Difficoltà nella socializzazione

Laura

Buongiorno, ho deciso di scrivere perchè vorrei capire, o provare a capire, quali possono essere i motivi per i quali il mio bimbo di 4 anni compiuti, fa fatica a socializzare con i suoi coetanei.
Si rifiuta di partecipare alle feste di compleanno, alle feste in maschera, di partecipare a sport collettivi, o semplicemente di prender parte ad una recita, ballo o di giocare al parco giochi o nella piazza con altri bimbi.
Io cerco di stimolarlo portandolo in luoghi come biblioteca, feste di compleanno, ecc..ma la maggior parte delle volte sta vicino a me e non partecipa a nessun gioco...A scuola sta iniziando ad andare senza problemi, fino a poco tempo fà piangeva...
Io sono molto frustrata e dispiaciuta, non riesco ad aiutarlo o non so cosa devo fare in più rispetto a quello che già faccio.
Inoltre se provo ad insistere un pò di più, spesso vado incontro ad un suo capriccio, ribellandosi a ciò che io gli sto proponendo in quel momento, come per esempio stamattina in biblioteca al momento del lavoretto lui è stato l' unico ad alzarsi che non voleva farlo ..e le sue reazioni in questi casi o con i bimbi, se viene disturbato. sono di rabbia che sfoga urlando...
Sono molto preoccupata
Grazie

6 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno signora Laura, comprendo la sua frustrazione e il suo bisogno di aiutare il suo bambino. Mi sembra di capire che ha fatto molti tentativi per affiancarlo nella socializzazione ma senza risultati per cui le consiglierei di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che  possa aiutarla a comprendere le motivazioni di questa difficoltà sociale e lavorare insieme per aiutare il suo bambino ad aprirsi. Le cause potrebbero essere tante , per esempio talvolta si lega all'insicurezza, ma ogni bambino ha le sue peculiarità e la propria storia personale per cui solo ascoltando e osservando il bambino e parlando con voi genitori potrá essere possibile avere un quadro più esaustivo del problema. Non si scoraggi, i bambini se opportunamente aiutati possono attivare risorse che erano state assopite da paure o difficoltà.

Gentile genitore,

Ritengo sia una situazione troppo difficile per dare una risposta priva di rischi ed esaustiva, infatti il quadro che descrive può andare dal semplice limite caratteriale o di personalità al problema che richiederebbe un sostegno mirato, quindi può essere tutto e niente, le consiglio vivamente di farlo vedere da un professionista dell'età evolutiva per una valutazione diretta.

 

Gentile Signora Laura,

nella sua lettera lei espone quello che il suo bambino (che come lei stessa sottolinea ha solo 4 anni) non fa, evidenziando, nel contesto, quanto questo non conformarsi del suo bambino a quello che gli viene richiesto o a quello che gli altri fanno la faccia preoccupare.

Immagino ci siano però delle cose che il suo bambino fa e che gli piace fare, cose che però lei nella sua lettera non menziona.
So che può apparire elementare ma ha provato a parlarne con lui? I bambini delle ultime generazioni hanno una sorta di saggezza naturale che a volte stupisce i più saggi degli adulti.

Nella sua situazione, in quanto genitore, e posso immaginare la pressione sociale cui lei stessa è sottoposta, lei sta però chiedendo al suo bambino, che dovrebbe essere il suo principale alleato nella vostra relazione, di conformarsi a ciò che altri fanno o gli chiedono di fare. Ha mai pensato, non so, che il suo bambino trovi quelle attività poco interessanti? Noiose? Che le quelle reazioni di rabbia siano in effetti invece di frustrazione? Come si sentirebbe lei, se potesse dar sfogo liberamente alle sue emozioni (infischiandosene delle reazioni sociali, che sono la grande malattia di noi adulti, come Pirandello ha sottolineato) se la mettessero costantemente o costantemente le chiedessero di fare cose che non le piacciono?

Non vorrei apparirle colpevolizzante perciò la prego provi per un attimo a girare la sua telecamera da un'altra prospettiva, provi a vedere non il sistema nei confronti del suo bambino ma le reazioni del suo bambino verso il sistema. Provi a mettersi nei suoi pannolini, per così dire. Provi a parlarne con lui. Da mamma a bambino. Se già non lo ha fatto potrebbe avere dei risultati... decisamente spiazzanti ma molto interessanti.

Una micro nota educativa, bonus extra. Lei è una persona religiosa, signora? Sa che Gesù fu un bambino molto "asociale" da un certo punto di vista. Dove gli altri bambini facevano appunto i bambini, lui preferiva chiacchierare coi maestri della parola nel tempio. E quando i suoi genitori si preoccupavano per questo figlio "un po' strano" lui rispondeva semplicemente che era venuto al mondo non per far contenti i genitori ma per adempiere al suo scopo, alla sua missione.

Le faccio tanti auguri, signora, sono convinto che lei sia la mamma di uno splendido futuro adulto.

