di sostegno alle famiglie dei malati di Alzheimer e demenze di cui mi occupo da oltre 20 anni, con approccio sistemico-relazionale.
Ho collaborato con numerosi enti privati e pubblici della città di Milano e fatto molta formazione sulle demenze, sia ai familiari che agli operatori del settore.
La gestione di centinaia di situazioni problematiche mi ha permesso di maturare una grande esperienza nel sostegno psicologico e nel counseling di adulti e anziani che si trovano in situazioni difficili e in momenti della vita critici o di cambiamento, al fine di individuare modalità e risorse differenti e costruttive per tendere al benessere e migliorare la qualità della vita della persona.
Il mio ruolo è quello di aiutare i pazienti a riconoscere i pensieri ricorrenti e le modalità di ragionamento e d’interpretazione della realtà disfunzionali, con l'obiettivo di modificarli per renderli più funzionali.
E allora occorre aiutare il paziente a comprendere e ricostruire la situazione critica ed aiutarlo ad attivare tutte le risorse, spesso presenti in lui e di cui non ne ha consapevolezza, suggerendo utili strategie che possano liberarlo dal problema che spesso lo imprigiona da tempo, indipendentemente dalle cause che l'hanno scatenato, agendo oggi per modificare gli effetti di ieri.
L’approccio psicoeducativo che frequentemente utilizzo permette al paziente di comprendere e conoscere meglio le proprie modalità di pensare e di agire, causa della sofferenza, di analizzare i cambiamenti che sarebbero più funzionali e poi di esercitarsi ad applicarli, con la conseguente stabilizzazione degli stessi.
Il mio ruolo è promuovere, sostenere, affiancare ed accompagnare in questo percorso il soggetto, perchè insieme si può riuscire a venirne fuori.
Da oltre 20 anni collaboro anche con un Ente che si occupa di malattia di Alzheimer e decadimento cognitivo.
Quando parliamo di malattia di Alzheimer, parliamo di una malattia che porta via la capacità di occuparsi di sé stessi, che conduce ad una completa dipendenza dagli altri. Parliamo di una malattia che porta via ai soggetti la storia della propria vita, il percorso effettuato sino a quel momento, scomponendo ed annientando via via la persona che si era stati.
Ciò si traduce nella necessità di essere aiutato, affiancato, supervisionato in ogni ambito e, via via lungo l’evoluzione della patologia, in maniera sempre maggiore.
Ma significa anche gestirne l'impatto psicologico e le difficoltà di trovarsi a vivere in una realtà altra.
Circa un milione di soggetti colpiti in Italia, di cui oltre l’80% vive nel proprio domicilio ed è assistito dai familiari (coniugi, figli, fratelli, nipoti, a volte anche genitori…), detti caregiver.
Molti i sentimenti e i vissuti negativi da questi sperimentati: tristezza, depressione, angoscia, rabbia, paura, incertezza, senso di colpa, imbarazzo, solitudine, nostalgia…
Quanta sofferenza, quanta fatica, quanti sacrifici, ma anche quanto amore, quanta devozione, quanta buona volontà.
Diviene fondamentale conoscere la malattia, saperla gestire, relazionarsi in maniera corretta con la persona e sentirsi supportati nel proprio ruolo assistenziale da una persona competente ed esperta. E di ciò mi occupo da 26 anni. Centinaia, forse migliaia di situazioni conosciute e gestite, ognuna con le sue peculiarità perchè, se la malattia è la stessa, i risvolti soggettivi e familiari sono differenti, specifici e così vanno gestiti.