Lo Psicologo Giuridico

L'incontro tra Psicologia e Diritto ha portato alla nascita di uno specifico settore: la Psicologia Giuridica. Essa è una disciplina che applica la psicologia al mondo legale e forense. Sia il diritto che la psicologia, infatti, si occupano prevalentemente del comportamento umano: l'uno, tra l'altro per indicare ciò che è vietato e ciò che è lecito e per dare al giudice elementi diagnostici al fine di precisare le responsabilità individuali, l'altra anche per spiegare la motivazione del comportamento e dei conflitti umani e per diagnosticarli in relazione a differenti variabili.

Nonostante questo ambito sia stato in passato notevolmente trascurato, attualmente sta vivendo un periodo di considerazione e riconoscimento da parte del diritto; ciò è dovuto da un lato, ad una maggiore sensibilità del mondo forense alle problematiche psicologiche di alcuni casi specifici in cui si ravvisa la necessità di un supporto tecnico al fine di meglio comprendere l’accaduto; dall’altro alla capacità che la psicologia ha saputo mostrare nel rispondere ai quesiti posti dal diritto, in modo concreto, utile ed usufruibile.

Inoltre, le spinte sociali date da parte dello Stato, ad una maggiore attenzione e tutela alla Età Evolutiva e al Contesto Familiare, hanno riportato alla revisione di leggi e programmi, per una più efficace salvaguardia dell’integrità familiare, sia nel senso della difesa della sua “autenticità” , sia nel senso della protezione dei suoi membri, sia infine nel senso del rispetto della dignità della persona, anche se trattasi di colpevole di reato penale. Gli importanti mutamenti sul piano sociale e conseguentemente su quello del diritto hanno portato alla configurazione di bisogni giuridici nuovi.

Basti ricordare ad esempio la riforma del diritto di famiglia e l’introduzione del divorzio, che ha creato un bisogno di conoscenze in ordine alla responsabilità dei coniugi e alla capacità genitoriale, in ordine all’affidamento dei figli e alle loro relazioni con i genitori; le norme sull’adozione nazionale e internazionale, che addirittura chiedono alla psicologia una capacità conoscitiva di tipo predittivo nel lungo termine in fatto di capacità genitoriale e così via.

Pertanto, la nascita della Psicologia Giuridica ha portato alla comparsa di una nuova figura professionale specializzata: lo psicologo giuridico. Lo psicologo giuridico non è un qualsiasi psicologo che risponde ai quesiti del diritto, ma è uno psicologo che conosce le leggi e il contesto culturale e professionale in cui gli operatori del diritto si muovono, sa contestualizzare i propri strumenti diagnostici e di intervento, ha ben presente la specificità del lavoro clinico, sociale ed educativo in ambito forense, e soprattutto possiede formazione e specializzazione mirata. Con la cosiddetta CTU (consulenza tecnica di ufficio), il Giudice affida una relazione tecnica ad un esperto che assume l’ufficio in veste di ausiliario del Giudice, il quale attende che l’esperto gli chiarisca uno o più elementi, contribuendo alla decisione che deve prendere.

Il Giudice, infatti, attraverso la formulazione di uno o più quesiti, chiede di conoscere le persone ed i loro comportamenti, ovvero comprendere la “Personalità” degli individui. Lo psicologo giuridico, può essere nominato dal giudice sia in ambito penale che civile in merito a svariate questioni, come ad esempio all’accertamento dell’immaturità del minore, alla capacità di intendere e di volere, alla capacità di stare in giudizio, all’idoneità mentale a rendere testimonianza, all’affidamento o adozione di minori nei casi di separazione conflittuale, alla potestà genitoriale, e inoltre può essere chiamato a valutare l’identità psicosessuale, il danno psichico e il danno psichico con pregiudizi esistenziali, casi di mobbing, casi di stalking etc. Con la cosiddetta CTP (consulenza tecnica di parte), invece, l’avvocato con il proprio assistito fa richiesta allo psicologo giuridico di una relazione tecnica che vada ad aumentare le informazioni da utilizzare per arricchire la strategia difensiva.

In tantissimi casi il lavoro svolto in équipe (Avvocato - Psicologo) è un investimento a brevissimo termine per quanto riguarda l'esito del caso stesso. Facciamo un esempio: prendiamo un caso di danno. Sappiamo bene che il dolore non è risarcibile. Ma tentare di valutare il danno subito da una persona nella sua interezza psico-biologica significa riconoscere il valore e la dignità dell'essere umano. In passato ci si limitava alla valutazione del danno psichico e biologico, valutazione affidata ai medici legali ma il concetto di danno biologico o danno psichico non esauriva la questione della perdita di salute e di dignità delle vittime di reato.

Oggi lo psicologo esperto in psicologia giuridica è il professionista più idoneo nella valutazione del danno psichico e del pregiudizio esistenziale, avendo fra le sue competenze la possibilità di effettuare diagnosi con strumenti di indagine appropriati, quali il colloquio clinico e i test psicologici. Infatti, importante per uno psicologo giuridico è la metodologia e gli strumenti di ricerca utilizzati insieme al colloquio clinico.

I test maggiormente utilizzati in ambito forense sono: Test di Rorschach, Test M.M.P.I.-2, Test di Wartegg, Test di intelligenza W.A.I.S.-R, Favole di Duss, Bender Gestalt Test, test grafici come, il Test dell’albero di Koch, il Test della figura umana, il Test della famiglia, il Test del disegno libero o gli strumenti psicogiuridici quali: la Sexual Assault Symptom Scale, la Beliefs Associated with Childhood Sexual Abuse ed altri. Occorre quindi sottolineare che la funzione dello psicologo in ambito giuridico è di tipo prevalentemente consulenziale ed è finalizzata a rispondere esclusivamente a quesiti posti dal Giudice che possono essere di natura diversa a seconda dei Tribunali (Civile, Penale, Minorile) in cui è formulata la richiesta e delle finalità per le quali è fatta.


Pertanto è essenziale che le competenze professionali dello Psicologo Giuridico includano tre tipi di esperienza:

 

  1. Una approfondita conoscenza della teoria dello sviluppo psicologico individuale sia normale che patologico.
  2. Una solida esperienza clinica ottenuta dopo un lungo periodo di pratica clinica esperita non solo nel privato ma anche in ambito istituzionale, per evitare che vengano escluse dall’esperienza le patologie più gravi.
  3. Una conoscenza non superficiale delle leggi e delle procedure giudiziarie.

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