Buonasera, la ringrazio per la fiducia con cui ha raccontato una situazione tanto delicata quanto complessa. Le dinamiche che descrive toccano non solo il piano della relazione di coppia, ma anche quello familiare e generazionale, dove entrano in gioco emozioni forti come la lealtà, la rabbia, il dolore e la paura di perdere riferimenti importanti. Lei e la sua compagna avete ritrovato l’uno nell’altra una forma di affetto maturo e sincero, dopo esperienze lunghe e difficili. È comprensibile, quindi, che desideriate proteggere questa nuova relazione, che sembra nata su basi solide di rispetto, conoscenza reciproca e comunanza di valori. Tuttavia, quando ci sono figli adolescenti o giovani adulti, la costruzione di una nuova vita affettiva richiede tempi lenti, delicatezza e (talvolta) molta pazienza.
Le figlie della sua compagna si trovano, probabilmente, in una posizione emotivamente confusa. Da un lato, hanno vissuto (e forse anche interiorizzato) un clima familiare problematico, segnato da tensioni e maltrattamenti. Dall’altro, ora che il padre è “uscito” dal legame coniugale, si riapre per loro una possibilità di riavvicinamento, magari illusoria, ma comunque potente sul piano emotivo. In questi casi, i figli possono anche inconsciamente “difendere” la vecchia struttura familiare, anche quando era disfunzionale, perché rappresentava comunque un equilibrio conosciuto. L’ingresso di una nuova figura affettiva nella vita della madre può essere vissuto allora come una minaccia al loro senso di appartenenza, oppure come un ulteriore “abbandono”. È importante, quindi, non prendere sul piano personale la loro chiusura o ostilità. Lei scrive che loro “sanno che sono una brava persona”: questo è già un seme piantato. Ma occorre tempo perché questo seme diventi un legame di fiducia. Forse, per ora, la cosa migliore che può fare è esserci con discrezione, senza forzare relazioni, offrendo continuità e rispetto anche nei silenzi o nelle distanze. Per quanto riguarda la sua compagna, è importante che lei possa lavorare sul proprio senso di colpa, sul bisogno di essere accettata a tutti i costi dalle figlie, e sul diritto di ricostruire una vita affettiva senza sentirsi “sotto processo”. Questo richiede forza, ma anche un sostegno: talvolta può essere utile una consulenza psicologica o familiare, anche solo per trovare insieme strategie comunicative più efficaci e non distruttive. La vostra relazione potrà reggere se diventa un luogo stabile e sicuro anche di fronte a ciò che non si può controllare. La protezione reciproca, il rispetto dei tempi di tutti (vostri e delle ragazze), la coerenza nei gesti, possono aiutare a non scivolare in un clima di tensione o “guerra laterale”. Le figlie, col tempo, potranno anche cambiare posizione. Ma non è garantito, e non può essere questo l’obiettivo principale. L’obiettivo oggi è proteggere un amore adulto, maturo, e affrontare insieme (senza negarle) le difficoltà che ogni ricostruzione inevitabilmente comporta.
Vi auguro di continuare a prendervi cura di questo legame con la stessa sensibilità che emerge dalle sue parole. Un caro saluto.