Carissima Laura,

ogni bambino ha le sue fasi evolutive da attraversare, ma da ciò che mi descrivi credo che il bambino debba essere aiutato nell’affrontare la fase di separazione dalla tua  figura di madre. Separarsi dalla figura materna non significa perderla, ma soltanto riuscire ad affrontare la differenziazione tra se stesso e la realtà esterna (mamma) . Il piccolo deve comprendere che i momenti in cui tu non sei con lui, lui non è con te, non significa perderti o scomparire, significa imparare a sopportare la frustrazione nel momento di lontananza. Altro aspetto che va valutato è legato alla figura paterna: Che tipo di relazione avete voi genitori come coppia e  come genitori di questo bimbo?   che tipo di relazione il padre ha con il figlio? È importante che la figura paterna possa trasmettere forza al piccolo, facendolo sentire accompagnato nella sua crescita. L’opposizione e la ribellione  sono atteggiamenti di una fase che rientra per l’eta Che mi hai indicato dove il “ no” è caratteristico. Non avere paura di questa reazione, ma cerca di far sentire tuo figlio contenuto, ovvero che riesci a gestire la sua ribellione anche quando ti produce molta rabbia. Non mostrargli la tua preoccupazione, potrebbe anche manipolarti, ma mostra a lui che sai gestire i suoi “ no”. Indicazione professionale: prendi un appuntamento con uno Psicoterapeuta per qualche incontro familiare in modo da farvi aiutare. Vi auguro una buona crescita familiare.

Cordiali saluti 

 

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Roma

La Dott.ssa Iolanda Lo Bue offre supporto psicologico anche online

Gentile Signora , leggendo la sua lettera trapela quanta preoccupazione lei stia vivendo nei confronti di suo figlio che a 4 anni socializza  poco rispetto ai suoi pari.

La invito innanzi tutto a vedere suo figlio come un essere unico e diverso dai coetanei, con  talenti forse ancora  nascosti , data la sua tenera età!  Questo non significa sottovalutare gli aspetti che la preoccupano, bensì inquadrarli in uno spazio temporale più ampio e vasto, all’interno del quale suo figlio possa staccarsi da  lei per instaurare delle relazioni di gioco e amicizia con i suoi pari. Non tutti i bambini attraversano le tappe di sviluppo con gli stessi tempi!  Nell’ambiente  scolastico,  per come lei riferisce , sembra che suo figlio da poco tempo abbia iniziato a recarsi volentieri ed immagino che si relazioni anche con i suoi compagni.  Potrebbe agganciarsi all’ambito scolastico per favorire la socializzazione di suo figlio ad esempio invitando qualche compagno a  giocare  a casa sua, per fare una merenda  insieme  o fare una semplice passeggiata anche con la sua mamma. Le consiglio di procedere a piccoli passi e per tempi brevi, senza forzare il bambino: le prime volte può bastare un’ora, in modo da non stancare o sovraccaricare suo figlio.

La seconda riflessione che le offro riguarda invece le sue aspettative nei confronti del bambino. Nella sua domanda trapela il desiderio che suo figlio partecipi a feste,  eventi sociali, sport…sono desideri legittimi di una madre che vuole sempre il meglio per la propria creatura, ma la invito anche a considerare che a 4 anni un bambino che frequenta la scuola dell’infanzia  vive  già una giornata intensa occupata da attività motorie, grafiche, espressive che impegnano la sua giovane mente ed il suo corpo. Non tutti i bambini fuori dall’orario scolastico hanno piacere di partecipare a laboratori, feste o quant’altro e preferiscono tornare nella quiete e tranquillità del  proprio ambiente familiare. Non abbia fretta  e rispetti i tempi del suo bambino , tanto più che lei stessa  ha potuto constatare che forzarlo è controproducente!

Mi auguro che gli spunti di riflessione che le ho offerto possano ritornarle utili. Continui pure  a scrivere per comunicare i progressi e le evoluzioni del suo piccolo.

La saluto cordialmente.

 

Dott.ssa Antonietta Sajeva

Dott.ssa Antonietta Sajeva

Rimini

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Gentile Laura,

la sua frustrazione e preoccupazione per il comportamento del suo bambino sono pienamente comprensibili, e ritengo positivo il fatto che abbia deciso di rivolgersi ad un esperto per poter capire come poterlo aiutare al meglio.

Tuttavia, per poter dare una risposta appropriata, ci sarebbe bisogno di conoscere approfonditamente la vita del bimbo, dalla nascita al momento attuale: infatti, ogni bambino è diverso, con la propria unica storia, e vive all'interno di una famiglia, con precise dinamiche interne. Ogni sintomo ha una precisa ragione d'essere, e lo si può comprendere inscrivendolo in un quadro di vita chiaro e completo.

Sicuramente è positivo il suo incoraggiamento per aiutare il suo bimbo ad aprirsi al mondo, tuttavia evidentemente ci sono delle resistenze, che lui essendo piccolino ancora non ha parole per esprimere in modo diverso dal "capriccio" (che non è mai un semplice capriccio, ma una comunicazione di disagio). Non dice per esempio se è capitato di parlarne con lui in quei momenti di difficoltà.

In ogni caso sono disponibile ad incontrarci per una consulenza.

Cordiali saluti

 

Dott.ssa Veronica Cocco

Dott.ssa Veronica Cocco

Cagliari

La Dott.ssa Veronica Cocco offre supporto psicologico anche online