Da cosa nasce la crisi di coppia?

All'interno della coppia i partner interagiscono sulla base di schemi che hanno sviluppato, e poi con il tempo consolidato, a partire dalle precocissime relazioni con le figure di accudimento.

Le dinamiche di coppia sono, infatti, un gioco, ripetitivo e difficile da modificare, di reciproche proiezioni di immagini interne di sé e dell'altro formatesi nelle primissime esperienze di vita dei soggetti.

Il funzionamento della coppia poggia, quindi, su veri e propri incastri relazionali, più o meno funzionali e sani o patologici a secondo  dei casi.

Dall'osservazione delle coppie nell'esperienza clinica emergono alcuni fattori con un ruolo decisamente importante ai fini della predisposizione verso la crisi.

Al primo posto troviamo spesso l'interferenza delle famiglie di origine e l'incapacità della coppia di gestirne l'invadenza. In queste situazioni uno dei partner (ma non di rado anche entrambi) presenta frequentemente problemi di svincolo e separazione dal nucleo familiare di appartenenza, è incapace di abbandonare, anche all'interno della coppia, il ruolo di figlio e ha difficoltà ad assumere, nella relazione con il partner, gli atteggiamenti e le posizioni mature, autonome e alla pari che lo status di marito/moglie e/o padre/madre richiede.

Un altro motivo di probabile crisi è rappresentato dal perdurare, in maniera rigida, inflessibile e ripetitiva, di una situazione di squilibrio e disparità di potere (decisionale, affettivo - emotivo, ecc...) nella coppia. L'assetto relazionale appare, in tali situazioni, fortemente sbilanciato: uno dei partner assume, in modo continuo e costante, una posizione down e subordinata rispetto all'altro, costantemente ed eccessivamente dominante e controllante.

Anche le problematiche psicologiche personali di uno o di entrambi i componenti la coppia, responsabili anche, tra le tante, delle difficoltà sopra dette, pssono essere un importante fattore predisponente alla crisi. Individui con ansia di abbandono e tendenza alla simbiosi, soggetti dipendenti o controdipendenti, solo per fare un esempio tra i più frequenti e, tutto sommato, meno grave rispetto ad altri, complicano notevolmente il quadro relazionale della coppia.

Quando questa, poi, si mostra incapace, per le problematiche di cui sopra o per carenze e difficoltà di vario genere, di adattarsi ai cambiamenti (ad esempio le diverse fasi che seguono all'iniziale innamoramento) e alle difficoltà della vita (problemi economici, perdita di lavoro, malattie di uno dei due, handicap dei figli, traumi, lutti, ecc..), l'esito è spesso la crisi e la rottura.

Può succedere anche che si assista all'evoluzione, crescita e maturazione di solo uno dei partner: le posizioni di entrambi diventano, a questo punto, difficilmente conciliabili per differenti esigenze, aspirazioni ed aspettative di vita dei singoli.

Un ultimo fattore, non per questo meno importante e da sottovalutare, è rappresentato da un atteggiamento di eccessiva chiusura e ritiro della coppia: una coppia troppo esclusivamente ripiegata su se stessa, isolata e con difficoltà ad avere relazioni con l'ambiente esterno (assenza di amicizie e frequentazioni varie, a volte con scarsi rapporti anche con le famiglie di origine, ecc.) finisce per vivere in un clima monotono, routinario, arido e sterile.

Sullo sfondo di tali scenari quotidianità, stress, ecc.. alimentano fattori scatenanti, primo tra tutti il tradimento, occasione privilegiata per rompere una relazione, spesso già da tempo, minata alle basi.

 

 

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