Interpretazione Disegni Bambini

“Il disegno è uno dei linguaggi di cui disponiamo, insieme alla parola, alla scrittura, alle mimiche, alla musica, alla danza, al cinema, alla scultura…”
Anna Oliviero Ferraris


Quando si propone al bambino la creazione di un disegno in psicoterapia, lo si utilizza come un possibile mezzo espressivo.
Il disegno rappresenta una delle più importanti attività motorie ed espressive del bambino, che acquisisce gradualmente il controllo della propria manualità, giungendo al disegno rappresentativo verso i tre - quattro anni.
Essendo il disegno un mezzo con cui l’individuo, attraverso rappresentazioni simboliche, riesce a visualizzare i propri problemi e i propri desideri interiori, esso viene utilizzato in psicologia clinica dove si impiegano test di disegno come strumenti psicodiagnostica.

Tra i più significativi si possono ricordare i seguenti:
 

  • Il test del disegno della famiglia
    È impiegato per esplorare come siano percepiti dal bambino i rapporti affettivi con i familiari. L’interpretazione avviene a livello grafico, formale, contenutistico.
  • Il test del disegno della figura umana
    È utilizzato in senso valutativo e proiettivo. I due più noti sono il test di Goodenough e il test di Machover.
  • Il test del disegno dell’albero
    Questo test si basa sull’ipotesi che, essendo l’albero, nella maggior parte delle culture, la rappresentazione simbolica dell’uomo, il suo disegno costituisce l’espressione della personalità globale di un individuo, mentre i vari elementi che lo compongono simbolizzano i differenti aspetti della sua personalità.


Risulta evidente come, nella psicoterapia infantile con l’Immaginario, il disegno assuma significati ben più creativi e dinamici. Il disegno diventa espressione immaginativa, canale comunicativo alternativo a quello verbale per l’espressione del proprio mondo interno. Le emozioni, i conflitti, i ricordi, le speranze, le difese si mettono in scena nel qui e ora.
I materiali scelti, la forma del foglio, il linguaggio non verbale espresso durante la creazione immaginativa, si rivestono di fondamentale importanza per la comprensione delle dinamiche inconsce in atto. Afferma N. Fabre “Il bambino scopre che l’oggetto non è altro che ciò che ne facciamo; la macchia diventa un bel fiore…”.
Il disegno non è un oggetto fisso e finito: è vivo e mutabile come il bambino che lo ha creato, che posto in un’ ottica statica sarebbe in pericolo.

Compito del terapeuta risulta dunque essere osservatore, ma anche accompagnatore del mutamento, consigliere, contenitore “sufficientemente buono” affinché il bambino possa sentirsi libero di esprimere la sua affettività, le sue paure, i suoi dubbi, le sue gioie. Lo spazio della terapia, il setting deve essere creato in modo che il bambino abbia a disposizione gli strumenti del cambiamento: non gomme per cancellare, ma pennarelli, tempere, pastelli per dare forme e sfumature di colori diverse, aggiungere particolari, aggiustare. Ed eventualmente richiedere un nuovo foglio bianco su cui creare una storia nuova…

Bibliografia:

Crotti E. E tu che albero sei? Oscar Mondadori, 2006

Fabre N. L’immaginario in azione nella psicoterapia infantile, Edizioni Magi, 2004

Galimberti U. Enciclopedia di Psicologia, Garzanti, 2004

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